Vedo nudo (Film, 1969)

Vedo nudo di Dino Risi è un antesignano della commedia sexy con protagonista-mattatore uno straordinario Nino Manfredi, impegnato a dar vita a sette personaggi memorabili che caratterizzano altrettante tipologie di homo eroticus. Sette episodi non molto uniformi ma tutti mediamente sufficienti, sia dal punto di vista della comicità che delle struttura narrativa.

La diva (Manfredi-Koscyna) racconta di un’attrice che accompagna in ospedale un ferito, sconvolgendo la tranquillità del luogo al punto che il medico lascia morire il paziente perché ha occhi soltanto per lei. Processo a porte chiuse (Manfredi – Montagnani) vede una lite giudiziaria tra la padrona di una gallina provocatrice e un bifolco seduttore di animali che alla fine paga il danno ma si tiene il pennuto. Ornella (Manfredi, Maria Salerno) racconta con delicatezza una storia di omosessualità repressa e il tenero incontro tra due uomini che si scrivono da tempo, anche se nelle lettere il primo si finge una donna. Il guardone (Manfredi) è brevissimo e senza parole, giocato sugli sguardi di un miope che spia dalla finestra del suo appartamento una presunta donna nuda fino a quando non scopre che sta guardando se stesso riflesso in uno specchio. L’ultima vergine (Manfredi, Vendell) narra la paura di una ragazzina per un killer a piede libero e il suo primo rapporto sessuale con un tecnico dei telefoni creduto il sadico assassino. Motrice mia! Racconta la storia di un marito che trascura la moglie tedesca per un insano rapporto con i treni che ama sentir passare sopra il suo corpo, sdraiandosi sui binari.

L’episodio Vedo nudo (Manfredi, D’Orsi, Giordano, Prando, Karlsen) dà il titolo al film e racconta le vicissitudini psichiatriche di un pubblicitario ossessionato dai nudi femminili. Crede d’essere guarito dopo un periodo in clinica, ma il suo difetto è persino peggiorato, ché alla fine vede solo uomini nudi. Dino Risi stigmatizza il nudo sempre più presente nella nostra società, presenta tre belle attrici come Sylva Koscina (nella parte di sé stessa, come ne Il vigile – 1960 – di Luigi Zampa), Veronique Vendell (ragazzina timorosa che finisce a letto con un presunto killer) e Daniela Giordano (squillo di lusso che mette a nudo i problemi erotici del pubblicitario).

Il film è cucito su misura per le capacità istrioniche di un Manfredi in gran forma, capace di caratterizzare un medico vanesio come un bifolco ciociaro, ma anche un elettricista ignorante, un guardone miope, un feticista e un pubblicitario sessuomane. Il resto del cast è di puro contorno, persino Umberto D’Orsi, che ricordiamo per un brillante dialogo con Manfredi. Enrico Maria Salerno è bravissimo nel segmento più riuscito (Ornella) a tratteggiare la figura di un uomo solo, in cerca d’affetto, che finisce per accontentarsi della relazione con un uomo. Ricordiamo una breve apparizione di Jimmy il Fenomeno come malato tremante in ospedale. Daniela Giordano se la cava bene ma è sottoutilizzata, la vediamo per pochi minuti nell’episodio Vedo nudo, indossa un cappotto rosso fiamma e un elegante cappello nero, finisce a letto con Manfredi (ma non si vede niente) e concede un fugace seno nudo e un’esibizione in slip neri, molto casta.

Il film è ben sceneggiato da Maccari e Fiastri, che si avvalgono di Risi, Zapponi e Carpi come soggettisti, soprattutto gode di grande tensione narrativa che nel segmento L’ultima vergine lo rende simile a un thriller. Risi gira da par suo, usa lo zoom e il primissimo piano, introducendo molti topoi che saranno la base della futura commedia sexy. Musica di Trovajoli non all’altezza delle sue opere migliori, ma soddisfacente. Girato in una Roma solare, ben fotografata in technicolor da D’Eva e Menczer, anche se molte parti sono di stampo teatrale, girate in interni. Un episodio girato a Spoleto.

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Regia: Dino Risi. Soggetto: Dino Risi, Bernardino Zapponi, Ruggero Maccari, Fabio Carpi. Sceneggiatura: Ruggero Maccari, Jaja Fiastri (collaboratrice). Fotografia: Sandro D’Eva, Erico Menczer. Colore: Technicolor – Techniscope. Scenografia. Luciano Ricceri. Montaggio: Alberto Gallitti. Aiuto Regista: Renato Rizzuto. Assistente alla Regia: Adriano Incrocci. Costumi: Ezio Altieri. Operatore alla Macchina: Giovanni Ciarlo. Fonici: Vittorio Massi, Ludovico Scardella. Musica: Armando Trovajoli. Edizioni Musicali: General Music (Roma). Canzoni: Crazy (canta Wess and The Airedales), Let’s find out (Mac Donald – Trovajoli – Pes, canta Isabel Bond), Blue like a dream (canta The Needles). Mixage: Mario Morigi. Direttore di Produzione: Antonio Mazza. Produttori: Pio Angeletti, Adriano De Micheli. Casa di Produzione: Dean Film, Juppiter Generale Cinematografica. Teatri di Posa: Safa Palatino (Roma). Registrazioni Sonore: Cinefonico Palatino. Interpreti: Nino Manfredi, Sylva Koscina, Veronique Vendell, Umberto D’Orsi, Daniela Giordano, Enrico Maria Salerno, Nerina Montagnani, Bruno Boschetti, Marcello Prando, Guido Spadea. Titoli Episodi: La diva, Udienza a porte chiuse, Ornella, Il guardone, L’ultima vergine, Motrice mia!, Vedo nudo.

©Futuro Europa®

 [NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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