Buon compleanno, Sandokan

Ieri è stato il compleanno di Sandokan. Quello con gli occhi gialli, la tigre della Malesia che più di 40 anni fa entrò nelle nostre case come un uragano. Al secolo Kabir Bedi, indiano dell’India, era uno sconosciuto attore che fu scelto per interpretare l’eroe salgariano dal regista Sergio Sollima.

Fu un successo incredibile: un tripudio di turbanti e scimitarre, tigri ed elefanti. C’era il buono, lui, il cattivo cioè James Brooke interpretato da Adolfo Celi e la bella, Marianna interpretata da Carole André. Brooke è cattivo cattivo, ha fatto fortuna a pistolettate, è un avventuriero nato in India da genitori inglesi; ha sterminato famiglie di pirati e si è fatto strada creando un vero e proprio regno indipendente dalla madrepatria, che comanda con il titolo di “Raja Bianco di Sarawak”.

Ma c’è qualcuno che non accetta il suo strapotere e lo combatte all’ultimo sangue: appunto Sandokan, detto “la Tigre della Malesia”, principe locale spodestato anni addietro dagli anglosassoni. E’ insomma una lotta senza esclusione di colpi, dove gli inglesi (siamo circa nel 1850) appoggiano il cattivo e cercano di uccidere la nostra tigre. C’è anche Andrea Giordana nella serie, bello ma offuscato dalla bellezza esotica di Kabir. E poi c’è Yanez, un fantastico Philippe Leroy, un personaggio significativo, amico di Sandokan, uno che sempre resta al suo fianco. All’epoca eravamo tutti incollati al televisore; lo sceneggiato era bello anche perché il regista appassionato di Salgari pose la condizione: avrebbe diretto lo sceneggiato solo sui luoghi veri, con attori asiatici e con assoluto realismo. E alla fine il lavoro fu splendido. Ma il vero successo fu lui, Kabir. Tutte matte per lui con questo sguardo penetrante e poi, lasciatemelo dire, come resistere a un uomo alto moro vestito da Marajà? Impossibile.

In una intervista Kabir dichiarò “Quando mi chiesero di interpretare Sandokan, Salgari non lo avevo neanche sentito nominare. Non c’erano traduzioni inglesi dei suoi libri. Allora mi sono informato chiedendo per la strada a molti italiani che cosa rappresentava per loro Sandokan. Così ho capito che la Tigre era un grande eroe epico, un eroe universale, dalla personalità gigantesca. Un uomo che ha trionfato in sfide sovrumane”.

Proprio così: un vero eroe, una personalità gigantesca che purtroppo si incontra solo nei libri, nella realtà ci dobbiamo accontentare. Buon compleanno Sandokan!

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