Europa e Stati Uniti

Per chi ricorda la lunga storia dei dissensi tra Francia e Stati Uniti, le immagini della visita del Presidente francese a Washington risultano davvero stupefacenti.

L’alleanza tra Francia e Stati Uniti, si sa, è la più antica del mondo, risale ai tempi dell’indipendenza e di La Fayette, si è consolidata in due guerre mondiali. De Gaulle  però le arrecò molti danni, con le ripicche nate ai tempi dell’esilio londinese e culminate con l’uscita dalla struttura militare della NATO. La fronda anti-USA era però proseguita anche con presidenti successivi, da Mitterrand a Chirac. Sarkozy e poi Hollande l’avevano corretta ma non interamente abolita. Macron non aveva risparmiato critiche anche dure a certe decisioni del Presidente americano (è del resto difficile immaginare due persone più distanti tra loro per formazione, intelligenza e idee). Però, con la partecipazione agli attacchi alla Siria, aveva mostrato la volontà di accodarsi all’azione USA, anche per mantenerne la presenza nel Medio Oriente.

Ora, Macron ha scelto di lanciare una vera e propria offensiva di charme e Trump l’ha accolta con la stessa disinvolta capacità di movimento e di sorpresa di cui ha dato prova nei rapporti con Kim- kim Jong-un. Lo spettacolo dei reciproci elogi, strette di mano, abbracci e baci, può persino sembrare un po’ ridicolo agli occhi di un osservatore scettico, ma nella diplomazia internazionale i gesti contano, le parole spesso sono fatti e una buona chimica personale tra leader può facilitare la soluzione di vari problemi (lo sapeva bene Berlusconi). In sé, comunque, un avvicinamento tra Washington e Parigi è una cosa necessaria per il bene generale dell’Occidente. Diviso, esso può essere solo preda delle ambizioni putiniane e peggio. Ma un minimo di intesa è necessario anche per l’Europa che, da un lato, non può ancora prescindere dallo scudo di sicurezza fornito dagli Stati Uniti e dalla NATO, dall’altro, deve proseguire a passi prudenti ma certi il cammino di una maggiore integrazione, e per farlo deve contare almeno sulla non-ostilitá americana.

Macron si è infatti presentato, come è naturale per lui, in veste di portavoce dell’Europa, dei suoi interessi e delle sue posizioni. Esse, oggi, divergono in parte da quelle USA, soprattutto in tema di multilateralismo e libertà commerciale, ma anche nella valutazione dei rinascenti nazionalismi. Su questi punti, Macron è stato lucidamente esplicito, sia nella conferenza stampa congiunta, sia nel discorso al Congresso. Non ha ceduto in nulla alla tentazione di dire cose piacevoli per l’interlocutore del momento. Perciò ha difeso con forza l’Accordo sul clima e quello sul nucleare iraniano. Su quest’ultimo, ha saputo trovare una posizione intelligente, proponendo, non di accantonarlo, ma di andare al di là di esso, con un accordo che comprenda sia i programmi nucleari successivi al 2025, sia il ruolo dell’Iran nel Medio Oriente. È inoltre da pensare che, nei colloqui a due, Macron abbia anche insistito sull’esigenza che gli Stati Uniti non ritirino del tutto la loro presenza, anche militare, in un Medio Oriente che è di specifico interessa francese ed europeo.

In altre parole, Macron non è andato a svendere posizioni sue od europee, ma a cercare di “venderle” a un Trump sempre imprevedibile. Ci è riuscito? Non credo si debbano coltivare illusioni eccessive. Ma comunque è bene che a Washington il punto di vista di un alleato di peso sia, come minimo, ascoltato.

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1 Commento per "Europa e Stati Uniti"

  1. Giovanni Jannuzzi | 29 Aprile 2018 a 17:31:27 | Rispondi

    Un semplice post-scriptum. Francia, Inghilterra e Germania, dopo le visite di Macron e Merkel a Washington, si sono espresse in modo solidale e comune, tanto sui dazi commerciali quanto sull’accordo coll’Iran. Per bocca dei tre leader, l’Europa ha quindi fatto sentire una voce unitaria. Peccato che ad essa non sia stata associata l’Italia, ma come prendere sul serio un Paese senza governo e senza prospettive serie di averne uno? Come reagirà Trump di fronte a una presa di posizione così netta dei maggiori alleati europei. Non credo ci si debba illudere.
    Una nota importante: dicendo l’Europa si difenderà (dai dazi su acciaio e alluminio) non credo che si sia voluto preannunciare una guerra commerciale a base di rappresaglie sui prodotti USA, ma piuttosto prefigurare il ricorso agli organi internazionali, come l’OMC-WTO, che però non credo spaventino più di tanto il Presidente americano.

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