Unione dell’Energia, a che punto siamo

Lo stato dell’Unione dell’Energia è stato presentato a Bruxelles lo scorso 18 novembre, la base è il quadro strategico per l’Unione dell’energia (IP/15/4497) ed in questa occasione si è fatto il punto sull’avanzamento del programma previsto dal Pacchetto sull’Unione dell’Energia, adottato il 25 febbraio 2015. Il progetto si muove su cinque direttrici base: sicurezza energetica, de-carbonizzazione, integrazione del mercato, efficienza energetica, ricerca. Il rapporto della UE invita gli stati membri a creare un mercato unico dell’energia che rientri negli ambiti di sostenibilità ambientale e che sia competitiva ed a beneficio dei cittadini europei. Ricordiamo che il target dell’Unione punta ad una riduzione del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, a raggiungere una quota del 27% di energia rinnovabile e a migliorare del 27% l’efficienza energetica; target che richiederanno prima di tutto un forte impegno dei Stati membri.

L’economia dell’Unione europea si conferma la più efficiente a livello mondiale dal punto di vista delle emissioni di carbonio e l’unico attore a livello globale che produce più della metà del suo fabbisogno di energia elettrica tramite l’uso delle rinnovabili. Tra il 1990 e il 2014, la produzione interna è cresciuta del 46% a fronte di una riduzione del 20% delle emissioni di gas serra, che consentirà all’UE di superare di quattro punti percentuale l’obiettivo stabilito per il 2020 (24%), il tutto in un contesto che ha visto crescere il PIL della UE del 46% negli ultimi 25 anni. Restano da segnalare i ritardi di alcuni paesi sul fronte delle rinnovabili ed i problemi di interconnessione della rete elettrica afferenti il nostro paese.

Per il 2016 la Commissione vuole concentrarsi sulla sicurezza degli approvvigionamenti, sull’edilizia ed i trasporti, in particolare a seguito dello scandalo Volkswagen, si andrà verso un rafforzamento della normativa sulle emissioni di NOx dei motori diesel e delle procedure di approvazione, così come l’istituzione di un sistema di sorveglianza del mercato che rafforzi l’indipendenza dei test sulle auto.  Da sottolineare che per raggiungere il target di emissioni previsto per il 2030 verranno stanziati 180 miliardi di fondi UE e verrà rivisto il sistema di scambio delle quote di emissione.

Al documento è stato allegata la lista di Progetti di Interesse Comune (Projects of Common Interest, PCIs), dove sono elencati i progetti infrastrutturali europei necessari a conseguire gli obiettivi di politica energetica. Questo anche alla luce del fatto che solo un terzo dei paesi membri ha una strategia energetica che vada oltre il 2020. Sul fronte degli approvvigionamenti se si ribadisce la strategicità dell’Ucraina come paese di transito, si prende nota dei piani di operatori commerciali per la costruzione di altri gasdotti tra la Russia e la Germania attraverso il Mar Baltico, North Stream 3 e 4,  ma anche delle potenzialità del Mediterraneo orientale a seguito delle recenti scoperte di giacimenti di gas e rilancia il lavoro sul Corridoio Sud.

Restano insufficienti i risultati conseguiti sul fronte della creazione di un mercato integrato dell’energia, malgrado il completamento di vari progetti infrastrutturali cofinanziati dall’Unione per la trasmissione dell’elettricità e del gas in aree isolate come i Paesi Baltici, alcuni Paesi est europei e Malta.

Maroš Šefčovič, il Vicepresidente responsabile dell’Unione dell’energia, ha dichiarato: “A nove mesi dall’avvio, possiamo affermare con sicurezza che siamo sulla buona strada per realizzare l’Unione dell’energia. I miei messaggi per il 2016 sono chiari. In primo luogo, l’UE dovrebbe continuare a guidare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. In secondo luogo, tale transizione dovrebbe essere socialmente equa e incentrata sui consumatori. E in terzo luogo, le sfide geopolitiche che abbiamo affrontato quest’anno resteranno d’attualità. Il 2016 sarà anche l’anno in cui si getteranno le basi di un solido sistema di governance che garantirà la prevedibilità e la trasparenza di cui gli investitori hanno bisogno. In sintesi: il 2016 sarà un anno di realizzazioni!”.

Miguel Arias Cañete, Commissario per l’Azione per il clima e l’energia, ha aggiunto: “L’Unione dell’energia sta prendendo forma. Sono stati compiuti molti progressi in questi ultimi mesi, ma occorre ora passare all’attuazione vera e propria di tutte le azioni necessarie. Nel 2016 ci concentreremo in particolare sulle proposte legislative volte a migliorare il funzionamento del mercato dell’elettricità, aumentare ulteriormente la quota di energie rinnovabili, ridurre il nostro consumo energetico e garantire la sicurezza del nostro approvvigionamento di gas. In questo modo il sistema energetico dell’UE sarà più forte e saranno garantite tutte le condizioni per la transizione dell’UE verso un sistema energetico a basse emissioni di carbonio. Nel momento in cui l’attenzione di tutti è rivolta ai negoziati di Parigi, rinnoviamo il nostro impegno a favore di un ruolo guida dell’Europa e delle attività internazionali per lottare contro i cambiamenti climatici”.

©Futuro Europa®

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