Il canto della terra

Madrid – Eva Lootz, artista austriaca che vive in Spagna da quasi cinquant’anni, ha allestito la sua ultima esposizione alla Tabacalera, il noto spazio culturale e di promozione d’arte ricavato nell’ex fabbrica di tabacco al quartiere Lavapies della capitale spagnola.

Settantasei anni, Lootz è un’artista con incursioni nella filosofa, musicologia e cinematografia. La canción de la tierra è il titolo di questa sua nuova mostra fino al 19 giugno, composta per la maggior parte da fotografie, opere moderne e riproduzioni di paesaggi naturali. L’esposizione è un insieme di tre produzioni artistiche nelle quali “parla” a noi spettatori della “terra”. I tre percorsi rappresentano insieme un unico viaggio introspettivo dell’artista, una sorta di riflessione sui grandi cambiamenti naturali verificatisi nel corso dei secoli. Lootz descrive quello che è lo stato attuale della natura, mostrando sia la parte naturale, quindi al suo stato puro, che quello di “contaminazione” a causa delle grandi costruzioni umane.

Nella prima area è stato collocato un reportage fotografico del 2014, composto da una serie di fotografie in cui si mostra, a confronto, il processo di cambiamento da uno stato selvaggio e delicato ad uno sommerso dalle costruzioni della modernità. La prima foto, emblematica, di questa serie ritrae un lago di origine vulcanica, sulla cui scogliera si può vedere un pneumatico d’automobile, immersa tra la sabbia e abbandonato a sé stesso. E’ la rappresentazione della non curanza umana nei confronti della natura. L’artista insiste quindi sulla forte differenza tra il paesaggio naturale e quello contaminato dalle “invenzioni” umane.

Eva Lootz

Eva Lootz

I pneumatici sono oggetti ricorrenti nelle sue fotografie, intesi come marchio identificativo – ed insieme significativo – dell’intervento umano. Li utilizza come elemento di contrasto per dare una concreta rappresentazione di un prodotto artificiale, qualcosa di difficilmente disintegrabile e nient’affatto organico; a contrasto, appunto, con il prodotto naturale come la “terra” che invece origine di vita.

Accompagna l’esposizione la musica di Gustav Mahler, il compositore austriaco dell’ottocento che ha fortemente ispirato queste tre esposizioni di Lootz e la cui musica l’ha sempre accompagnata sin dai primi anni della sua carriera artistica.

Lootz “parla” del sale e della sua importanza, a disposizione dell’uomo perché estraibile dal mare e quindi presente in tutte le zone marittime. La straordinaria importanza del sale nasce dal fatto che è il primo mezzo usato dagli esseri umani per conservare gli alimenti, prodotto naturale della terra. Spiega anche la stretta connessione tra la parola “salario” e “sale” e di come il termine salario derivi proprio dal sale perché primo elemento di scambio.

L’opera moderna più sorprendente presente all’interno dell’esposizione è collocata in una grande stanza buia con in fondo l’immagine ripetuta di una cascata che scorre senza fermarsi, accompagnata dal suono naturale dell’acqua che scorre. La sensazione è esattamente quella di trovarsi improvvisamente, quasi come in un sogno, in un grande spazio naturale. L’intuizione dell’artista è quella che la natura umana viene dopo la naturale creazione della terra e noi non siamo altro che una delle tante specie viventi arrivate molto tempo dopo e che come tutte le altre si deve adattare alla natura, con mezzi però “artificiali”.

Il forte e concreto messaggio di Eva Lootz è sostanzialmente la preoccupazione per l’attuale stato ambientale della Terra, che forse non ha più possibilità di tornare alla sua naturale condizione originaria, se non attraverso un altro ciclo di ere o forse un altro Big Bang.

©Futuro Europa®

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