Parisi riparte da Milano

Per Stefano Parisi Milano resta al centro del suo nuovo progetto politico. Dopo la candidatura per il centrodestra nel capoluogo lombardo, il breve interim in Forza Italia e la sua immediata cacciata, sempre dalla città meneghina è partito il progetto “Energie per l’Italia” che ha percorso (senza troppe emozioni) tutto lo stivale alla ricerca di un solido elettorato.

Ora, dopo tanto peregrinare, il suo progetto sembra trovare solide basi nel Pirellone di Milano, sede del Consiglio Regionale, dove l’ormai prossimo ex gruppo di Lombardia Popolare sembra destinato a confluire nel movimento dell’ex Manager di Fastweb.

In effetti il gruppo lombardo degli Alfaniani, da sempre legati al mondo di CL e all’ex Presidente Lombardo Roberto Formigoni, hanno deciso di non sposare la linea del Ministro degli Esteri di aggregare Area popolare ad un progetto di centrosinistra ma di rimanere nella storica area di centrodestra. A questo punto, coloro che nel 2013 uscirono da Forza Italia si sono trovati di fronte ad un difficile bivio: o trovare un soggetto pronti ad accoglierli o ritornare con il cappello in mano ad Arcore.

E così, visti i molti tentennamenti, Parisi non ha perso tempo e ha proposto agli esuli lombardi un “partito di salvezza” per rimanere ancorati al centrodestra. Nulla di ufficiale al momento, se non qualche comunicato stampa, ma la trattativa per l’opa sul gruppo ciellino è ad un ottimo stato di avanzamento.

Se dovesse concretizzarsi questo accordo (che avrebbe valenza di carattere nazionale) Parisi si potrebbe ritrovare tra qualche mese con qualche eletto tra Regione Lombardia e Parlamento, entrando di diritto al tavolo della coalizione di centrodestra.

Sicuramente Regione Lombardia potrebbe essere il primo vero trampolino di lancio per il nuovo movimento di ispirazione liberale, anche perché, come prevede la legge elettorale regionale, le liste che siedono in consiglio non necessitano di raccolta delle firme per la presentazione della lista alla prossima tornata elettorale. Un bel vantaggio per un partito di fatto del tutto inesistente.

Dall’altra parte, questo segnerebbe una chiara posizione di Comunione e Liberazione nel panorama politico. Prospettiva persa dopo il crollo dell’impero formigoniano e che aveva di fatto disgregato le varie anime del movimento.

Dal canto suo, Parisi sa però che fare “affari” con CL non è per niente una passeggiata. La loro efficientissima macchina da guerra è un valore aggiunto ma anche un possibile problema, soprattutto al Nord. Lì il loro radicamento potrebbe far perdere prematuramente il controllo a Mr. Chili del pacchetto azionario di maggioranza in breve tempo.

Rischio questo che probabilmente è disposto a correre a fronte di una repentina ascesa politica finora negatagli dalla totale instabilità del centrodestra.  D’altronde, come per tutta la politica nostrana, sarà necessario attendere dopo le elezioni siciliane per avere un po’ di chiarezza tra chi e come si definiranno gli schieramenti.

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