Il nuovo Italicum anti Grillo

La politica è ormai da qualche anno che ad agosto non va in vacanza. Nonostante la lunga pausa dei lavori parlamentari, Palazzo Chigi e le segreterie dei partiti continueranno a lavorare perché a novembre (anche se non è ancora chiaro quando) si voterà per il referendum costituzionale, che deciderà molto dei futuri equilibri tra maggioranze e opposizioni e all’interno dei partiti stessi.

Ma oggi il tema al centro del dibattito politico è la Legge Elettorale. L’Italicum, da poco ufficialmente entrato in vigore, rischia di trasformarsi in un pericoloso boomerang che potrebbe colpire oltre che il centrodestra, soprattutto il PD di Renzi. Lo spauracchio maggiore si chiama Movimento 5 Stelle. Oggi per come la legge è stata pensata, consentirebbe alla coalizione vincente di ottenere una grande maggioranza all’interno della Camera. Questo di per sé potrebbe anche essere considerato come uno strumento per la governabilità ma le preoccupazioni dei partiti tradizionali risiedono tutte nel turno di ballottaggio.

In questa fase e stando ai sondaggi odierni, a contendersi il governo del paese sarebbero il PD e i 5 Stelle lasciando fuori dai giochi il centrodestra. L’ultima scottatura di Torino, ha fatto riflettere il Premier sul grande rischio di trovarsi al confronto con Grillo, soprattutto se dovesse vincere il No al referendum. Questa opzione, oltre a causare un terremoto politico, produrrebbe necessariamente la corsa alla modifica della legge elettorale per calibrarla sul Senato che verrebbe salvato dall’estinzione.

Insomma, una serie di eventi concatenati che spaventano un po’ tutti ed è per questo che, oltre che nel centrodestra, anche nella minoranza PD sembra essersi composto un coro unanime per la modifica del testo. L’ipotesi Grillo al governo spaventa troppo centrodestra e centrosinistra perché, svanita ormai la speranza che i grillini fossero una meteora politica, la tripolarizzazione sta lentamente ed inesorabilmente  portando a riesumare una sorta di Nazareno per la legge elettorale, estromettendo il Movimento 5 Stelle con la speranza di realizzare un testo che possa andare bene a Renzi e Berlusconi.

Ora il fronte comune antigrillo potrebbe davvero compattarsi e, sottotraccia, realizzare una legge che sia sostanzialmente condivisa. Resta da vedere se Renzi ha  voluto chiedere una contropartita, ossia una campagna molto blanda sul referendum o come forse più realisticamente, la contrapposizione a Grillo sarà una partita differente da giocare in ogni caso assieme.

In tutta questa strategia c’è da capire come lo stesso leader del Movimento reagirà a questa “coalizione” anomala che ha lo scopo di ridimensionarlo a suon di armi legislative. Fino ad ora molti strumenti sembrano stati vani e c’è da aspettarsi che Grillo attenda semplicemente che destra e sinistra si “sparino” a vicenda per uscirne come vincitore.

©Futuro Europa®

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