Milano non può aspettare

La scelta del Sindaco di Milano Beppe Sala di autosospendersi a seguito dell’annuncio di iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta per la realizzazione della “piastra” di Expo, è stata mal digerita da tutti gli schieramenti politici, sia a livello locale che nazionale.

Persino il numero uno dell’ANAC Raffaele Cantone  ha definito “eccessiva” la scelta del primo cittadino meneghino che di fatto, con questa scelta, congela l’attività di un comune che sta affrontando una fase di trasformazione estremamente delicata. Si perché il capoluogo lombardo sta vivendo da qualche anno a questa parte, pur nelle sue mille contraddizioni, una fase di sviluppo economico finanziario e sociale degna dei tempi della Milano da bere anni 80.

Abbiamo già parlato del forte sviluppo delle startup innovative che stanno attirando parecchi investitori da tutto il mondo, grazie anche ai vantaggi fiscali della normativa vigente da diversi studi che portano Milano a competere con le grandi capitali europee.

Ma a mostrare segni di rinascita è certamente il mercato immobiliare che grazie alle importanti opere di riqualificazione, anche grazie ad una buona spinta data dall’Expo, dei quartieri oggi diventati cuore pulsante della finanza italiana, hanno permesso a molti investitori stranieri di tornare a credere nella città dei navigli.

Insomma, Milano oggi svolge un ruolo estremamente importante nel contesto nazionale e non solo. La recente riforma delle Aree metropolitane ha di fatto accentuato il ruolo del capoluogo nei confronti della ex provincia, le cui scelte politiche hanno importanti ricadute su tutto il tessuto urbano dell’hinterland, sia dal punto di vista infrastrutturale che dell’integrazione dei servizi.

E in effetti da ogni parte è giunto il “grido di dolore” sulla scelta, forse affrettata, del primo cittadino. Le opposizioni e tutto il centrodestra hanno chiesto di prendere una decisione netta: o tornare a fare il sindaco o dimettersi. Delegare al proprio vice la gestione di una città così importante, soprattutto dopo aver annunciato investimenti per le periferie per oltre 350 milioni di euro, dopo aver siglato l’importante “Patto per Milano” con l’ex premier Renzi e con il rischio, dopo il cambio di Governo, dello stallo sul progetto Human Technopole.

Tanta carne al fuoco che deve trovare velocemente una soluzione principalmente di indirizzo politico e che vede la maggioranza piddina che guida Palazzo Marino vagare disorientata per l’inaspettata tegola giudiziaria.

Beppe Sala ha promesso che dopo aver fatto le proprie opportune verifiche deciderà se proseguire la sua avventura da sindaco o dimettersi definitivamente. Quest’ultima aprirebbe scenari difficili sia nel centrodestra che nel centrosinistra, e come visto con forti ripercussioni anche sul piano nazionale, senza trascurare che i possibili effetti negativi sullo sviluppo economico che questa incertezza produrrebbe perché getterebbe nel caos una città che oggettivamente non può aspettare i problemi della politica.

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