Italia delle Regioni

I comuni italiani chiedono più poteri ai sindaci in materia di qualità della vita e di Sicurezza Urbana. “I sindaci, presidio che i cittadini riconoscono e al quale si rivolgono in cerca di risposte, vogliono essere attori del cambiamento di questo Paese. Le norme per la sicurezza urbana, proposte dall’Anci e che il ministro dell’Interno Marco Minniti annunciati l’8 febbraio scorso, rafforzano i loro poteri, rivedendo i contorni dell’ordinanza sindacale, e riconoscono ai primi cittadini il ruolo di co-coordinatori della strategia di prevenzione e contrasto”. Queste le   dichiarazioni del presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, a proposito del Piano per la Sicurezza Urbana. “L’alleanza tra governo e amministratori locali, in particolare in questa materia, è fondamentale per ottenere risultati”.

Il piano per la sicurezza urbana, che prenderà forma di decreto legge come l’Anci aveva chiesto, ha visto i sindaci impegnati direttamente. Tre i punti fondamentali che i sindaci si aspettano siano recepiti nelle nuove norme. Il primo: i patti per l’attuazione della sicurezza urbana, sottoscritti tra prefetto e sindaco, individuano gli interventi in materia di prevenzione della criminalità diffusa e predatoria e della promozione del rispetto della legalità e del decoro urbano. Il secondo: l’introduzione di un modello condiviso, tra Comune e prefettura, di governo della materia. Il terzo: l’ampliamento del potere di ordinanza sindacale. In particolare saranno adottabili tre forme di ordinanza sindacale: oltre a quella contingibile e urgente già prevista, il sindaco potrà disporre provvedimenti stabili nel tempo per limitare gli orari dei pubblici esercizi che vendono alcolici, a garanzia delle quiete pubblica, e assumere provvedimenti temporanei in materie diverse per assicurare la manutenzione in casi di grave incuria e offesa al decoro.

“Abbiamo chiesto una modifica del codice della strada, o direttamente nel decreto legge o in sede di conversione parlamentare – continua Decaro – perché per i parcheggiatori abusivi, in caso di reiterazione della violazione in un lasso di tempo di due anni, oltre alla sanzione amministrativa si possa prevedere l’arresto. Le nuove norme conterranno anche misure a tutela della sicurezza di particolari luoghi dall’esercizio della prostituzione, dal consumo di stupefacenti”.

Il sindaco di Catania e presidente del Consiglio nazionale dell’ANCI, Enzo Bianco, è intervenuto alla Camera nel corso del convegno “La riforma dei rifiuti a 20 anni dal dlgs 22/97”.  Il così detto  Decreto Ronchi,  DLgs n. 22 del 5 febbraio 1997 ha disciplinato la gestione dei rifiuti in Italia, da quelli speciali a quelli urbani, stabilendo una serie di obblighi a carico dei vari soggetti, portatori di interessi spesso contrastanti coinvolti.

In particolare Enzo Bianco ha fornito dati confortanti sulla gestione   dei rifiuti: “Anche i Comuni si sono messi in campo per raccogliere la sfida dell’economia circolare di ‘trasformare i rifiuti in energia’: 3.549 amministrazioni hanno già superato l’obiettivo Ue del 50% di avvio a riciclo fissato per il 2020, e tra questi ben il 60% hanno raggiunto il tetto del 65% di raccolta differenziata”.

“La proposta della Commissione europea per una nuova direttiva rifiuti – spiega Bianco – pone ambiziosi target per il riciclo. Siamo di fronte ad una nuova sfida, quella dell’economia circolare, alla quale non vogliamo né possiamo sottrarci. Non solo perché le misure previste dalla revisione normativa potranno creare più di 180.000 posti di lavoro diretti nell’Ue entro il 2030, che verranno ad aggiungersi ai 400.000 che, secondo le stime, risulteranno dall’attuazione della legislazione sui rifiuti in vigore. Questa sfida è fondamentale anche – aggiunge Bianco – per rafforzare l’integrazione tra gestione dei rifiuti e processi industriali di produzione, di distribuzione e di consumo. La normativa sui rifiuti, con il suo sistema di obiettivi e con il rafforzamento degli schemi di responsabilità estesa dei produttori, il più efficace strumento di sviluppo del riciclo messo in campo dall’Unione europea, diventa così strumentale all’attivazione e al potenziamento della green economy. In primo luogo attraverso la creazione di nuove filiere di recupero industriale dei materiali”.

Per colmare definitivamente questo gap e soddisfare appieno gli obiettivi Ue “occorrono politiche diverse dove ognuno faccia la sua parte e quindi, infrastrutturazione a livello regionale, corretta pianificazione e una buona progettazione dei sistemi di raccolta in tempi rapidi. I Comuni tutti – conclude Bianco – sono pronti a continuare a svolgere il proprio ruolo, consapevoli che solo una efficace ed efficiente gestione dei rifiuti urbani consentirà una crescita economica sostenibile”.

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