Omicidio stradale, su e giù tra Camera e Senato

La legge sull’omicidio stradale deve ancora aspettare. Il governo è stato battuto alla Camera su un emendamento di Forza Italia alla proposta di legge sull’introduzione dell’omicidio stradale. L’emendamento, proposto da Francesco Paolo Sisto e approvato con scrutinio segreto a Montecitorio, 247 sì e 219 no, esclude l’arresto per chi si ferma a soccorrere. Adesso il provvedimento deve tornare al Senato che, se lo votasse così com’è, potrebbe farlo licenziare nuovamente dalla Camera in circa un mese.

L’emendamento di Sisto prevede che “il conducente che si fermi e occorrendo presti assistenza a coloro che hanno subito danno alla persona, mettendosi direttamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria, quando dall’incidente derivi il delitto di lesioni personali colpose, non è soggetto all’arresto stabilito per il caso di flagranza di reato”. Ettore Rosato, del Pd, aveva chiesto all’Aula di respingere l’emendamento forzista affinché il testo potesse avere immediatamente il via libera. E invece torna a Palazzo Madama per poi ritornare, ancora, alla Camera. In attesa delle riforme costituzionali, l’iter di una legge resta ancora così macchinoso e lungo.

“Ha vinto il diritto”, ha commentato il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta. “Ora si apre un problema politico sulla maggioranza, andata sotto a voto segreto. Un problema politico che non può essere ignorato”. Di altro avviso, ovviamente, il capogruppo Dem alla Camera, Ettore Rosato che non ritiene si sia trattato “di un voto politico ma un no ad un aspetto tecnico di una legge”, ha dichiarato dopo lo scrutinio. Per poi aggiungere: “Non c’è nessun legame con il voto sulle riforme al Senato, nessuna logica correntizia, ma solo una contrarietà che si è tradotta nel voto sull’emendamento”.

Il ddl prevede 27 anni di reclusione come pena massima per chi guidando in stato di ebbrezza (con grado alcolemico superiore a 1,5) o sotto l’effetto di droghe uccide più di una persona e si dà anche alla fuga. Nel caso di una sola vittima, il colpevole rischia da 8 a 12 anni di carcere, che diventano 18 se fugge dalla scena dell’omicidio. Il ddl prevede anche la revoca – da 15 a 30 anni – della patente dopo la condanna definitiva. Prima della condanna, invece, la patente potrà essere sospesa fino a 5 anni, in attesa degli esiti del processo. Se il Senato dovesse approvare il testo senza modifiche, alla Camera tornerà così per essere approvato e diventare legge.

©Futuro Europa®

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