Italia delle Regioni

“Chiediamo stabilità, coordinamento, capacità di programmazione per progettare e investire: l’esperienza del bando periferie può diventare un modello di buona pratica nella realizzazione degli interventi pubblici e nell’utilizzo efficiente della spesa, ma questi finanziamenti devono diventare strutturali, e ci aspettiamo di vedere passi concreti in questo senso già nelle prossime settimane”.

Lo ha affermato il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra, incontrando il 13 dicembre i 120 responsabili dei progetti finanziati attraverso il “bando periferie”, alla presenza del segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Paolo Aquilanti, del vice segretario generale Anci Stefania Dota, del responsabile finanza locale Anci Andrea Ferri e del responsabile Area Studi e ricerche Anci, Paolo Testa.

“L’Anci – ha proseguito Nicotra – si è già impegnata e si impegnerà a dare massima comunicazione sull’avanzamento dei 120 progetti e a monitorare e accompagnare la fase di realizzazione, ma la nostra principale ambizione è quella di creare una comunità unita tra tutte le città che si avviano a cambiare volto grazie alle risorse del bando. Noi che crediamo di essere la casa dei Comuni, vogliamo dare a tutti l’opportunità di scambiare esperienze, risolvere insieme problemi e dubbi, cogliere spunti, condividere idee, riprodurre e copiare quelle che funzionano meglio. Insieme – ha concluso Nicotra rivolgendosi ai responsabili dei progetti – siamo molto più forti.

Non è facile, ma con il nostro e il vostro impegno possiamo arrivarci. Diamoci pochi obiettivi concreti, e proseguiamo su questa strada: saremo una comunità che può imporre dal basso una prospettiva, elaborare una politica di trasformazione urbana e di innovazione amministrativa, mettere in luce le migliori intelligenze e capacità dei Comuni”.

“I comuni – ha detto segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Paolo Aquilanti – hanno mostrato un interesse generalizzato, le procedure sono state rapide e la volontà di collaborare molto forte. Questo progetto, si inserisce in una strategia più complessiva che ha sperimentato la capacità di cooperare tra le istituzioni e che evidenzia l’attenzione del governo nazionale sulla necessità di investire delle aree urbane con una visione di prospettiva che va oltre al rammendo delle periferie”. “Lunedì 18 dicembre – ha aggiunto Aquilani – saranno firmate le convenzioni per i progetti candidati nel primo bando periferie dando il via ad una delle più grandi operazioni di rigenerazione urbana”

“Con questo programma – ha detto Stefania Dota – dopo 25 anni di vuoto, si pone in essere una strategia di integrazione delle politiche urbane con il welfare sociale che rappresenta la definizione di un modello di cooperazione tra le Istituzioni ed all’interno delle stesse  Un modello che rappresenta un vero e proprio incubatore di progettualità”. “I progetti presentati – ha spiegato Dota – per un valore complessivo di quasi 4 miliardi di euro, tendono a individuare le potenzialità dei territori urbani di riferimento, a rafforzare la mixité sociale e a rispettare l’ambiente, mettendo in atto i princìpi del costruire sostenibile e della riduzione di consumo di suolo”.

La mixité va intesa come  concetto urbanistico legato al tema della città contemporanea, che rimanda a una strategia progettuale tipica della fase di passaggio da un modello industriale a uno basato sul terziario e sull’informazione. Tradizionalmente la crescita urbana periferica è sempre stata regolata secondo un principio di sviluppo basato sul concetto di zonizzazione (zoning), vale a dire della segregazione di funzioni diverse in aree urbane diverse; oggi è invece il concetto di rete a creare legami nuovi e trasversali nella crescita spazio-temporale della città.

“Il 10% delle proposte – ha infine evidenziato – è a livello di progetti esecutivi, il 13% di progetti definitivi, il 77% di studi di fattibilità o progetti preliminari. Un dato, quest’ultimo, molto qualificante che è stato voluto da Anci poiché nella nostra idea di costruire un modello procedurale partendo dall’esperienza del bando periferie c’era proprio quello di evitare che si trattasse di progetti privi di una progettualità legata alla rigenerazione urbana e al recupero di welfare sociale, ma una semplice richiesta di finanziamento di opera pubblica già completata e non attuata per mancanza di risorse”.

Il responsabile Area Studi e ricerche Anci, Paolo Testa ha illustrato la ripartizione dei progetti per ambito di intervento, mettendo in luce la diversificazione delle azioni  che si concentrano in via prioritaria sulle aree dismesse, gli spazi pubblici, la mobilità e la casa ma guardano anche al welfare, allo sport, alla sicurezza e alla resilienza.

“I Comuni si stanno attrezzando per l’avvio del Reddito di inclusione sociale e, malgrado ci siano ancora dettagli da risolvere in un incontro con il ministro Poletti già fissato per mercoledì 20 dicembre prossimo ed  entro fine mese completeremo le procedure previste per l’erogazione della misura”. Lo ha sottolineato il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro, parlando al Tg3 del Reddito di inclusione sociale (Rei), che sarà erogato da gennaio.

“Tutte le amministrazioni si stanno organizzando alcune utilizzano la procedura usata già per il Sostegno all’Inclusione Attiva , altre hanno costituito degli uffici dedicati, altre ancora utilizzano le convenzioni con i CAF locali, che mi sembra lo strumento più opportuno per distribuire su tutto il territorio i punti di accesso per i cittadini”, ha detto Decaro.

Sullo sfondo rimangono alcune criticità che saranno al centro dell’incontro al ministero del 20 dicembre. In ogni caso Decaro si dice fiducioso sul buon esito degli ultimi passaggi. E per evitare perdite di tempo ed errori il suo consiglio è chiaro: “I Comuni sono al lavoro. I cittadini si rivolgano all’ufficio relazioni per il pubblico dei municipi, oppure ai CAF nel caso in cui i Comuni abbiano sottoscritto le convenzioni con loro”.

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