Tempeste in un bicchier d’acqua

Ho talvolta la sgradevole impressione di assistere a uno spettacolo poco serio. Di temi difficili e meritevoli di dibattito e anche di controversia ce ne sono tanti, interni ed esteri, ma da noi le grandi le grandi risse si fanno su parole che sollevano quelle che anche la stampa ritenuta seria definisce ormai regolarmente “bufere”. In realtà, tempeste in un bicchier d’acqua che sono destinate a lasciare il tempo che trovano, ma fanno grossi titoli, permettono ai soliti gigioni da avanspettacolo che disonorano la nostra vita pubblica di esibirsi in virtuose indignazioni e “crucifige”. Vediamo le più recenti.

La prima riguarda Maria Elena Boschi, ex-Ministro delle Riforme e attuale Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. È una bella ragazza, a mio avviso poco preparata al ruolo a cui l’aveva designata Matteo Renzi e colpevole di un tentativo di riforma istituzionale pasticciato e condannato a fallire. Questa è la sua responsabilità, ma si tratta di responsabilità politica. Ma Ferruccio De Bortoli, giornalista e amico che stimo da anni e di cui conosco la probità intellettuale, ha scritto in un suo libro che la Boschi, essendo allora membro del Governo, chiese all’Amministratore Delegato di UniCredit di considerare la possibilità di acquistare Banca Etruria (in grave difficoltà e di cui il padre della Boschi era Vicepresidente). UniCredit esaminò la cosa e non ne fece nulla. Punto. De Bortoli stesso riconosce ampiamente che non ci fu alcuna “pressione”.  E allora? Dove sta il crimine? Dove sta l’immoralità? Che c’è di strano che un membro del governo suggerisca a una grande banca di esaminare la possibilità di effettuare il salvataggio di un ente minore in difficoltà, salvando tra l’altro migliaia di correntisti e risparmiatori?. Ma stiamo scherzando? A mio avviso, l’immoralità sta in quella gente, non tanto nell’opposizione, che fa il suo mestiere anche se nel solito modo sguaiato, ma della sinistra che ora si straccia le vesti, dimenticandosi che intervenire, in modo ben più pesante, in vicende bancarie, lo aveva già fatto D’Alema in varie e provatissime circostanze. La Boschi ha preannunciato querele e altre azioni legali. A me sembra che manchi la materia del contendere. Un’affermazione è perseguibile se diffamatoria. Quella di De Bortoli, fondata o infondata che sia, non lo è. Spero che il Presidente Gentiloni, persona sensata e di grande equilibrio, non tenga alcun conto di questa “bufera” realmente artificiale.

Un’altra bufera, ricordiamolo, riguardò le dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Catania, il quale ritiene che alcune (alcune, non tutte) ONG che operano salvataggi di rifugiati in mare siano complici degli scafisti e altri trafficanti di persone. Personalmente ritengo che un Procuratore della Repubblica, se ha elementi per un’affermazione del genere, debba tradurla in atti giudiziari, non in dichiarazioni alla stampa. Ma queste dichiarazioni sono state riprese da 5Stelle e quindi – apriti cielo! – sono partite cannonate da tutte le parti, a cominciare dall’immancabile Roberto Saviano. Il Procuratore è stato addirittura deferito al Consiglio Superiore della Magistratura. A me, direi a naso, pare che nei sospetti che egli ha lanciato qualcosa di vero può esserci e quindi va accertato. Non si tratta di fare una battaglia ideologica sulle ONG in generale, né sui salvataggi in mare, ma scoprire se questa o quella ONG è collusa coi trafficanti. È troppo chiedere un po’ di serietà e di buon senso in una vicenda così tragica? È troppo chiedere che su una vicenda del genere non si facciano battaglie ideologiche, ma puramente e semplicemente le istituzioni facciano il loro dovere?

L’ultima bufera riguarda Debora Serracchiani, Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia (per favore, smettiamola di dire “Governatrice” o “Governatore”, questa funzione in Italia non esiste). Riferendosi a un stupro commesso da un rifugiato, la signora Serracchiani ha detto una cosa che, dico subito, condivido al 100%: “Lo stupro, come qualsiasi violenza su una donna, è sempre inaccettabile, ma lo è moralmente ancora di più quando a compierlo è un rifugiato, uno che ha chiesto e trovato rifugio nel nostro Paese e dovrebbe rispettarne le leggi e i costumi”. Apriti cielo, anche qui! Si sono scatenati i centri sociali, Roberto Saviano e una parte dello stesso PD, accusando la Presidente del Friuli di tutto: razzismo, discriminazione e altre diavolerie. Ebbene, di fronte a questa ondata di isteria a me pare onesto dire chiaramente una cosa: la Serracchiani ha, non una, ma mille volte, ragione. Ci sono atti che sono comunque spregevoli, ma se questi atti sono commessi da qualcuno a cui abbiamo aperto le braccia e offerto un rifugio dalla fame, dalle persecuzioni, dalla guerra, sì, mille volte sì, la cosa è ancor più inaccettabile. La Presidente del Friuli-Venezia Giulia poteva anche non dire nulla (e magari poteva avere il buon senso di non istituire graduatorie di inaccettabilità per crimini comunque odiosi), ma una cosa è certa: ha dato voce a un sentimento che è comune a milioni di persone, in tutto il Paese.  E la nostra peggiore sinistra ha torto di ignorarlo, inseguendo le sue utopie, sempre più fumose e, alla fine, suicide.

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