Politici in TV

Legge elettorale, riforme e lavoro al centro del dibattito politico e televisivo questa settimana, in particolare nel confronto tra il nuovo segretario PD Matteo Renzi e Angelino Alfano (NCD). In mezzo gli “umori” di Berlusconi (FI), all’opposizione ma “vicino” per certi aspetti ad alcune idee di Renzi.

Il TG1 del 18 dicembre spiega che “Berlusconi è disponibile con Renzi alla riforma elettorale, emissari tra i due partiti parlano di un confronto che è stato avviato, Forza Italia parte dal Mattarellum e, andando avanti nella trattativa, dice no al doppio turno e sì al premio di maggioranza”. Secondo il servizio “l’obiettivo dei berlusconiani non è molto distante, in definitiva, da quello che da mesi dice Renzi”.

L’ex ministro Mara Carfagna: “Forza Italia è a favore di una legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scelta e garantisca di avere maggioranze stabili che sostengano governi in grado di governare”. Forza Italia, come nota ancora il TG1, critica anche il no dei giudici al viaggio oltre confine di Berlusconi per il vertice del PPE in programma il 19 dicembre a Bruxelles: Forza Italia la definisce una “persecuzione”, mentre il CSM definisce “inaccettabile la posizione del Cavaliere sui magistrati”. I capigruppo di Forza Italia Romani e Gasparri sono stizziti: “In Italia c’è una situazione gravissima che mette a rischio la democrazia”.

Sul tema della legge elettorale si sofferma anche il TG LA7, che mette a confronto le posizioni di Alfano e Renzi. “Alleati di Governo e nulla di più. Matteo Renzi ed Angelino Alfano restano distanti,  seduti allo stesso tavolo per presentare il libro di Bruno Vespa nonostante il fair play non si fidano l’uno dell’altro”. Così LA7, per cui le riforme rivestono il banco di prova quasi unico per la resistenza del governo Letta insieme a lavoro e riforma del Senato.

“Renzi ha fretta. Bisogna fare la riforma elettorale subito – continua LA7 – con chi ci sta. Il sospetto del segretario del Partito Democratico è che Alfano voglia prendere tempo legando la riforma elettorale a quelle costituzionali. Alfano da parte sua annusa l’ipotesi che Renzi in realtà miri al voto anticipato e che per ottenerlo possa scendere a patti persino con il nemico: in questo caso Forza Italia ma anche Grillo, mentre la commissione Affari Costituzionali della Camera imprime una netta accelerazione sui tempi stabilendo che la riforma dovrà approdare in aula entro il 31 gennaio”.

Per Renzi la legge elettorale potrebbe esserci già a febbraio a condizione che “non si proceda a colpi di maggioranza”. Nel PD Fioroni storce il naso per l’accelerazione dei tempi data dal neosegretario. Alfano e i suoi, in particolare Formigoni e Cicchitto, però sono chiari: “Se Renzi fa accordi fuori della maggioranza salta ogni convergenza”. LA7 chiarisce le attuali convergenze e discordanze tra PD e NDC: il modello “sindaco d’Italia” è accettato anche dal Nuovo Centrodestra così come il doppio turno, mentre no secco di Alfano al Mattarellum. Sulla riforma del senato “Renzi vuole trasformarlo in una Camera delle autonomie non elettive, Alfano prende tempo”.

Sul tema del lavoro, specie quello giovanile, TGCOM24 parla di una convergenza tra il presidente di Confindustria Squinzi e Renzi. “Creare lavoro, non l’articolo 18″: questa la formula che TGCOM24 riprende dalle intenzioni di Renzi al suo esordio come segretario PD, “puntando su norme che semplifichino le assunzioni e i centri per l’impiego e misure come l’indennità di disoccupazione”. Il presidente di Confindustria Squinzi è d’accordo, soprattutto sulla flessibilizzazione del lavoro degli under 35: “Via l’art. 18 per i neoassunti? Bene così. Si tratta di una proposta che va nella direzione giusta – anche se, aggiunge – non è sufficiente perché per assumere bisogna prima creare le condizioni per avere più lavoro. Solo così si possono fare assunzioni, altrimenti rimane un provvedimento sulla carta”.

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