I cinquant’anni di Vinitaly

Si è svolta la scorsa settimana una delle maggiori manifestazioni internazionali dedicate al mondo dei vini, vale a dire Vinitaly, che ha compiuto i 50 anni di vita. Tra eventi e degustazioni si sono succeduti diversi convegni e merita particolare attenzione il primo “European Forum of wine producing countries”, organizzato dal Mipaaf.

Il Forum, presieduto dal Ministro Maurizio Martina ha visto la partecipazione di Ministri e delegati da Francia, Portogallo, Spagna, Slovenia, Ungheria insieme a Paolo De Castro in rappresentanza del Parlamento europeo. L’Italia ha voluto focalizzare l’incontro su tre grandi aree tematiche: miglioramento della Ocm vino, mantenimento della legislazione sulle denominazioni d’origine e gestione del sistema delle autorizzazioni ai nuovi impianti. Sul fronte del vino si è discusso della necessità di innovare l’Ocm vino, ossia la regolamentazione unica dell’UE per il settore vitivinicolo, con elementi che favoriscano ancora di più le esigenze delle imprese, tenendo sempre conto dell’equilibrio tra domanda e offerta.

È stato ribadito che, soprattutto per l’Italia, è fondamentale mantenere la legislazione vitivinicola attuale sulle denominazioni d’origine e sull’etichettatura, senza toccare un sistema che ha tutelato i vitigni autoctoni e garantito la crescita dei vini di qualità europei nel mondo. Sul sistema di autorizzazione dei vigneti ci si è confrontati sulla possibilità di valutare aumenti delle quote nazionali che siano bene legati alle necessità territoriali e di mercato, con una maggiore flessibilità su alcune scelte a partire dai criteri di ammissibilità.

Al Forum è stato rappresentato circa l’80% dei produttori europei e l’Italia ha voluto giocare un ruolo da leadership; la realizzazione di questo convegno rappresenta una circostanza importante che guarda ai prossimi 50 anni di questo settore incentrato su tre parole chiave: semplificazione, competitività e qualità. In questo mezzo secolo la quantità di vino Made in Italy venduto all’estero è aumentata di quasi otto volte in quantità. Nel 1966 la quantità esportata ammontava a 257 milioni di litri, mentre oggi le vendite sono balzate a 2 miliardi di litri (+687%), con il risultato che nel mondo una bottiglia esportata su 5 è fatta in Italia.

Ma esattamente cinquant’anni fa nasceva anche la prima Doc, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del riconoscimento della Denominazione di origine controllata per la Vernaccia di San Gimignano, alla quale sono poi seguite le altre. L’incidenza delle prime Doc sulla produzione complessiva nell’anno successivo era di appena il 2%. Oggi si è arrivati al 32% del totale, con una bottiglia prodotta su tre che è a denominazione di origine, tanto che l’Italia ha conquistato il primato in Europa per numero di vini con indicazione geografica (73 Docg, 332 Doc e 118 Igt).

I numeri del vino italiano sono entusiasmanti: 14 miliardi di euro è il valore complessivo del sistema vitivinicolo italiano nel 2015 e con 48,9 milioni di ettolitri l’Italia diventa il primo produttore mondiale nel 2015: 5,4 milioni di euro è il valore dell’export nel 2015, +23% sono le bottiglie acquistate sul web tra il 2011 e 2014 e in Italia i vitigni coltivati sono oltre 500.

Vinitaly anche quest’anno ha portato in scena il trionfo di un settore agroalimentare italiano che crea economia ed occupazione e non conosce crisi.

©Futuro Europa®

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