Migrazioni di fine mandato

L’ascesa di Berlusconi nei sondaggi e la speculare caduta libera dei centristi, sta trasformando questa rovente estate in una imponente migrazione di alfaniani e affini verso lidi più sicuri. Il grande dilemma che tormenta molti parlamentari nelle fila di Centro è il rischio di non riottenere il seggio alla Camera o al Senato vista la volontà di tenere la soglia di sbarramento decisamente alta.

Nonostante lo scorso weekend il Ministro degli Esteri Angelino Alfano, radunando i suoi alla Summer School  di Taormina abbia ostentato sicurezza sul superamento della soglia di sbarramento, molti, in primis l’ormai ex Ministro Costa, stanno suonando al campanello di Arcore nella speranza che il “padre” accolga nuovamente i figli che lo abbandonarono nel 2013.

Da parte sua il Cavaliere gongola per la condizione di forza che si sta creando. Da una parte, rimpinguando le fila soprattutto del Senato, sta acquisendo una forza contrattuale nei confronti del PD che gli permette di imporre modifiche alla legge elettorale a favore del centrodestra, dall’altra il fallimento del progetto centrista sta producendo, oltre alla vendetta per il tradimento, anche un incremento considerevole del consenso elettorale, riportando Forza Italia al pari della Lega di Salvini.

Ma se questa migrazione produce ottimi effetti, di fatto Berlusconi per non turbare i suoi deve mantenere un certo distacco e così, ponendo il veto sul reintegro nel partito azzurro, ha dato mandato a Costa di creare una costola centrista di Forza Italia per accogliere gli esuli di fatto, trasformando il partito in una federazione.

Ma a chiedere aiuto all’ex Premier non ci sono solo quelli che fuggono dall’ex delfino berlusconiano, ma anche i ripudiati della Lega. Le braccia aperte nei confronti dell’ex Sindaco di Verona Tosi, che porta in dote ben 3 senatori (oggi al senato ogni singolo voto ha un peso fondamentale), non sono state digerite dall’amico/nemico Matteo Salvini, che Tosi non lo vuole vedere nemmeno stampato in cartolina.

Ma se, come dice il detto, bisogna fare di necessità virtù, con il PD in profonda crisi identitaria e la sinistra che si spacchetta, la necessità è quella di tenere in pugno il Governo su appuntamenti importanti del prossimo autunno al fine di riuscire a strappare le migliori condizioni per una legge elettorale che metta il centrodestra nelle condizioni, se non di vincere, almeno di essere determinante.

L’ex NCD si trova di fatto ad un bivio: cercare di ricostruire un nuovo contenitore di centro, con la speranza di superare la soglia di sbarramento oppure dare il “liberi tutti” sperando che tra destra e sinistra si riescano a ricollocare in qualche partito.

Il rischio vero, per quelli che non potranno tornare in Forza Italia, è che, nonostante abbiano fatto per anni la stampella del centrosinistra, Renzi non gli trovi un posto, condannando alla morte politica quelle pattuglie di centro che da anni sopravvivono saltando sulla barca del vincitore al momento opportuno.

Berlusconi nel frattempo si appresa a ricevere in pellegrinaggio tutti i “migranti” per poi tirare le fila da settembre. Ogni uomo sarà fondamentale per sferrare l’attacco in autunno ma, come spesso ci sta abituando la politica italiana, i colpi di scena sono dietro l’angolo.

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