Frutta, dal campo alla tavola prezzi +500%

In questa torrida estate 2015 i prezzi della frutta, dal campo alla tavola, si sono moltiplicati fino al 500%. Si possono citare, tra le molteplici varietà di frutta, le pesche che vengono pagate al produttore 0,30 euro e rivendute al consumatore a 1,80 euro, le susine per le quali l’agricoltore si vede corrispondere 0,40 euro per poi ritrovarle sui banchi dei supermercati a 1,40 euro, i meloni che da 0,40 euro schizzano a 1,40 euro al kg, l’uva da tavola che si trova in vendita a 2,50 euro rispetto agli 80 centesimi pagati a chi la coltiva che, in questo modo, non riesce più a coprire neppure i costi di produzione.

La denuncia parte dalla Coldiretti in occasione della Giornata dell’ortofrutta ad Expo, con la partecipazione di migliaia di agricoltori provenienti da tutte le regioni insieme al presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e al Ministro Maurizio Martina e con la distribuzione di ventimila chili di frutta tra l’Esposizione di Milano e le iniziative nelle diverse regioni.

Moncalvo ha dichiarato che è un atto di vera speculazione sottopagare la frutta, cioè non pagare nemmeno i costi di produzione agli agricoltori e non permettere a molti cittadini di garantirsi un prodotto indispensabile per la salute, in questo periodo. Infatti nella forbice dei prezzi dal campo alla tavola c’è margine da recuperare per garantire un reddito sufficiente agli agricoltori e acquisti convenienti per tutti i cittadini. A rischio ci sono il territorio nazionale reso unico dalla presenza dei frutteti, la salute dei cittadini ed un importante indotto economico ed occupazionale.

Sono oltre 345.883 le unità lavorative impegnate ogni anno nel settore, cui se ne aggiungono altre 28.621 che lavorano nell’industria della trasformazione. Le attività di raccolta, che si concentrano nel periodo estivo, rappresentano, peraltro, anche una preziosa opportunità di lavoro per duecentomila giovani italiani.

In questo ambito è sorto e sta ottenendo buoni risultati il progetto “Scendipianta” di FAI (Firmato dagli agricoltori italiani), che accorcia la filiera riducendo gli attuali 4-5 passaggi dal produttore alla vendita, per premiare di più chi produce “bene” e per fornire un prodotto più buono al commercio al dettaglio, che può offrire maggiore qualità al consumatore. Un obiettivo raggiunto con la definizione degli standard qualitativi, con la distribuzione commerciale e la selezione dei produttori in grado di garantire questi standard, ma anche con un sistema logistico che consenta di assicurare la maturazione ottimale dei vari prodotti anche grazie alla realizzazione di una filiera ridotta e lo sviluppo delle varietà, per privilegiare la qualità alla quantità delle produzioni.

Per il  momento, il progetto è stato accolto dalla catena distributiva italiana “Conad”, con cui è stato stretto un accordo importante, nell’ambito del quale sono iniziate le prove in vari punti vendita con pesche e nettarine. Si spera che il progetto possa essere adottato, al più presto, anche da altri distributori per garantire un prodotto di qualità al giusto prezzo.

©Futuro Europa®

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