Lager e cattive maniere

Vedendo tutto quello che succede da noi, pare legittimo chiedersi: ma abbiamo un  Governo Conte, appoggiato da due partiti, o un Governo Salvini? Perché è lui, lo straripante, scamiciato e barbuto leader della Lega, che continua a imperversare, lanciando sentenze e proclami su tutto e su tutti: gli immigrati (va bene, almeno questa è la sua competenza come Ministro dell’Interno, ma noi si vorrebbe sapere quale è la politica del Governo nel suo insieme) ed ora i vaccini. Sui quali, o almeno sulla cui obbligatorietà, è del tutto lecito discutere (non urlare) però tra persone che sanno di cosa stanno parlando, non tra incompetenti e improvvisati, discutere tra gente competete, che sa di cosa si parla. E queste persone il loro parere l’hanno già dato in forma quasi unanime (qualche bastian contrario, tra gli scienziati, c’è sempre, l’importante è vedere cosa stabilisce il “consensus”!). Il suo parere l’ha già detto a voce alta e chiara. E la Ministra per la Salute, dal fatidico nome di Grillo, ha dovuto ricordare seccamente che la materia è di spettanza del suo Ministero.

Ma già nelle competenze altrui Salvini era entrato a gamba tesa, annunciando la chiusura dei porti italiani agli immigrati, che è materia di spettanza del Ministro dei Trasporti. E anche lì un imbarazzato Toninelli ha dovuto gettare acqua sul fuoco dichiarando che i porti non erano mai stati chiusi (che mi è parsa un’affermazione un po’ ipocrita, o almeno evasiva, anche se forse tecnicamente esatta). Di passaggio, l’inarrestabile Salvini se la piglia con la Bonino per chi sa quale oscuro mercanteggiamento (con chi? Con Bruxelles?), sproloquia su quello che il Premier dovrebbe fare (andare o no ai vertici europei). Dio sa cosa si inventerà ancora per restare al centro della scena e animare la tifoseria. È ancora in campagna elettorale, si dice, perciò portiamo pazienza e perdoniamoglielo; ma quando finirà la campagna? Si dice anche: è Vice-Premier, quindi ha il diritto di parlare di tutto. E no, un governo è un’orchestra, ed è il suo direttore a parlare della politica generale, e un direttore c’é, o almeno il suo ologramma continua a circolare. Per favore, Conte, se ci sei, batti un colpo,

Questa indegna sceneggiata è condotta, ahimè, con cattive maniere come non se ne erano viste da tempo da parte di uomini di governo: insulti alla Tunisia, alla Spagna, a Malta, alla Merkel, a Macron (che un po’ se li cerca), critiche al Ministro Tria che ha detto una cosa ovvia, cioè che i conti pubblici non vanno messi in pericolo, tentativo di prevaricazione a Saviano di togliergli la scorta (ma che diavolo c’entra la scorta che deve proteggerlo dalla Mafia, con le opinioni dello scrittore, anche se discutibili in materia di ONG e migranti e magari sulla persona del Ministro dell’Interno? Veramente si tratta di una meschina vendetta  indegna di un uomo di governo).Va detto peraltro  che, in questa rissa da taverna, anche Saviano ha perso la ragione: accidenti, definire Salvini “Ministro della Criminalità”!

Poiché da parte di Di Maio, Fico e altri esponenti di 5 Stelle il linguaggio è in genere, meno maleducato, e che essi sono stati costretti già ad intervenire due o tre volte per riportare le cose nell’ambito del famoso contratto, c’é da chiedersi sul serio quanto durerà la luna di miele tra i due partiti (la base grillina del resto già scalpita). Se reggerà, come è probabile, sarà veramente per pure ragioni di convenienza, visto che il PD non pare proprio in condizione di offrire ai 5 Stelle una sponda alternativa, e le elezioni sono una cosa che non credo attiri Di Maio.

Ad onor del vero, le cattive maniera non sono prerogativa dei leghisti italiani. L’Austria decide di chiudere le moschee (cosa stupida e ingiusta, e contraria ai diritti umani). Trump fa la guerra commerciale al mondo intero, il mondo (vedi Cina e Unione Europea) risponde per le rime, Trump rilancia minacciando le auto europee (chissà come faranno, gli americani innamorati delle Mercedes, a pagarsele in futuro), Juncker risponde che gli Usa non ci fanno paura. Una guerra commerciale con insulti tra supposti alleati nella NATO (un’Alleanza che ha retto per quasi 70 anni e ora potrebbe essere a rischio) mentre Putin si frega le mani e si prepara a raccogliere la posta in Europa, come sta facendo in Medio Oriente (chi può dargli torto?).

Tutto questo è in sé grave, ma diventa insopportabile quando appare la sinistra ombra dei lager. Quelli che speriamo Salvini non sogni per i Rom. Quelli che Trump ha creato per i bambini sudamericani separati dai genitori (poi ha dovuto fare marcia indietro, costretto dal suo stesso partito, ma intanto le orribili immagini avevano fatto il giro del mondo). Dove sono finiti gli Stati Uniti patria della libertà? L’America “madre degli oppressi”, faro splendente sulla collina? Possibile che lo stesso popolo che ha eletto due volte Obama corra appresso alla sua negazione assoluta?

In tutto questo, un aspetto triste è che nel fumo delle polemiche, nel calore rovente degli insulti e degli spropositi, si perde la visione di problemi seri (l’immigrazione, gli squilibri commerciali, tanto per fare alcuni  esempi), che andrebbero affrontati con la testa fredda, il buon senso, il dialogo e il rispetto reciproco, metodi della diplomazia tradizionale che oggi sembrano superati e persino disprezzati.

Alla mia età, le illusioni sono sempre di meno. Ma davvero dobbiamo rassegnarci a che nessuno reagisca, a che nessuno  proponga di sedersi attorno a un tavolo per risolvere civilmente problemi comuni? Che nessuno tenti di reintrodurre un po’ di umanità, un po’ di ragionevolezza nelle cose del mondo? E, sì, di ritrovare un po’ di buone maniere.

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