Questione di genere

L’essere umano, nella sua evoluzione, ha creato molte sovrastrutture. Alcune nate per proteggere la razza da agenti esterni, altre da sé stesso. Parlo del genere: femminile e maschile sono da sempre gli opposti che si attraggono, il complemento l’uno dell’altro, la declinazione di tutto, del dire fare baciare lettera e testamento.

Va riconosciuto che spesso, spessissimo, il genere femminile è nella lista dei perdenti. Il nostro mondo occidentale è molto connotato al maschile; basta guardare chi ricopre le cariche più importanti. Le donne, quando assurgono ai vertici, quasi sempre sono “relegate” al ruolo di presidenza, carica non proprio decisionale ma spesso solo onorifica. Quante donne Presidenti di banca conoscete? Quante Direttore di giornale? Quante Rettore universitarie? La domanda ha risposta laconica: molto, molto poche, quasi assenti. Nel sistema italiano la donna è sempre stata la madre, la donna di famiglia.

Figure particolari per il loro tempo (mi viene in mente Luisa Spagnoli) hanno meritato anche una fiction. Perché erano una rarità. Oppure la prima laureata, o la prima astronauta e via dicendo. Voi sapete che esiste a tal proposito l’istituto europeo per l’uguaglianza di genere EIGE? È un organismo autonomo dell’Unione Europea nato per sostenere e rafforzare la promozione dell’uguaglianza di genere. Si adopera anche nel promuovere la lotta contro le discriminazioni basate sul sesso e sensibilizzare tutti i cittadini UE in materia.

Si scontra, questo ente, con un evidente deficit comprovato per quanto riguarda la partecipazione delle donne alle politiche UE. Loro stessi, i dirigenti dell’ente hanno evidenziato che l’Unione Europea è solo a metà della strada che conduce ad una società in cui sia realizzata la parità di genere.

L’istituto è gestito da un Consiglio di amministrazione composto da 18 rappresentanti degli Stati membri e un rappresentante della commissione europea. Uno dei compiti è quello di assistere le presidenza del Consiglio dell’UE nell’esaminare e sviluppare gli indicatori stabiliti nel quadro della piattaforma di azione di Pechino; che sarebbe poi lo sviluppo dell’impegno assunto proprio dall’unione nel 1995 nell’ambito delle Nazioni Unite.

Il lavoro è ancora tanto; mi viene in mente la difficoltà nel compilare liste elettorali equilibrate;  ma tutto serve. Anche se poi non è certo il genere a fare la differenza ma la persona. Perché la parola “carogna” o “incapace” è l’esempio sovrano delle pari opportunità, si adatta al femminile come al maschile in modo perfetto.

©Futuro Europa®

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