Italia delle Regioni

Il Parlamento sta vagliando le modifica al disegno di legge “Deleghe al governo per il miglioramento della pubblica amministrazione” su cui l’Unione delle Province Italiane UPI è stata ascoltata in audizione dalla Commissione Lavoro del Senato della Repubblica.

Il presidente della provincia di Viterbo, Pietro Nocchi, è stato ascoltato lo scorso 10 aprile in audizione alla Commissione Lavoro del Senato della Repubblica in qualità di rappresentante dell’Unione delle Province d’Italia.

Tra le principali richieste espresse: incentivare lo svolgimento di concorsi unici tra enti locali in ambito provinciale o metropolitano; prevedere principi e criteri direttivi per introdurre una riforma della dirigenza apicale negli enti locali – comuni, province e città metropolitane – con un ruolo unico dei dirigenti locali per superare la diversità di disciplina tra i dirigenti locali, che fanno capo agli enti locali, e i segretari comunali e provinciali, che fanno capo al ministero dell’Interno; superare alcuni limiti delle norme sulla contrattazione decentrata negli enti locali, attraverso l’incentivazione della contrattazione integrativa territoriale in ambito provinciale o metropolitano.

Coinvolgere gli enti locali in tutto il percorso di attuazione della delega. “Occorre prevedere espressamente una clausola di salvaguardia anche per province, comuni e città metropolitane, ora indicata solo per le regioni – ha detto poi il rappresentante delle province Pietro Nocchi – affinché l’attuazione dei principi previsti avvenga attraverso l’adeguamento dei loro ordinamenti”.

Rispondendo poi alle domande dei senatori il presidente Nocchi ha spiegato che “l’Upi partecipa ai lavori del tavolo per la revisione della riforma delle province e in questa sede auspichiamo che siano definite chiaramente le funzioni fondamentali delle province, che ci sia la garanzia sulle risorse per esercitarle e che si riveda l’assetto degli organi di governo, anche con il ritorno all’elezione diretta”.

Nell’ambito della disciplina degli esercizi commerciali  i comuni italiani  associati nell’ Anci sono  favorevoli ad una disciplina degli orari e delle chiusure degli esercizi commerciali al dettaglio, ma a condizione che essa sia introdotta con un provvedimento legislativo che identifichi una cornice di riferimento e dei limiti flessibili, entro cui i comuni possano prevedere regole tali da adattarsi alle esigenze dei singoli territori e degli operatori. E’ la posizione sostenuta dal sindaco di Mola di Bari, Giovanni Colonna, che ha rappresentato l’Anci davanti la X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera sulla proposta di legge che disciplina gli orari di apertura degli esercizi commerciali.

Colonna, nello specifico, ha ricordato l’importanza che la regolamentazione del settore sia rimessa al comune, il livello istituzionale più prossimo all’impresa, anche se con limiti certi e ragionevoli e parametri di riferimento chiari, a determinarne le eccezioni. Questo perché “il commercio è elemento vitale e caratterizzante per la vita dei comuni, travalicando l’aspetto economico per assumere una rilevanza socio-culturale peculiare in ogni contesto”. Da questo punto di vista la possibilità di lasciare un margine di intervento all’ente locale ha l’indubbio pregio di poter tarare meglio le scelte in base ai diversi contesti territoriali, salvaguardando l’autonomia regolamentare comunale.

La logica da seguire “deve essere quella – ha spiegato il sindaco di Mola – della definizione, all’interno dei previsti Piani regionali, di ambiti territoriali specifici che tengano conto delle peculiarità dei territori, immaginando aree omogenee di intervento su cui poi innestare le politiche commerciali dei singoli comuni”.

D’altro canto una pianificazione per aree territoriali omogenee permetterebbe di evitare dinamiche concorrenziali fra comuni limitrofi, molto pericolose in una fase di crisi del settore del commercio”.
Per questo motivo il sindaco di Mola ha rappresentato la richiesta dell’Anci di porre particolare attenzione alle ricadute delle regole sui singoli territori e le rispettive vocazioni, ponendo particolare attenzione, in questo senso, ai comuni ad economia prevalentemente turistica e alle città d’arte.
Infine, vi è un’altra motivazione per un ritorno ai comuni di alcune leve regolatorie del settore commercio. “La liberalizzazione degli orari ha comportato una serie di modificazioni nelle abitudini quotidiane, nell’organizzazione del lavoro, dei trasporti, che hanno inciso profondamente sul funzionamento e la vivibilità delle città”, ha notato l’esponente Anci.

“Abbiamo l’assoluta necessità di rivitalizzare i centri storici delle piccole, delle medie e delle grandi città. Per far questo – ha concluso Colonna – bisogna far rivivere le attività commerciali sia attraverso agevolazioni sul pagamento delle imposte locali per i negozianti che, a livello regionale, puntando sui distretti regionali del commercio”.

La Conferenza Stato-Regioni del 10 aprile non è riuscita a sancire l’intesa per il varo del piano straordinario di potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro, ma il traguardo appare vicino: “Siamo a buon punto, non ce l’abbiamo fatta a chiudere oggi su qualche aspetto tecnico, però essendoci anche l’urgenza di avviare una procedura selettiva per i navigator abbiamo deciso di darci delle ore, massimo dei giorni, lasciando aperta la Conferenza Stato-Regioni, in modo che si riesca a limare qualche dettaglio tecnico che non ci fa riconoscere in pieno con l’accordo che abbiamo siglato qualche settimana fa”, ha spiegato la coordinatrice della Commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni, Cristina Grieco (assessore della Regione Toscana). “Al momento – ha aggiunto Grieco – siamo ampiamente entro i termini, diciamo che su richiesta dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (Anpal) e del Ministero, al fine di poter iniziare le procedure per la selezione dei tremila navigator, abbiamo provato a trovare oggi un accordo, anche se è già fissata una Conferenza per mercoledì prossimo. Non c’è nessuno scoglio nella trattativa – ha chiarito al termine della Stato-Regioni, Cristina Grieco – si tratta di mettere in chiaro per il ruolo dei navigator e per le funzioni che dovranno avere nei centri per l’impiego quello che abbiamo già detto a monte, senza ambiguità di nessun tipo tra quello che pensiamo noi e quello che pensa il Ministero. Semplicemente – ha concluso – vogliamo dettagliare tutto per correttezza e chiarezza fra livelli istituzionali e anche nei confronti dei cittadini”.

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