Legge di stabilità alla prova del Parlamento

La Legge di stabilità inizia il suo iter parlamentare dal Senato. Anzi, una vera e propria corsa ad ostacoli con il pressing di forze politiche e parti sociali che invocano numerosi cambiamenti per una manovra che vale 11,6 miliardi di euro. Punti di vista diversi, anche all’interno della stessa maggioranza. Secondo il premier, Enrico Letta, “per la prima volta da anni non si aumentano le tasse”, ma proprio su questo tema si concentrano le proteste del PdL. Senza contare i sindacati, già sul piede di guerra, che proclamano uno sciopero nazionale.

Nei giorni scorsi aveva fatto sentire la sua voce anche il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi: “La manovra è del tutto simbolica, quindi inefficace”. Le questioni più spinose, che scateneranno lo scontro tra i banchi delle Camere, riguardano il cuneo fiscale, le tasse sulla casa e le pensioni. Il ministero dell’Economia ha già precisato che i 3,7 miliardi previsti come gettito dalla nuova Tasi sono meno rispetto ai circa 4,7 miliardi garantiti dalla somma della vecchia Imu e della Tares (tassa sui servizi indivisibili). I conti della Ragioneria generale, però, dicono tutt’altro e il rischio che la nuova imposta possa pesare più della vecchia Imu è reale.

Sul versante cuneo fiscale bisogna fare i conti con un miliardo e 560 milioni: il governo non aumenterà le detrazioni per i lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 55mila euro annui lordi. Di conseguenza il beneficio, seppur minimo, spetta al reddito pilota di 15mila euro annui lordi a cui resteranno 182 euro in più all’anno, qualcosa come 15,2 euro al mese. Tutti gli altri prenderanno di meno. “Con 850 miliardi di spesa pubblica, un taglio del 2-3-4 per cento avrebbe liberato risorse enormi”, ha detto Giorgio Squinzi. “Noi chiedevamo 10 miliardi per il cuneo fiscale”.

Il capitolo pensioni vede l’indicizzazione per gli assegni fino a 3mila euro, ma si conferma l’introduzione del prelievo di solidarietà per le pensioni oltre i 150mila euro lordi annui. Quelle fino a 1486 euro saranno rivalutate in base all’inflazione al 100 per cento e via via diminuendo con il crescere dell’importo. Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd, parla di “punto irrinunciabile dell’iter parlamentare da tenere in considerazione, con l’indicizzazione delle pensioni fino a sei volte il minimo”. Con una considerazione finale anche sugli esodati: “Non va bene che siano solo seimila quelli messi in sicurezza, l’impegno deve riguardare tutti”.

Insomma, gli argomenti per il confronto politico di certo non mancano.

©Futuro Europa®

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