Assad e i Curdi

La situazione creata dal brutale attacco turco ai Curdi in Siria ha visto nelle ultime ore una svolta. Sulla base di un accordo promosso dalla Russia, il Presidente siriano Bashar Assad ha inviato truppe a protezione e sostegno dei Curdi, fino a poco fa considerati ribelli. Si tratta di un accordo in stato di necessità. I curdi, volatilizzatosi indegnamente l’appoggio militare americano, si trovavano nella disperata esigenza di evitare un vero massacro. In cambio, Assad ha recuperato il controllo di due o tre importanti città occupate dai Curdi.

È veramente  troppo presto per dire che conseguenze avrà questa nuova e inedita alleanza sul terreno, ma intanto è lecito fare alcune osservazioni. La prima è che una vittoria di Assad appoggiato dai russi non farebbe che rafforzare la pratica scomparsa dell’Occidente, e il progressivo stabilirsi di un’influenza russa, nel Medio Oriente. La seconda è che la NATO corre il rischio, per ora non immediato, certo, di dover intervenire a difesa della Turchia se questa, da attaccante, dovesse divenire attaccata.

In un precedente articolo, avevo scritto come conclusione che, in questo pasticcio, Putin sarebbe stato il solo a giocare la sua partita con successo. Non era difficile prevederlo, ed è accaduto.

Quanto agli Occidentali, il principale colpevole è Trump, che ha di fatto tradito i vecchi alleati curdi, dato via libera a Erdogan e, di fatto, concesso spazio a Putin. Gli altri – Germania, Francia, Italia – possono solo agitarsi, rilasciare dichiarazioni tonitruanti e nulla più. Anche l’embargo alla vendita di armi ad Ankara è più che altro una “mossa”. Intanto, si tratterebbe di vietare vendite nuove (chi si sente di far saltare contratti già firmati e in corso di esecuzione?) e poi l’arsenale bellico turco è di per sé largamente sufficiente.

E apprezzabile che Di Maio chieda l’embargo e inciti l’Europa a muoversi compatta, ma farà presto l’esperienza che tutto questo è “flatus vocis”. E il risultato del capolavoro di Erdogan sarà probabilmente una crisi di fatto nella NATO, una caduta di immagine di Trump e degli Stati Uniti, e una regione mediterranea solidamente controllata da Russia e Iran. Il solo vantaggio potrebbe essere costituito da un accentuato controllo sugli ex combattenti dell’ISIS finora prigionieri dei Curdi, ma neppure questo è certo, se è vero che, approfittando del caos, varie centinaia sono scappati e alcuni siano addirittura passati nelle fila di Assad.

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