Canada, la “diplomazia del calzino” di Trudeau

Il Primo Ministro canadese, Justin Trudeau, ultimamente si è fatto notare per i suoi calzini a tema , che veicolano messaggi politici, come per esempio durante il Gay Pride, la fine del Ramadan o al summit della Nato. Ormai scrutati ad ogni sua apparizione pubblica, i calzini del Primo Ministro canadese fanno molto parlare di loro. E per giusta causa, visto che da diverse settimane il capo di Stato nordamericano, che solleva senza indugi il risvolto dei pantaloni concedendosi ai fotografi, ha deciso di farne uno strumento di comunicazione politica.

In una delle ultime apparizioni, i calzini auguravano “Eid Mobarak” per festeggiare la fine del digiuno del Ramadan. Lo slogan stampato su uno sfondo di bandiera arcobaleno gli faceva eco al Gay Pride, celebrato lo stesso giorno della fine del Ramadan e al quale il Primo Ministro aveva assistito a Toronto. Con un effetto “due piccioni con una fava”, il Premier ha voluto omaggiare tanto la comunità musulmana che quella omosessuale, iniziativa di grande effetto ripresa dalla stampa canadese anche se non è stata apprezzata da tutti. Alcuni osservatori hanno in effetti dimostrato un certo scetticismo, accusando Justin Trudeau di eludere la persistente persecuzione nei confronti degli omosessuali in molti Paesi musulmani. Altri, al contrario, vi hanno colto gesto di riavvicinamento tra le comunità e un omaggio reso al multiculturalismo canadese. Il gesto è stato ampiamente commentato anche perché non è la prima volta che Trudeau utilizza questo particolare mezzo di comunicazione.

Ha più volte sfoggiato il modello patriottico rosso con tanto di foglia d’acero, simbolo del Canada, o ancora, un calzino blu “C-3PO” e uno dorato rappresentante “R2-D2”, indossati durante un incontro con il Primo Ministro irlandese, Enda Kenny, che coincideva con la giornata Star Wars. Altra apparizione che non è passata inosservata. Postata sul suo account Twitter, la foto in questione è stata ritwittata migliaia di volte. Lo scorso 25 Maggio, durante il summit Nato a Bruxelles, ha rotto il ghiaccio diplomatico con la Cancelliera tedesca Angela Merkel  mostrandogli un paio di bellissimi calzini floccati con il logo della Nato. La signora Merkel si è così divertita dal postare la foto sul suo account Instagram  ufficiale.

A di là della leggerezza apparente del gesto, alcuni commentatori internazionali vi colgono una “nuova opportunità per gli uomini politici”. Justin Trudeau inaugura così l’era della “diplomazia del calzino” commenta il New York Times, che sottolinea come fino ad oggi “la diplomazia attraverso la moda” fosse appannaggio delle sole mogli di capi di Stato o di donne molto impegnate politicamente, uniche detentrici della capacità di “trasmettere messaggi impliciti” al grande pubblico. Il quotidiano americano ricorda Michèle Obama, che ha sempre avuto l’accortezza di indossare abiti creati dai designer locali in ogni Paese visitato al fianco di Barack Obama, o Hillary Clinton vestita per gran parte della campagna presidenziale con un completo bianco, simbolo di serenità e fiducia che desiderava personificare. Il Guardian, che ha anche lui dedicato un articolo ai calzini del Primo Ministro canadese preferisce ironizzare e sminuire il fenomeno. Titola il quotidiano britannico: “I calzini di Justin Trudeau possono portare la pace nel Mondo?”. “Ancora presto per dirlo”, scrive il giornalista che sembra tanto divertirsi quanto infastidirsi per questa nuova forma di comunicazione politica che sta attirando tanta attenzione, a tal punto che talvolta fa venire il sospetto che sia stata studiata ad arte per occultare  dossier di peso.

In un’era di tanta pesantezza politica, soprattutto in campo internazionale, un po’ di “leggerezza” non può fare che bene. E se poi funzionasse anche?

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