ONU, la battaglia di Guterres contro le divisione interne

“Quali che siano i motivi di divergenza, è più importante rimanere uniti” ed “è ormai ora di combattere per la pace”. Queste le prime affermazioni di Antonio Guterres, nuovo Segretario Generale delle Nazioni Unite.

Il prossimo primo Gennaio, il portoghese Antonio Guterres prenderà il posto del sudcoreano Ban Ki-moon. Il compito più difficile sarà restituire alle  Nazioni Unite quella forza e quel prestigio che sono andati indebolendosi nel corso dei decenni per via delle continue tensioni esistenti tra le grandi potenze e per il moltiplicarsi dei conflitti nel Mondo. L’ex Alto Commissario per i Rifugiati, che ha affrontato a questo titolo la più grave crisi umanitaria dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi, è stato ufficialmente nominato il 13 Ottobre dai 193 Paesi membri dell’ONU per un mandato di cinque anni, dopo aver ricevuto la benedizione unanime dei 15 Paesi membri del Consiglio di Sicurezza. La nomina dell’ex Primo Ministro socialista portoghese, primo ex capo di Governo ad accedere a questa carica, è stato applaudito con molto calore da tutta l’assemblea presente a New York per la votazione. Tutti i “grandi” leader mondiali gli hanno assicurato il loro sostegno, affermando che era “il più adatto” a prendere le redini delle NU e affrontare la guerra in Siria e la crisi dei rifugiati. “Benvenuto a capo della missione più impossibile del pianeta”, ha detto congratulandosi con lui l’Ambasciatrice americana presso le Nazioni Unite, Samantha Power.

Con Antonio Guterres, l’ONU “ha scelto un candidato di cuore ma anche molto razionale”, ha sottolineato la Power, auspicando che l’unità che è prevalsa per la sua nomina “verrà mantenuta”. Antonio Guterres, 67 anni,  un uomo tarchiato che passa tranquillamente dal francese all’inglese, dallo spagnolo al portoghese, ha immediatamente fatto sapere che era “perfettamente cosciente delle sfide” che scaturivano da questo incarico. Ha espresso la volontà di agire come “mediatore” e “onesto intermediario” per “costruire ponti” tra visioni a volte “legittimamente divergenti”. Ha fatto subito appello alle grandi potenze affinché superassero i contrasti sulla Siria, all’avvicinarsi di nuovi incontri a livello internazionale su questo conflitto che ha causato la morte di più di 300.000 persone e spinto milioni di siriani a lasciare il loro Paese. “Quali che siano le divergenze, è più importante rimanere uniti”, ha dichiarato Guterres subito dopo la sua nomina. Segnale di tensione tra grandi potenze, il Consiglio di Sicurezza subisce da mesi continui strappi per via del conflitto siriano. Due testi in concorrenza tra loro che chiedevano la fine delle ostilità, uno proposto dalla Francia e l’altro dalla Russia, sono stati respinti pochi giorni fa.

Antonio Guterres ha anche chiesto di “combattere con determinazione” tanto i “gruppi terroristi e gli estremisti violenti” che “le manifestazioni di populismo e xenofobia”, convinto che si “rinforzino reciprocamente”. Il  futuro Segretario Generale si installerà in un primo momento con la sua squadra di transizione in alcuni uffici provvisori in una sede vicina alle nazioni Unite. Ma le aspettative sono già molto alte sulle potenziali iniziative che prenderà sulle grandi crisi attuali, come le guerre in Siria, Yemen o in Sud Sudan.  Aspettative molto elevate anche per il fatto che il discreto Ban Ki-moon, Segretario Generale da dieci anni, ha spesso dimostrato scarsa capacità nella comunicazione e incapacità nel prendere iniziative forti  di fronte ai grandi conflitti di oggi. “Sono tutti molto educati nel parlare di Ban, ma siamo onesti… tutti sanno che non è stato un Segretario Generale dalla forte personalità, né sul piano della leadership esterna, né nei confronti delle riforme interne”, avrebbe affermato un diplomatico del Consiglio di Sicurezza coperto dall’anonimato. Antonio Guterres è stato nominato in seguito ad una campagna all’insegna di una trasparenza inedita per la carica più prestigiosa della Diplomazia mondiale. Per decenni, la selezione è stata frutto di trattative a porte chiuse tra i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna.

L’ex premier portoghese dovrà anche ridare lustro al blasone delle missioni delle NU per il mantenimento della Pace, molte delle quali si trovano in difficoltà. Soprattutto in Centrafrica, dove i Caschi Blu sono accusati di violenza sessuale sui bambini, o nel Sud del Sudan immerso in un sanguinoso caos. Durante la sua campagna Guterres ha anche perorato la causa per la riforma delle Nazioni Unite. La grande e prestigiosa istituzione internazionale, nata dalle ceneri della Società delle Nazioni per volontà del Presidente americano Roosvelt, ha da sempre avuto i suo detrattori. Ma, come sottolinea l’Ambasciatore Sergio Romano sul Corriere della Sera di qualche giorno fa, posto che l’ONU non potrà mai un governo mondiale e che tra guerra e pace ci sono molte situazioni intermedie, “la scelta di un Segretario Generale che è stato Alto Commissario per i Rifugiati dimostra, soprattutto in questo momento, che l’ONU, se non pretenderemo l’impossibile, continuerà ad essere utile”. Questa probabilmente la via giusta da intraprendere.

©Futuro Europa®

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