Destra e Sinistra, oggi

Se lo era già chiesto Giorgio Gaber dando risposte argute; oggi la domanda incalza più che mai. Che senso ha parlare di Destra e Sinistra? Che cosa sono e rappresentano oggi? Ma forse sarebbe più opportuno accertarsi se ancora esistono o servano a qualcosa o siano ormai solo una definizione.

Diciamo che fino al 1992, l’anno di Mani Pulite che ha segnato lo spartiacque tra il dopoguerra e il nuovo secolo, esistevano categorie politiche ben delineate ed era possibile individuare ideologie e appartenenza di membri e schieramenti. Membri che, ricordiamo, pur nelle loro sostanziali diversità e non scevri dagli umori del momento, non avrebbero cambiato bandiera.

La scomparsa dei partiti tradizionali, ha sconvolto gli equilibri e, ha fatto perdere punti di riferimento. Prima esistevano partiti che per il cittadino erano vere e proprie case, anche nel senso materiale del termine, cui poter fare riferimento. Destra e sinistra erano aggettivi che connotavano credo e appartenenza anche esasperandoli fino all’insulto: fascista e stalinista, o bolscevico, erano le ali estreme degli opposti schieramenti. Ma erano certezze.

Ma con il passare degli anni e l’evoluzione sociale ed economica i punti fermi sono venuti meno: le ideologie di un’epoca, rappresentate dai e nei partiti si sono dovute arrendere e oggi non hanno più senso, ormai scollegate dai nuovi contesti, e i nuovi partiti ne sono la prova più evidente. E’ illogico che uno schieramento di oggi si definisca figlio di resistenza o antifascismo. Può averli come valori, ma non sono certo la matrice che ne ha dato origine.

È poi difficile, se non impossibile, sostenere che Forza Italia, Lega, Cinque Stelle, siano nati da un’idea o siano portatori di valori assoluti e stabili su cui fondare qualcosa di duraturo. I cambiamenti di umore e alleanze, scissioni, e defezioni ne sono la prova. Sono nati da contingenze, populismo, dalla lotta ad un nemico come fattore aggregante. Non si può affermare che il PD sia l’erede del vecchio PCI o Forza Italia della DC o del PSI né, tantomeno, che sopravviva un’ideologia realmente comunista in formazioni che ne mantengono il nome.

Ciò che è cambiato è semplicemente l’intero contesto globale. Quando nacque la distinzione tra Destra e Sinistra si era ben prima della Rivoluzione Industriale, forse l’unica vera rivoluzione mai vissuta dall’umanità dopo quella del neolitico in cui iniziò la lavorazione dei metalli.

Fu probabilmente per una scelta del caso che alla prima riunione degli Stati Generali del 1789, quella che fece sedere i rappresentanti dell’a nobiltà alla Destra del presidente e quelli del terzo stato alla sua Sinistra. Stessa collocazione, con i rappresentanti delle posizioni monarchiche a Destra e quelli più rivoluzionari alla Sinistra, si presentò anche all’assemblea nazionale e, probabilmente da quel momento divenne una tradizione. Poteva accadere il contrario; e non era ancora nato Karl Marx il cui pensiero viene identificato come l’essenza della Sinistra.

Nel parlamento italiano la Destra di Cavour e Minghetti, che aveva portato all’unificazione, fu sostituita dalla Sinistra Storica di Depretis e Rattazzi di matrice liberale e mazziniana poco compatibile con le posizioni della Sinistra socialista e comunista del secolo successivo. E anche in quella definita Destra è difficile rilevare identità di posizioni tra, ad esempio, il Partito dell’Uomo Comune, Fratelli d’Italia e il fascismo delle origini, vale a dire prima che diventasse fascismo di regime.

L’evoluzione sociale, economica e tecnologica ha influito anche sulla politica e oggi è più illogico che impossibile cercare di dare definizioni assolute e collocazioni a movimenti e partiti che non hanno il compito di riformare una società, ma bensì, più verosimilmente, solo quello di curarla.

La prova del totale cambiamento è forse in quanto fatto da Ronald Reagan e Margaret Thatcher durante il decennio delle loro leadership quando, anche con scelte intransigenti, hanno sdoganato i loro partiti da posizioni fin troppo conservatrici in una direzione molto più liberista aprendo la strada a cambiamenti totali e ad un Tony Blair che non può certo farsi rientrare nella categoria della Sinistra socialista. Ma sembra che il loro messaggio non sia stato (volutamente?) compreso.

Parlare di Destra e Sinistra oggi è un dibattito politico, inutile. Probabilmente solo immagini sbiadite ma, per dirla usando le parole di Giorgio Gaber, ma a differenza di lui credendo che l’ideologia ormai non ci sia più, si tratta solo di posizioni anacronistiche che servivano a nascondere non una passione ma l’ossessione di una diversità ormai inutile a fronte di ben altri problemi.

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