Governo e alleanze

Per tutta la campagna elettorale, Renzi e il PD hanno additato un governo Lega-5 Stelle come la peggiore soluzione per il Paese, una vera sciagura. Poi l’hanno resa possibile, ma questo è un’altro discorso, che riguarda la perenne vocazione della sinistra italiana a farsi del male.

Ora che – grazie a un colpo di genio di Berlusconi – la partita sembra vicina a chiudersi, c’è naturalmente da chiedersi se le previsioni millenaristiche sul futuro dell’Italia con un governo Lega-5Stelle siano verosimili.

Nel programma fin qui reso noto dalle parti, ci sono cose buone e realizzabili, altre magari ottime ma difficili da attuare per i limiti finanziari. In materia di immigrazione, jus soli e sicurezza, le intenzioni paiono conformi a quanto vuole la maggioranza dei cittadini. Una sterzata a destra, ma nulla di rivoluzionario, insomma.

Il vero nodo riguarda la politica estera e le alleanze. La posizione di Salvini, filorussa e antieuropea, è stata più volte proclamata. Di Maio ha invece moltiplicato i segnali rassicuranti, dichiarando di proporsi una politica “ragionevole e razionale”. È possibile un giusto mezzo? È possibile restare pienamente fedeli all’Alleanza Atlantica, ma svolgere un ruolo di non preconcetta ostilità a Putin? Sì, se questo corrispondesse a medio termine con i disegni di Trump. È possibile agire dentro le istituzioni europee per le necessarie riforme senza voltare le spalle all’Unione?

Dal dopoguerra in poi, Alleanza occidentale e integrazione europea hanno costituito le linee direttrici fondamentali della nostra politica estera. Speriamo siano rispettate.

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