Legambiente, le città più inquinate 2018

“Educare alla custodia del Pianeta”, l’educazione allo sviluppo sostenibile, la “sfida ambientale” sono un obiettivo strategico per il presente e il futuro del nostro Paese e non solo. La conservazione delle risorse del nostro Pianeta è un qualcosa di non più eludibile e non più procrastinabile per noi e per le future generazioni. Tutti i “decisori” sia livello locale che internazionale sono concordi nel ritenere che quello che occorre è partire da una corretta impostazione culturale di rispetto ambientale, quindi: educazione ambientale.

Le condizioni attuali del Pianeta e delle risorse disponibili ci impongono decisioni e scelte di politica economica e ambientale radicalmente differenti dal passato e che tengano conto delle attuali e mutate condizioni: lontane dal modello produttivo tradizionale, rivolte a un modello economico di tutela e rispetto ambientali, orientate a un modello di Società che nel “produrre rifiuti” sappia anche riconvertirli, creando ricchezza e benessere con il riutilizzo e la rigenerazione delle risorse.

Stando ai dati dell’ultimo Rapporto di Legambiente Mal’Aria 2019 sulle città più inquinate d’Italia, per quanto concerne l’inquinamento atmosferico, Brescia, Lodi e Monza risultano essere le città più inquinate d’Italia. Ricorderemo che il 2018 è stato anche l’anno in cui l’Italia si è vista attribuire, dalla Corte di Giustizia Europea, multe salate per le procedure d’infrazione in cui è occorsa proprio per la qualità dell’aria.

Per Brescia si tratta di 150 giorni oltre i limiti stabiliti, per Lodi di 149 e Monza 140 giorni questi i risultati del monitoraggio annuale condotto su tutte le città italiane: in tutto 55 capoluoghi di provincia hanno superato la soglia dei limiti massimi consentiti di rilevazione delle polveri sottili e ozono nel 2018.

Le “classi di rischio” ovvero le fonti inquinanti sottoposte a rilevazione sono state: il traffico, il riscaldamento domestico, le industrie e le pratiche agricole. Su 24 dei 55 capoluoghi i limiti sono stati superati sia per le polveri sottili che per l’ozono.

Seguono, quale prima città non della Pianura Padana, Frosinone (Lazio) con 116 giorni di superamento, seguita da Genova con 103 giorni, Avellino con 89 e Terni con 86. Uno scenario che è la dimostrazione, come ci tiene anche a sottolineare la stessa Legambiente, di quanto sia urgente pianificare a livello nazionale misure strutturali che sia realmente in grado di abbassare, con efficacia, le concentrazioni di inquinamento presenti e riportare l’aria a livelli qualitativamente idonei.

Stando a quanto ha rilevato l’Agenzia Europea per l’Ambiente sono, infatti, oltre 422mila all’anno le morti premature per cause collegate all’inquinamento atmosferico e l’Italia è tra i Paesi in condizioni di gravità maggiore con i decessi in rapporto alla popolazione pari a più di 60.600 solo nel 20015.

La cultura al rispetto e alla tutela ambientale, l’Educazione ambientale sono un qualcosa che ha bisogno per essere affrontato con successo, risolvendo con efficacia tutte le varie questioni collegate, oseremmo dire, di un “approccio olistico”, ovvero: globale, multidisciplinare e trasversale a tutte le fasce d’età sia ricorrendo a una metodologia di trasferibilità formale che informale.

I problemi legati alla Società contemporanea devono essere compresi e risolti per il miglioramento delle condizioni di vita, per la protezione dell’ambiente, nel rispetto dei valori etici. Occorre in sostanza reimpostare i parametri di una diversa e migliore visione globale che sia in grado di compenetrare l’ambiente naturale e ambiente artificiale (creato dall’uomo), di stimolare una presa di coscienza individuale che stabilisca un nesso di collegamento, di cui ciascuno di noi diventi consapevole, tra la nostra azione di oggi e le conseguenze che potrà avere un domani. Una consapevolezza che sia la presa di coscienza dell’interdipendenza esistente tra le differenti comunità nazionali e sia la testimonianza attiva di un radicato principio di solidarietà dell’umanità su scala universale.

In definitiva occorre quell’educazione ambientale che promuovendo “un approccio conoscitivo (il pensiero ecologico) che mette in evidenza le relazioni di profonda e complessa interdipendenza esistenti tra i fenomeni su scala globale e le relazioni di interdipendenza tra i diversi soggetti (persone, istituzioni, associazioni) che su scala locale concorrono a generarli”.

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