La Tessera sanitaria europea

Dal momento che non si può decidere dove e quando ammalarsi, meglio evitare sorprese e richiedere la Tessera di assicurazione sanitaria europea per essere curati ovunque nella UE come a casa. Si spera non serva mai, ma visto che è meglio essere previdenti, se volete partire tranquilli richiedete la Tessera europea di assicurazione malattia (TEAM), nel caso qualcosa andasse storto. In quanto cittadino dell’UE, se ti ammali inaspettatamente durante un soggiorno temporaneo di vacanza, studio o lavoro in un altro paese dell’UE, hai diritto alle cure mediche da dispensare subito.

Il diritto alle cure viene riconosciuto in base alle norme del paese in cui ti trovi, è possibile usufruire dell’assistenza sanitaria statale in caso di permanenza temporanea in uno dei 28 Stati membri dell’UE, in Islanda, in Liechtenstein, in Norvegia e in Svizzera, alle stesse condizioni e allo stesso costo (gratuitamente in alcuni paesi) degli assistiti del paese in cui ci si trova. L’Italia ha stipulato convenzioni bilaterali con alcuni stati che non fanno parte della UE come Argentina, Australia, Brasile, Capo Verde, Macedonia, Serbia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Principato di Monaco, San Marino e Tunisia che consentono, sempre grazie alla Tessera sanitaria, di ricevere cure necessarie e urgenti. Le regole in questi casi, tuttavia, cambiano da Paese a Paese in base allo specifico accordo bilaterale. È possibile avere tutte le informazioni sul diritto alle cure consultando la guida interattiva Se parto per… sul sito del Ministero della Salute.

Questo significa che può capitare che, come in Svizzera, si debba anticipare il pagamento e poi chiedere il rimborso al rientro in Italia. In altri casi è dovuto il ticket che varia a da stato a stato. Sia chiaro che la carta non viene fornita per cercare di proposito di ottenere cure mediche programmate, ma per ovviare ad improvvise e inaspettate emergenze. Non è inoltre un’alternativa all’assicurazione di viaggio, non copre i costi in caso di assistenza medica privata e nemmeno il volo di ritorno in caso di necessità medica. Nel caso delle Convenzioni bilaterali è necessario chiedere, prima della partenza, il modello I/RA 1 alla propria Asl, in questo caso non è possibile ricevere cure gratuite. Questa tipologia esclude l’assistenza indiretta, per cui se le cure vengono pagate all’estero, non si potrà poi richiedere il rimborso alla Asl una volta rientrati in Italia. Un meccanismo che incide pesantemente sul tipo di assistenza previsto con questi Paesi extra Ue.

Sono quasi 200 milioni gli europei già in possesso di una Team, tesserino rilasciato gratuitamente che in Italia è già integrato alla tessera sanitaria regionale. Nel 2013, secondo i dati della Commissione europea, ne circolavano 58,9 milioni, per una copertura che raggiunge il 100 per cento della popolazione. Capita ancora che la tessera non venga riconosciuta da un’amministrazione di un paese dell’UE, oppure dell’Islanda, del Liechtenstein, della Norvegia o della Svizzera, in questo caso si può chiedere al proprio ente assicurativo di contattare il medico o l’ospedale estero. Se ciò non serve a risolvere la situazione, è possibile chiedere aiuto a SOLVIT, servizio gratuito fornito dall’amministrazione nazionale di ogni paese dell’UE e di Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Il motivo è la scarsa conoscenza che anche gli operatori del settore hanno rispetto i diritti che conferisce la TEAM. Per combattere questo problema la Commissione ha deciso di ha deciso di creare una “app” che fornisce informazioni sulla tessera, sui numeri di telefono di emergenza, sulle cure sanitarie coperte e i costi, sulle modalità di richiesta dei rimborsi e sulle persone da contattare in caso di smarrimento della tessera.

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