Ultras (Film, 2020)

Ultras avrebbe dovuto avere una rapida distribuzione in sala (9, 10, 11 marzo), ma il Coronavirus ha penalizzato il debutto del giovane Francesco Lettieri, promettente regista napoletano, conosciuto come autore dei videoclip del rapper Liberato. Netflix lo sta ora distribuendo sulla sua piattaforma dal 20 marzo scorso.

Il film è consigliato a tutti gli amanti del cinema, non importa se non vi interessa il calcio, perché – pur ambientato nel sottobosco delle partite del Napoli – racconta con crudo realismo uno spaccato di vita quotidiana e di violenza marginale. Ultrà di Ricky Tognazzi (1991) è il film che viene subito a mente e con il quale potremmo tentare un paragone, ma si tratta di due prodotti molto diversi, pur con identico tema, perché Ultras gode di un più intenso registro drammatico e realistico.

Il protagonista è l’ottimo Aniello Arena, attore-ergastolano già David di Donatello che recita in permesso premio, straordinario nella parte di Sandro, capo ultras cinquantenne che vorrebbe uscire da un gioco ormai troppo diverso da quello dei suoi tempi. Sandro stringe amicizia con un ragazzino che fa parte dei nuovi ultras, lo segue e lo protegge, nel ricordo di suo fratello ammazzato durante una rissa da stadio.  Non solo, finisce per innamorarsi di Terry (Truppo), conosciuta alle terme dove lavora come inserviente, e vorrebbe cambiare vita, ma i vecchi amici di un tempo pretendono che sostenga ancora la causa del gruppo ultras degli Apache.

Tutto il film si svolge nei bassifondi napoletani, girato in dialetto con i sottotitoli, cercando di indagare le cause di un sottobosco delinquenziale, collegato alle partite di calcio in maniera marginale. Scontri tra vecchi e nuovi ultras, cariche della polizia, aggressioni, dissidi e litigi per le decisioni da prendere, tafferugli, firme in questura per tifosi squalificati, partite che si ascoltano soltanto alla radio. Francesco Lettieri padroneggia la tecnica espressiva da veterano, passa dal piano sequenza alla soggettiva, mostrando una Napoli bagnata dal mare, crepuscolare e decadente, senza dimenticare i quartieri più degradati e i tetti dei palazzi dai quali si vede il golfo. Fotografia limpida e intensa, chiazzata di cupi notturni. Sceneggiatura ricca di suspense e di pathos, a base di colpi di scena e momenti di pura azione girati con maestria d’altri tempi. Ottima colonna sonora, composta dal rapper partenopeo Liberato (We Come From Napoli è il motivo base), arricchita da motivi classici come Tu t’e scurdat e meO core nun tene padrone, Funicolì funicolà, L’estate sta finendo dei Righeira, Tanto pe’ canta’ di Petrolini e Simeone. Ricordiamo anche Pagnale del rapper Speranza, That Silver Haired Daddy of Mine di Jim Reeves, il gospel When the Saints Go Marching In, il cubano Guantanamera, Caruso di Lucio Dalla, Voce ’e notte e E so’ cuntento e sta’ di Pino Daniele, Bad Moon Rising dei Creedence Clearwater Revival.

Il nuovo cinema italiano sta crescendo alcuni ottimi autori, non sempre ben distribuiti nelle sale cinematografiche. Per fortuna esistono nuovi media televisivi come Netflix. Ultras è un film da vedere, se amate il noir alla Caligari e Garrone, cose come Non essere cattivo, Dogman e Lo chiamavano Jeeg Robot. Consigliato.

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Regia: Francesco Lettieri. Sceneggiatura: Peppe Fiore. Fotografia: Gianluca Palma. Montaggio: Mauro Rodella. Musiche: Liberato (We Come From Napoli) e vari pezzi classici. Casa di Produzione: Indigo Film. Genere: Drammatico. Distribuzione: Netflix, Mediaset. Interpreti: Aniello Arena (Sandro), Ciro Nacca (Angelo), Simone Borrelli (Pequeño), Daniele Vicorito (Gabbiano), Salvatore Pelliccia (Barabba), Antonia Truppo (Terry), Alessandra D’Elia (Stefania), Gennaro Basile (McIntosh).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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