UE-ASEAN, rapporti commerciali e diritti umani

Quella appena trascorsa è stata una settimana cruciale nei rapporti commerciali tra l’UE e l’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico). Il Parlamento europeo ha ratificato mercoledì scorso l’accordo commerciale di libero scambio con il Vietnam, che mira a eliminare quasi tutte le tariffe nei prossimi dieci anni, mentre proprio nelle stesse ore la Commissione europea restringeva in maniera sostanziale le preferenze commerciali con la Cambogia.

L’accordo commerciale con il Vietnam, raggiunto dopo sei anni di negoziazioni, entrerà finalmente in vigore quest’anno, al termine della procedura di ratifica da parte di Hanoi. Il Parlamento europeo ha dovuto però superare diverse resistenze da parte di alcuni legislatori e di numerose organizzazioni non governative (ONG) che hanno cercato di ostacolare l’approvazione dell’accordo per la mancanza di sforzi del Vietnam a migliorare i diritti dei lavoratori e gli accordi climatici di Parigi. Un gruppo di 28 ONG, comprendete Human Rights Watch, ha inviato una lettera agli eurodeputati chiedendo un rinvio dell’accordo fino a quando il governo vietnamita non concorderà parametri “concreti e verificabili” per proteggere i diritti umani e dei lavoratori, sottolineando di fatto il fallimento del paese di soddisfare “in modo significativo” le ripetute richieste di miglioramento da parte dell’UE.

Dal canto suo il relatore del parlamento europeo, Geert Bourgeois, ha dichiarato che l’accordo è in linea con l’obiettivo dell’UE di diventare un attore geopolitico di rilievo che difende il commercio multilaterale, rifiuta il protezionismo e innalza gli standard del lavoro, dell’ambiente e dei diritti umani in tutto il mondo. Dello stesso avviso è stata anche la Commissione europea che ha accolto con favore l’approvazione dell’accordo da parte del Parlamento europeo. Phil Hogan, commissario europeo per il commercio, ha affermato che l’accordo UE-Vietnam “ha un enorme potenziale economico”, e rappresenta una vittoria per i consumatori, lavoratori, agricoltori e imprese, e va ben oltre gli stretti benefici economici, dimostrando che la “politica commerciale può essere una forza positiva”. Il Vietnam è il secondo maggiore partner commerciale regionale dell’ASEAN, con scambi di merci per un valore di 49,3 miliardi di euro e scambi di servizi per 4,1 miliardi di euro all’anno.

Sempre sul fronte dei diritti umani, la Commissione europea ha invece annunciato la sospensione parziale delle preferenze commerciali “tutto tranne le armi” con la Cambogia dopo che il governo del premier Hun Sen ha continuato a erodere i principi europei e internazionali in materia di diritti umani. La decisione dell’UE, infatti, è arrivata in seguito a una revisione formale durata almeno un anno, dopo la conclusione preliminare dell’UE inviata al governo cambogiano del 12 novembre 2019, nella quale ha dichiarato che la Cambogia aveva violato “gravemente e sistematicamente” il diritto alla libertà di espressione, limitato altri diritti civili e politici e non è riuscita a garantire i diritti minimi dei lavoratori. Josep Borrell, alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha dichiarato che l’UE non rimarrà immobile a osservare “l’erosione della democrazia e dei diritti umani”, sottolineando come la decisione riflette il forte impegno dell’UE nei confronti del popolo cambogiano, i suoi diritti e lo sviluppo sostenibile del Paese.

Nella lista di prodotti su cui sospendere i dazi agevolati alle importazioni dalla Cambogia, non figura però il riso, escluso ha spiegato un portavoce della Commissione, perché coperto dalle clausole di salvaguardia. Il ritiro delle preferenze tariffarie riguarda invece diversi prodotti, tra i quali lo zucchero, l’abbigliamento a basso valore aggiunto, le calzature, e tutti gli articoli da viaggio. Oltre al riso, coperto per tre anni dalle clausole di salvaguardia, dal ripristino dei dazi sono escluse anche le biciclette e l’abbigliamento ad alto valore aggiunto. Un duro provvedimento considerando che le esportazioni annuali della Cambogia verso la Ue valgono circa un miliardo di euro.

Il focus sulla protezione dei diritti umani e il rispetto dei diritti minimi dei lavoratori e’ anche al centro di altre negoziazioni in corso, quelle per il raggiungimento di un accordo di libero scambio con i principali restanti membri dell”ASEAN: Thailandia, Indonesia, Filippine e la Malesia.

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