L’eterna illusione

La sinistra radicale, nel suo eterno infantilismo, ha sempre bisogno di un modello esterno, un mito a cui rivolgere i propri sogni. In un lontano passato, sfiorito l’incanto perverso dell’URSS, ci fu  Mao, poi Fidel Castro, e alla fine persino Chavez (ricordate quando Vendola ne salutava la rielezione? È cosa di tre anni fa). Visto come sono finite l’economia e i diritti civili a Cuba e in Venezuela, non sono in molti a crederci più. A un certo punto apparve il brasiliano Lula, ma presto deluse i suoi ammiratori europei: faceva, sì, una politica estera abbastanza populista, ma all’interno applicava regole di buonsenso, anteponendo la produzione alla distribuzione. E il suo regime sta naufragando in enormi scandali di corruzione. Poi brillò la stella di Tsipras, speranza della sinistra europea. Vendola e altri (lo ricordate?) andarono in pellegrinaggio ad Atene a sostenerlo durante la campagna elettorale. Era il leader che doveva riportara la sinistra pura e dura al potere in Europa, umiliare la signora Merkel e far sparire i burocrati di Bruxelles. Ahi, ahi! Delusione: Tsipras alla fine ha scelto la strada del buon senso, patteggiando con l’Europa e l’FMI, come d’altra parte non poteva non fare. Exit Tsipras!

Ma la sinistra radicale non sa restare orfana. Ora la nuova speranza, il nuovo mito, è il laburista Jeremy Corbyn, che ha vinto il congresso del suo partito in Inghilterra su posizioni di sinistra quasi estrema. E tutti a gridare alla svolta nel paese più tradizionale e conservatore d’Europa. In questo c’è una logica. Blair, laburista riformatore, non piaceva alla sinistra pura. Vinceva, realizzava vecchi programmi socialisti, ma per lo più governava al centro, e faceva la guerra in Irak. Scandalo! Anche quei pochi che tra i nostri estremisti gli avevano dato un certo credito iniziale, lo abbandonarono indignati (apriamo una parentesi: sono gli stessi che ora odiano e combattono Renzi, colpevole di fare una politica non populista, lontana dalla retorica dei sindacati e delle reti sociali; e in effetti, che orrore! Un esponente del PD elogiato da Marchionne, uno gradito alla Confindustria e alla banche!)

Se i nostri bravi sinistri riflettessero un poco, si renderebbero conto di  due verità. La prima è che “l’aria del tempo” non va nella loro direzione: in tempi di immigrazione incontrollabile e di insicurezza crescente le loro ricette spaventano la gente e la spingono nelle braccia di forze di ben altro segno. È del resto buona norma che si governi al centro, e chi propone ricette estreme, di sinistra o di destra, è destinato a perdere o, se vince, a non poter governare, in paesi in cui la solidarietà sociale è ormai un dato acquisito, che non richiede più battaglie epocali, e in cui  la gente è in maggioranza moderata. La seconda verità, collegata alla prima, è che tutti i loro modelli, tutti i loro miti, ma proprio tutti, senza eccezioni, sono miseramente naufragati o, per salvarsi (com’è il caso della Cina post-maoista o di Raul Castro) sono stati costretti a riscoprire il mercato, la libera iniziativa e persino la necessità di aiutare le banche al momento opportuno (sfatiamo ancora una volta un vecchio e persistente mito populista: chi interviene a salvare le banche non lo fa per salvare i banchieri e le loro tasche, ma per proteggere milioni di correntisti, depositanti, risparmiatori e impedire un crollo dell’economia; ci vuole davvero tanto a capirlo?).

Non credo che Corbyn, se mantiene le sue posizioni estreme, abbia grandi possibilità in un paese come l’Inghilterra, che appena un anno fa ha rieletto i conservatori. Le sue posizioni entusiasmano un certo tipo di sinistra pura e dura, ma si tratta di una minoranza, vociante e attiva, sì, ma sempre minoranza. E se poi mai i laburisti tra tre anni dovessero farcela a tornare al potere, persino Corbyn dovrebbe tenere conto della realtà inglese, che non è certo di sinistra.

Ma non importa. Gli eterni illusi (non solo da noi e non solo a sinistra; basta pensare a quelli che continuano a credere in Berlusconi) hanno bisogno di credere ai sogni. Lasciamoli fare. In definitiva, fanno male più che altro a sé stessi.

©Futuro Europa®

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