Cosa ci aspetta nel 2016

Il 2016 sarà un anno importante per la politica italiana, ma lo sarà ancora di più per il Premier Matteo Renzi, deciso a giocarsi il tutto per tutto nell’anno del 70° anniversario della Repubblica. Il premier, nella conferenza stampa di fine anno, ha scommesso tutto sulla riforma costituzionale, con il superamento del bicameralismo perfetto, la soppressione delle province e la nascita del Senato delle Regioni. Scommessa rimessa nelle mani dei cittadini che dovranno sostanzialmente votare o meno la fiducia a questo governo proprio attraverso il referendum sulla riforma. In effetti questo sarà il termometro di portata nazionale che potrà effettivamente misurare se l’ex sindaco di Firenze abbia la forza per poter andare avanti su questa strada o se sia costretto a rivedere i suoi piani.

Simultaneamente, ma con sfumature differenti, le amministrative del 2016 segneranno un importante traguardo, non solo per Renzi, ma per tutta la politica nazionale: in gioco ci sono i principali capoluoghi di provincia, compresi Roma e Milano. La conferma o meno del colore delle amministrazioni segneranno la bontà della rivoluzione che il segretario del Partito Democratico sta da tempo conducendo all’interno del movimento.

Sicuramente gran parte del futuro Renzi se lo giocherà entro i primi sei mesi dell’anno. Oltre alla già citata riforma costituzionale, in ballo ci sono altri provvedimenti che, nonostante siano stati avviati nel 2015, è probabile che nel nuovo anno trovino una forma definitiva. E questi temi sono quelli che hanno incontrato più difficoltà nella “strana maggioranza” che sostiene il Premier, una su tutti le unioni civili. Lo scoglio principale sarà riuscire a convincere NCD a votare un testo che vada il più possibili vicino alla parificazione con il matrimonio e a sua volta il partito di Alfano dovrà trovare il giusto modo per farlo digerire all’ormai esiguo elettorato rimasto. Da questo provvedimento, molto contestato, passerà gran parte del successo “politico” di Renzi e del PD, risultato che, tra l’altro,  potrebbe condizionare favorevolmente i prossimi appuntamenti politici.

Ma non solo unioni civili, in parlamento si dovrà approvare anche lo ius soli, l’omicidio stradale, la prescrizione e il conflitto di interessi; tutte riforme che pur non avendo una portata particolarmente rivoluzionaria, singolarmente comportano una battaglia politica estremamente difficile.

Detto ciò il nodo entro il quale tutto girerà sarà il referendum sulla riforma costituzionale. Se il risultato dovesse essere estremamente favorevole, è plausibile che il Premier ritenga indispensabile anticipare le elezioni  avvalendosi dell’effetto sorpresa per spiazzare l’opposizione che risulterebbe assolutamente impreparata ad affrontare una campagna elettorale nazionale di fronte all’eventuale forza di Renzi suffragata dalla consultazione popolare.

Sullo sfondo resta sempre flebile la luce del Partito della nazione, pronto ad esplodere qualora le cose non dovessero andare come sperate. Renzi lo conserva come piano B, la volubilità della politica e del mondo intero di questi ultimi anni non permettono assolutamente di dare alcuna opzione per scontata.

©Futuro Europa®

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1 Commento per "Cosa ci aspetta nel 2016"

  1. Antonio Macheda | 5 Gennaio 2016 a 13:35:49 | Rispondi

    Sono tante le incognite per l’Esecutivo, il referendum sulla riforma sarà sicuramente la vera prova di forza. I cittadini sono sempre più scettici sulla situazione Italiana, e gli ultimi dati economici ci danno come la Nazione a più bassa crescita rispetto alle altre Nazioni Europee. Le cronache dei giornali riportano situazioni che pensavamo superate, c’è chi torna al lavoro e trova l’Azienda sparita (nel Modenese – Gazzetta di Modena 05/01/2016 e chi fatica ad arrivare alla fine del mese.
    Ci sono anche i partiti populisti M5S che scaldano i motori e che vogliono Governare Roma. Il 2016 sarà sicuramente un anno ricco di sorprese per il Governo anche se a pagare il prezzo più alto sono sempre i cittadini che credono sempre meno a certi politici evoluti dalla prima Repubblica e sopravvissuti alla seconda Repubblica e più a movimenti vicini al loro modo di pensare e vedere la politica dei giorni nostri.

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