Italia delle Regioni

Nel corso della Conferenza delle Regioni del 7 settembre 2016 è stato approvato un documento, consegnato in sede di Conferenza Stato-Regioni relativo all’Intesa sul Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza sanitaria. Nel Documento delle Regioni in merito all’intesa sullo schema di decreto si legge: “La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha espresso soddisfazione per il lavoro condotto, specialmente in questo ultimo anno, con i Ministeri che ha portato ad un provvedimento condiviso fra Stato e Regioni, che nell’ultima stesura ha accolto alcune qualificanti richieste di modifica ed integrazione avanzate dalle Regioni.

Per quanto attiene la sostenibilità economico – finanziaria, nel prendere atto che all’articolo 1 dello schema di intesa viene richiamata l’intesa Stato – Regioni dell’11 febbraio 2016, la Conferenza ha rilevato la necessità che nel testo dell’intesa vengano richiamate le risorse quantificate in € 113.063 milioni di euro per l’anno 2017 e 114.998 milioni di euro per l’anno 2018 e confermate nella prossima Legge di Bilancio per l’anno 2017.

La Conferenza, tenuto conto della complessità del provvedimento, delle innovazioni in esso contenute, anche di natura tecnico-scientifica, considera realistica una graduale entrata in vigore dell’erogazione delle prestazioni di nuova introduzione, come ad esempio l’adroterapia che necessita di una verifica preventiva. Ciò al fine di permettere ai servizi sanitari regionali di organizzarsi per soddisfare in maniera uniforme sul territorio nazionale l’erogazione dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza.

Per quanto attiene il Piano Nazionale della prevenzione vaccinale 2016-2018, con riferimento all’allegato B dell’intesa, si dovrà prevedere, in sede di successiva intesa Stato – Regioni sul Piano, una tempistica nell’attuazione triennale, tenuto conto di quanto attuato quest’anno dalle Regioni. La Commissione Nazionale, le cui attività di valutazione tecnico-scientifica ed aggiornamento sono previste nella suddetta Legge e nella proposta di intesa, dovrà preliminarmente effettuare la cancellazione delle prestazioni obsolete e le precisazioni al fine di mantenere la compatibilità tra le risorse necessarie e le prestazioni da erogare in maniera omogenea sul territorio nazionale.

Con il varo dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in sanità abbiamo alzato l’asticella della tutela della salute in Italia”, lo ha dichiarato il presidente Stefano Bonaccini, al termine della Conferenza delle Regioni. “Le Regioni esprimono all’unanimità l’intesa sul provvedimento di aggiornamento dei LEA, sul decreto e sui relativi allegati. Sono norme attese da molto tempo ed innovative che miglioreranno la qualità dell’assistenza sanitaria ai cittadini. C’è stato un lavoro di preparazione approfondito condotto dallo Stato e dalle Regioni a dimostrazione che è possibile condividere grandi obiettivi comuni. Una impostazione – ha proseguito – che forse dovremmo considerare anche oggi, nel momento in cui con il piano “casa Italia” stiamo riconoscendo la necessità per il Paese di un progetto decennale di prevenzione”.

Tornando ai nuovi LEA Bonaccini ha sottolineato anche la strategicità del provvedimento e conseguentemente la necessità di una sua sostenibilità economico–finanziaria pluriennale. Per questo è importante richiamare nell’intesa le risorse complessive da destinare al servizio sanitario anche nel prossimo biennio: 113.063 milioni di euro per il 2017, 114.998 milioni di euro per l’anno 2018. “Così come è fondamentale che queste cifre – ha aggiunto Bonaccini – trovino una puntuale indicazione nella prossima Legge di Bilancio”.

I Comuni Italiani  associati nell’ANCI esprimono piena disponibilità alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico nel programma “Casa Italia”: “Consentire ai Comuni di scomputare le risorse per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico dai saldi di bilancio; adeguamento antisismico sugli immobili pubblici e privati; risanamento del dissesto idrogeologico locale; sostegno alle strutture tecnico-amministrative dei Comuni;  semplificazioni normative; banche dati sulle caratteristiche degli immobili; finanziamento stabile per la riqualificazione delle periferie”. Sono questi i principali punti di attenzione portati all’attenzione del governo da Anci che, guidata dal presidente Piero Fassino, ha partecipato  la scorsa settimana alla prima riunione del programma “Casa Italia”, avviato dal governo in seguito al sisma che il 24 agosto scorso ha colpito il Centro Italia.

Nel corso dell’incontro – svoltosi a Palazzo Chigi alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e del rettore del Politecnico di Milano Giovanni Azzone – Fassino ha quindi illustrato quali, secondo i sindaci, devono essere le azioni principali da mettere in campo. “Chiediamo di poter assumere il personale necessario – ha spiegato Fassino – con le deroghe ai blocchi delle assunzioni. Abbiamo poi proposto una semplificazione delle procedure amministrative per la messa in sicurezza degli edifici, che spesso sono burocraticamente lunghe e farraginose, e questo cozza con la necessità di fare in modo che interventi siano tempestivi. Infine abbiamo posto il tema di una banca dati aggiornata di carattere nazionale sugli interventi fatti e che via via si attiveranno, per un lavoro di monitoraggio, l’Anci è disposta insieme a governo e Regioni alla sua realizzazione”.

Il presidente Anci ha poi riferito di “condividere l’approccio del governo che punta a rendere organici gli interventi di qualificazione, modernizzazione e sistemazione dell’assetto del territorio. In questi anni il governo ha varato progetti per la riqualificazione, come quello sulla scuola e sulle periferie, oggi però con Casa Italia si fa un salto di qualità per la qualità dell’assetto edilizio del nostro Paese”.

Tornando al programma Casa Italia, l’Anci ha rimarcato al governo la necessità di elaborare  un programma specifico di ricostruzione che deve partire da una verifica seria e puntuale delle esperienze passate, a partire da quella de L’Aquila, con l’obiettivo di definire quelle correzioni di metodo che consentano di varare e realizzare un piano che dia risultati importanti. Inoltre alla definizione di strumenti di ricognizione e macro-programmazione per il riconoscimento delle priorità bisognerebbe prevedere strumenti di aggregazione e omogeneizzazione degli interventi, da concepire per ambiti territoriali, al cui interno definire priorità su scala locale. Nel corso della riunione, infine, il presidente Fassino ha dato la piena disponibilità di Anci a candidarsi come guida dei processi attuativi del programma ‘Casa Italia’, in linea con la “mission” principale dell’Associazione che è di assistenza e supporto tecnico-operativo per i Comuni italiani.

©Futuro Europa®

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