Dalle agenzie stampa

SALATTO (PPE), DALLA REPUBBLICA DI SALO’ ALLA REPUBBLICA DI ARCORE

(AGENPARL) – Roma, 29 set – “Qualcuno potrebbe scrivere un libro: “Dalla Repubblica di Salò alla Repubblica di Arcore. La tragica fine di due ventenni disastrosi”. Due ventenni che, mutatis mutandis, possono essere paragonati tra loro nella sostanza più che nella forma. Il potere assunto da uno sconosciuto insegnante elementare, il Cavaliere Benito Mussolini, quello conquistato da uno chansonnier da crociera, il Cavaliere Silvio Berlusconi. Entrambi conseguenza di una crisi di sfiducia nei confronti dei partiti e delle istituzioni in piena crisi economica. Entrambi capaci di caratterizzare la società italiana in modo assolutamente atipico e autoritario, padri padroni in grado di parlare alla pancia degli elettori con risultati plebiscitari. Ma, alla fine, responsabili di una tragedia sociale. Il primo per una guerra persa disastrosamente, il secondo per uno scontro continuo con le istituzioni del Paese. Ci manca solo che il presidente Napolitano faccia arrestare il Cavaliere per trasportarlo in ambulanza in qualche sconosciuta località. Il punto è che né Mussolini né Berlusconi hanno compreso il cambio di clima nei loro confronti, illusi di immaginare la ripresa del potere con spocchiosa pervicacia. Il Cavaliere Mussolini si era arroccato nella Repubblica di Salò, che scatenò una sanguinosa guerra civile; il Cavaliere Berlusconi da Arcore mette in ginocchio il Paese dal punto di vista economico e sociale. Sappiamo come in maniera assolutamente indegna è finito il primo; immaginiamo come possa concludersi tragicamente, dal punto di vista umano, la vicenda del secondo. Questa provocatoria similtudine presenta solo una differenza: caduto il fascismo, terminata la guerra, gli Stati Uniti ci aiutarono con il famoso piano Marshall. Mentre oggi corriamo il rischio di finire sotto le grinfie della Troika europea, che può ridurci al livello della Grecia con grave danno per noi stessi e per tutta l’Ue. Si tratta ora di vedere come sapranno reagire gli altri partiti, gli elettori moderati, per ricostruire un quadroà autenticamente democratico per la ripresa di questa Italia ormai in ginocchio per responsabilità di una classe dirigente non adeguata. Serve dunque una presa di coscienza collettiva, servono uomini coraggiosi, pronti a rompere con il secondo ventennio fatto a immagine e somiglianza di Berlusconi, così come il primo è stato a immagine e somiglianza di Mussolini. Le nuove generazioni ci aiutino in questa rottura. Ne va del loro futuro”.

Potito Salatto

Così su AgenParl Potito Salatto, eurodeputato del PPE, vicepresidente della delegazione “Popolari per l’Europa” al Parlamento europeo.

 

 

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