Condizioni di vita, il Rapporto ISTAT

Sappiamo che il miglioramento delle condizioni di vita dei suoi cittadini rientra tra le principali politiche dell’Unione Europea. L’articolo 2 del Trattato di Roma, Trattato che istituisce la Comunità Europea, mette al primo posto lo sviluppo armonioso, la competitività e convergenza degli obiettivi, il miglioramento costante del livello di qualità della vita, del livello di protezione: “…unione economica e monetaria e mediante l’attuazione delle politiche e delle azioni comuni (…) uno sviluppo armonioso equilibrato e sostenibile delle attività economiche, (…) di protezione sociale, la parità tra uomini e donne, una crescita sostenibile e non inflazionistica, un alto grado di competitività e di convergenza dei risultati economici, un elevato livello di protezione dell’ambiente il miglioramento della qualità di quest’ultimo, il miglioramento del tenore della qualità della vita, la coesione economica e sociale e la solidarietà tra Stati membri”.

Questo fino al punto da far sorgere una Fondazione specifica allo scopo: “Eurofound” (Fondazione Europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dell’Unione) che svolge attività di ricerca su tematiche d’interesse sociale, sui temi legati all’occupazione, per fornire i dati di ricerca e scientifici ricavati per l’ottimizzazione  e la promozione dello sviluppo delle migliori politiche sociali e sul lavoro, per aiutare e supportare i responsabili politici dei singoli Stati e della UE nella pianificazione ed attuazione delle più idonee condizioni di vita e di lavoro nei Paesi membri.

E’ evidente come la qualità della vita, la qualità della Società abbiano un forte impatto sulle condizioni di vita dei cittadini e sullo stato di benessere psicofisico che ciascuno di noi percepisce e vive in tutte le multiformi e variegate situazioni della vita di ogni giorno, lavorativa e non solo.

A fronte del calo di fiducia nella Società e nelle Istituzioni, provocate dall’insicurezza economica e sociale degli ultimi tempi,  dalla percezione di mancanza di equità, dalla constatazione del continuo verificarsi e della sussistenza che sembra ineliminabile di disuguaglianze sociali (come riporta un’indagine di Eurofound appunto) a cui assistiamo, l’ultimo Rapporto ISTAT, che indaga il livello di soddisfazioni di vita degli italiani, registra per la prima volta dopo 5 anni un miglioramento della percezione che le famiglie esprimono sulle proprie condizioni di vita, della propria percezione di benessere.

Stando a quanto emerge da questo rapporto nel 2016 “gli altamente soddisfatti” sono stati il 41% della popolazione al di sopra dei 14 anni contro il 35% del 2015 e migliora anche la percezione della situazione economica di famiglie e individui, mentre resta stabile quella sulla vita relazionale, salute e tempo libero. La criminalità è il problema più sentito seguito da inquinamento e traffico.

Soddisfazione che è inversamente proporzionale all’età degli intervistati: all’aumentare dell’età il livello di soddisfazione diminuisce. Infatti il 54,1 dei giovani tra i 14 e i 19 anni si dichiarano felici a fronte del 34,4% degli over 75. A questi dati si contrappongono quelli relativi ai giovani adulti (35-44 anni) e i giovani anziani (65 – 74 anni) che si sentono più soddisfatti della fasce d’età immediatamente precedenti.

Dicevamo della condizione economica delle famiglie: nel 2016 è aumentata la percentuale delle famiglie che ritiene la propria condizione economica invariata in ragione di una percentuale del 58,3% o migliorata per un 6,45 punti in più rispetto al 2015. E’ aumentato il numero di coloro che valutano le proprie risorse adeguate: il 58,8% in confronto al 55,7 % del 2015. Ma è la soddisfazioni per le proprie relazioni familiari il dato più positivo di soddisfazione: il 90,1% nel corso dello scorso anno. Così come sono ugualmente soddisfatti delle proprie amicizie: 82,8%, del proprio stato di salute: 81,2%.

La preoccupazione maggiore è per la criminalità che il 38,9% delle famiglie percepisce come il dato più preoccupante, cui si aggiungono le preoccupazioni provenienti dall’inquinamento dell’aria per il 38%, dal traffico per il 37% e il basso livello di fiducia che hanno nel prossimo: il 78% giudica che occorre essere molto attenti, mentre solo il 19,7% è più positivo e predisposto alla fiducia.

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