Fillon, una buona alternativa

La vittoria di François Fillon nelle primarie della destra in Francia è una buona notizia. Perché l’ex-Primo Ministro di Sarkozy ha l’età, la preparazione e il profilo adeguati a ad opporsi  efficacemente alla deriva di estrema destra di Marine Le Pen. Il quinquennio di Hollande è stato assai poco brillante e i socialisti, anche se cambiassero cavallo, difficilmente sarebbero in corsa per la vittoria.  Fillon ha invece grandi possibilità di farcela. È difficile che uno dei candidati vinca al primo turno. Darei per scontato che Fillon arriverà al secondo turno. Contro chi? Se l’avversario è la Le Pen, è possibile che si verifichi quello che accadde nello spareggio tra Chirac e Le Pen (padre): Chirac ottenne anche il voto dei socialisti e vinse con l’85%. Se l’avversario è un socialista, è presumibile che una parte dell’elettorato del FN sceglierà Fillon, pur sempre un uomo di destra.

Il fatto è che la Francia, come altri paesi europei, sta andando chiaramente a destra, sotto la spinta della cattiva economia dei socialisti, degli eccessi dell’immigrazione e dell’insicurezza. Fillon rappresenta una destra presentabile e per questo rappresenta  in queste circostanze l’alternativa migliore. Questo me lo dicono amici francesi che in passato votavano per il centro. Il candidato della destra promette di “ridare alla Francia la sua identità”. Compito difficilissimo, ma qualcuno che non sia neo-fascista lo deve pur tentare.

In politica estera, non è pregiudizialmente ostile alla Russia di Putin (criticò a suo tempo le sanzioni USA ed europee, similmente a Donald Trump). È probabile che, se da qui a marzo prossimo non sarà stata risolta la questione siriana, prenderà le distanze dall’ostracismo contro il regime di Assad (va notato che fortemente aiutato dalla Russia, sta riconquistando militarmente i territori perduti ed è sul punto di riprendere il controllo di Aleppo. Una volta che l’ISIS sarà stato sconfitto sul terreno, sarà difficilissimo prescindere da lui. Su altri aspetti importanti della politica estera, non si sa bene  quale sia il pensiero di Fillon. Essendo stato a fianco di Sarkozy presumo sia filoeuropeo e pronto a collaborare con la Germania (specie se Angela Merkel conquisterà il suo quarto mandato). Ma probabilmente vorrà un’UE meno “burocratica” e invasiva (sarebbe ora!).

Sulla NATO, non dovrebbero esserci grandi novità. Sarkozy e poi Hollande hanno mantenuto una buona collaborazione con gli Stati Uniti, distanziandosi da una lunga tradizione gaullista. Ma come reagirà sulla durevolezza, solidarietà ed efficacia dell’Alleanza (come interagiranno Trump, Fillon – se è eletto – la Merkel, se resta al potere?) è presto per dirlo. Abituiamoci a pensare che, nelle relazioni internazionali quali le abbiamo conosciute dalla caduta del Muro e oggi, molte cose cambieranno.

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