Quasi nemici (Film, 2018)

“La verità non importa, ciò che importa è avere sempre ragione”, è la frase che funge da filo conduttore di un film originale e divertente ma anche impegnato da un punto di vista sociale e culturale. In breve la trama di questo Quasi nemici di Yvan Attal. Neila Salah è un’immigrata araba di seconda generazione, vive a Creteil, sobborgo di Parigi, frequenta la Scuola di Legge di Assas – nota per un profilo conservatore – e coltiva il sogno di diventare avvocato. Il primo giorno di lezione comincia con un duro scontro tra lei e l’arrogante professor Pierre Mazard, un provocatore noto per gli atteggiamenti razzisti. Il professore con i suoi motti offensivi va oltre il consentito e si mette nei guai con il consiglio di disciplina, per questo il direttore di facoltà lo invita a superare i pregiudizi e a redimersi preparando Neila per un concorso di retorica. Pierre, nonostante il pessimo carattere, è un ottimo insegnante capace di trasmettere alla ragazza tutta la sua esperienza e le innegabili capacità, ricorrendo a cinismo e metodi sopra le righe. Finale sorprendente, caratterizzato da complicità e riconoscenza, che vuol sottolineare l’importanza di trovare le giuste motivazioni per realizzare il sogno della vita, confidando nelle proprie possibilità. Un ottimo insegnante traccia il solco che seguiremo per sempre, così sarà per Neila, avvocato penalista che si imporrà sugli altri proprio come faceva Pierre.

Un film importante che affronta diversi temi fondamentali della società contemporanea, dal multiculturalismo ai pregiudizi nei confronti del diverso, passando per il rapporto tra allievo e insegnante, senza dimenticare l’impegno nella realizzazione dei propri sogni. Due attori straordinari, l’esperto Daniel Auteil e la giovanissima Camélia Jordana (Due sotto il burqa), danno vita a una commedia intensa e divertente, caratterizzata da ritmo, dialoghi ficcanti e battute indimenticabili. La Jordana vince il Premio César come migliore promessa femminile del cinema francese, grazie a questo ruolo di giovane araba che ha un sogno e deve portarlo avanti, senza arrendersi, anche per merito del ragazzo di cui è innamorata. Daniel Auteuil caratterizza con la consueta bravura un personaggio complesso come il professore razzista e intollerante che alla fine si immedesima nel ruolo e diventa il mentore della ragazzina.

Quasi nemici è un film che presta grande attenzione alle parole, prese da frasi di grandi scrittori, zeppo di citazioni prelevate dai testi di Baudelaire, Cicerone, Nietsche, Schopenauer e altri autori importanti di letteratura e retorica. Il film si concentra sui due protagonisti principali e il loro rapporto di amore-odio, lasciando in secondo piano le esistenze dei coprotagonisti, comprimari di una storia incentrata sul rapporto insegnante-allieva e sul superamento di reciproche diffidenze.

Yvan Attal – settimo film per un figlio di algerini ebraici nato a Tel Aviv che ben conosce i problemi di un immigrato – mostra grande tecnica passando dal piano sequenza al carrello con movimenti di macchina suadenti, persino avvolgenti, che immergono lo spettatore tra le pieghe di una storia impaginata con garbo e cura estetica. Se pensiamo che il suo vero mestiere sarebbe quello di attore se la cava molto bene dietro la macchina da presa. Il finale è un poco scontato, parte della critica l’ha definito conformista, ma è il solo finale possibile per un film che tenta di dimostrare quanto sia importante avere un sogno da realizzare. Il nuovo cinema francese non finisce mai di stupire, a differenza della commedia italiana che – salvo poche eccezioni – dimostra quasi sempre di avere ben poco da dire. Da vedere.

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Regia: Yvan Attal. Genere: Commedia. Durata: 95’. Paese: Belgio, Francia. Interpreti: Daniel Auteuil, Camélia Jordana, Yasin Houicha, Nozha Khouadra, Nicolas Vaude, Jean-Baptiste Lafarge, Virgil Leclaire, Zohra Benali.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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