La guerra è dei poveri

Ve la ricordate la guerra del Biafra? Il 29 maggio 1967 in Nigeria, a seguito della Dichiarazione di Indipendenza del paese, scoppia la guerra del Biafra. Il conflitto si accende fra la regione orientale della Nigeria – con la maggior parte della popolazione di lingua Igbo che si separa dal Paese e si dà il nome di Biafra – e il resto della Nigeria, che invece si accanisce nell’impedire tale secessione. La guerra civile fra Nigeria e Biafra infuria fino al gennaio 1970, quando il Biafra firma la resa e viene reintegrato alla Federazione nigeriana.

Il conto fu altissimo e come sempre pagato dai deboli, dagli indifesi; è stata una tragedia di proporzioni enormi: si stimano quasi 3 milioni di morti, di cui due terzi – in gran parte bambini – dovuti alla fame; chi ha mai dimenticato le immagini dei bambini gravemente malnutriti che hanno girato il mondo. E’ stato il punto di avvio per una nuova generazione di “militanti umanitariche infransero la regola della neutralità a favore dell’idea del diritto d’ingerenza nelle questioni internazionali, non più riservate solo a diplomatici e militari. E infatti dall’esperienza dei medici francesi in Biafra con la Croce Rossa e in particolare di Bernard Kouchner, nascerà nel 1971 Medecins Sans Frontieres.

Il 9 maggio 1969, avviene un fatto che colpisce direttamente l’Italia. Dieci tecnici italiani e un arabo, saranno uccisi nei campi petroliferi dell’ENI da un commando di soldati del Biafra. Altri 3 italiani, saranno rapiti e rilasciati secondo fonti non confermate con un riscatto di 12 miliardi di lire. Mentre milioni di bambini morivano di fame, nello stesso luogo qualcuno continuava ad estrarre, non curante, il petrolio: il mondo va così e la benzina serve.

A quanto pare la Nigeria non riesce a trovare pace; dopo la guerra del Biafra che aveva radici etniche e politiche, sono arrivati i militanti e gli attentati della Boko Haram che implicano dimensioni etniche, sociali, politiche, religiose e pure criminali. Per questo la situazione attuale è più pericolosa di quella al tempo della guerra del Biafra. La dimensione religiosa infatti penetra l’intimità più profonda delle persone. Si rischia di fare appello agli istinti più irrazionali dell’uomo. La situazione odierna è persino peggiore della guerra civile

La domanda è se ci sarà speranza di pace. La risposta è sicuramente no; troppi interessi troppo petrolio. Sebbene la Nigeria sia l’economia più florida del continente africano e si piazzi al 37mo posto nel mondo per il suo Pil, la gestione sconsiderata dei proventi del petrolio, l’inquinamento prodotto dalla sua estrazione e la corruzione dilagante pongono i nigeriani al 142mo posto nella lista degli Stati per pil pro capite. Una stima che si concretizza nella bassissima aspettativa di vita che si attesta a 51 anni sia per le donne che per gli uomini.

Ora poi con Boko Haram si è messo in campo anche Dio, quindi, speranze annullate. E molti dei migranti vengono proprio da lì, un posto che avrebbe tutto per farli vivere con dignità. Ma non in questa vita.

©Futuro Europa®

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