Il nascondiglio (Film, 2007)

Il nascondiglio di Pupi Avati rappresenta un episodico ritorno alle atmosfere inquietanti, sebbene il film non sia un horror soprannaturale, come vorrebbe far credere, ma un thriller nero. La storia è scritta e sceneggiata dal regista con la collaborazione di Francesco Marcucci. Le musiche di Riz Ortolani – come sempre suggestive – conferiscono tensione e pathos alla pellicola. Pasquale Rachini e Cesare Bastelli si occupano di una fotografia a tinte cupe che descrive interni da horror di maniera.

La pellicola è girata, recitata e montata dal vivo per trasmettere una tensione ancora più palpabile, e può dirsi riuscita anche se il pubblico non ha premiato il ritorno di Avati al primo amore. Forse l’uscita estiva non ha giovato alla circolazione e alla sua diffusione, ma è anche vero che il pubblico dell’horror italiano di qualità è sempre più limitato. I ragazzini preferiscono gli horror videogames alla complessità della trama e il pubblico di Avati non paga il biglietto per un horror.

La trama si sviluppa in tempi moderni, all’interno di Snakes Hall, una grande casa isolata della cittadina di Davenport, nello stato dello Iowa, che il 22 dicembre 1957 venne sconvolta da un terribile delitto. La casa resta chiusa per mezzo secolo, fino al giorno in cui una donna di origini italiane (Laura Morante) decide di aprirci un ristorante. La donna è uscita da una clinica psichiatrica dove è stata ricoverata per quindici anni, dopo il suicidio del marito, vuole farsi una nuova vita ma, appena arrivata nella casa, i fantasmi del passato cominciano a tormentarla. La donna comprenderà soltanto alla fine l’enorme tragedia accaduta nel passato, un vero e proprio eccidio compiuto da due giovani amiche che tutti vogliono nascondere.

Avati si allontana dalla pianura padana e dal suo Appennino Tosco-Emiliano, per passare al Midwest americano, dove ambienta un racconto misterioso. Davenport diventa lo scenario di orribili delitti e perversioni, dove una donna dal passato traumatico riscopre antiche paure. Avati riesce ancora una volta a inquietare il pubblico, descrivendo le penose ricerche di un personaggio femminile che si aggira tra le stanze della casa maledetta, tra scale, corridoi, luci soffuse e notturni inquietanti. Laura Morante è bravissima a interpretare una donna allucinata, pervasa da dubbi e fantasmi del passato. Ricordiamo una breve apparizione di Sydney Rome nei panni di una monaca durante l’antefatto che si svolge nella casa nel 1957. Venantino Venantini – altra vecchia gloria del cinema di genere degli anni Settanta – interpreta l’uomo dei telefoni in un breve cammeo.

Avati gira due diversi finali, alla fine propende per quello meno soprannaturale e realizza un thriller intimistico che scava nella psiche della protagonista. Ritorna nel cinema del regista bolognese la location nordamericana di Davenport, nello stato dello Iowa, dove in passato aveva ambientato molti film, primo tra tutti Bix. Un horror di atmosfera, ricco di momenti inquietanti e di improvvisi elementi di tensione, pervaso da tutti i topoi del genere. Il mistero di cosa accadde in quella notte viene svelato soltanto alla fine, con la scoperta di un incredibile nascondiglio dove ancora vivono tutti i fantasmi del passato. Da rivedere.

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Soggetto e Sceneggiatura: Pupi Avati. Fotografia: Pasquale Rachini, Cesare Bastelli. Montaggio: Amedeo Salfa. Produttore: Antonio Avati. Distribuzione: 01 Distribution. Case di Produzione: Duea Film, Rai Cinema. Organizzatore: Antonio Gallo. Coordinamento Finanziario: Diego Raiteri, Marketing Finanziario. Scenografia. Giuliano Pannuti. Costumi: Bettina Bimbi. Casting: Shaila Rubin. Musiche (composte e dirette): Riz Ortolani. Edizione Italiana: Cis srl. Direttori di Produzione: Gianfranco Musiu, Tomaso Pessina. Suono: Piero Parisi. Operatore alla Macchina: Francesco Damiani. Operatore Steadcam: Stefano Salemme. Fotografo di Scena: Anthony Gerald Stringer. Microfonista: Stefano Varini. Negativi: Kodak. Macchine da Presa: Technovision. Sviluppo e Stampa: Cinecittà Studios. Teatri di Posa. Cinecittà Studios. Esterni: Davenport, Rock Island, Bettendorf (Iowa, Usa). Aiuto Regia: Roberto Farina. Assistente Regia: Charlie Owens. Mixage: Franco Coratella. Interpreti: Laura Morante, Rita Tushingham, Burt Young, Treat Williams, Yvonne Broulatour Sciò, Giovanni Lombardo Radice, Angela Pagano, Sydney Rome, Angela Goodwin, Francesco Carnelutti, Venantino Venantini, Marin Jo Finerty, Chiara Tortorella, Roberto Madison, Tom Röttger-Morgan, Robert Dawson, Marina Ninchi.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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