Alberto De Martino, un artigiano per tutti i generi

Nato a Roma il 12 giugno 1929, scomparso ieri 2 giugno. De Martino in carriera ha girato 29 film, spesso firmati con lo pseudonimo Martin Herbert. Nonostante una laurea in giurisprudenza, sin da giovanissimo si dedica al cinema, impegnandosi come documentarista e aiuto regista. Gli anni Cinquanta lo vedono nel cast tecnico di molte produzioni commerciali, scrive soggetti e sceneggiature, infine debutta alla regia collaborando con lo spagnolo Momplet per due peplum. Il gladiatore invincibile (1961) è la sua prima pellicola, ma gira altri buoni mitologici come Perseo, l’invincibile (1963) e Il trionfo di Ercole (1964). Tra i suoi generi preferiti: mitologico, western (Django, spara per primo – 1966), poliziesco (Roma come Chicago – Banditi a Roma – 1969 e Il consigliori – 1973, ispirato a Il padrino di Francis Ford Coppola – 1972) e spionaggio. De Martino gira molti prodotti di imitazione per il mercato internazionale (Holocaust 2000 – 1977), spesso firmati con lo pseudonimo di Martin Herbert.

Regista di buon mestiere dotato di senso dello spettacolo. Ha dato il meglio nel genere horror. Me ne sono occupato nella mia “Storia del Cinema Horror Italiano” in cinque volumi (Edizioni Il Foglio). Horror (1963) è il suo primo film non in collaborazione, una regia singola che firma con lo pseudonimo anglofono di Martin Herbert. Un horror gotico classico girato in un castello, una coproduzione italo – spagnola costruita attorno alla solita maledizione che grava sulla casata e su una serie di omicidi dal colpevole incerto.  Il film è scritto e sceneggiato da Gianni Grimaldi e Sergio Corbucci che per nascondere origini italiane si fanno chiamare Jean Grimaud e Gordon Wilson jr. Il film è molto convenzionale, sono pochi gli elementi di originalità da mettere in risalto, ma si tratta di una delle prime prove del regista. Lo sviluppo della storia fa propendere per una definizione di thriller che risente di suggestioni gotiche, visto che i motivi dei delitti non sono soprannaturali.

L’anticristo (1974) è uno dei migliori film a tematica esorcistica usciti negli anni Settanta dopo il successo de L’esorcista (1973) di William Friedkin. Interpreti: Carla Gravina, Alida Valli, Remo Girone, Anita Strindberg, Mario Scaccia, Mel Ferrer, Umberto Orsini. Il film è scritto dal regista con la collaborazione di Gianfranco Clerici e Vincenzo Mannino, che infarciscono la pellicola di effetti speciali demoniaci, ma realizzano un horror inquietante e originale. Commento musicale di Ennio Morricone e Bruno Nicolai. Fotografia del grande Aristide Massaccesi. Effetti speciali di Carlo Rambaldi, che rende credibile persino il purè di piselli come vomito diabolico. L’originalità della pellicola nei confronti de L’esorcista sta in abbondanti dosi di erotismo morboso e in molti effetti speciali eccessivi e truculenti. Non meno interessante la parte iniziale con la rappresentazione realistica di una processione a un santuario dove vengono condotti a chiedere la grazia indemoniati e malati.

Holocaust 2000 (1977) è un nuovo horror demoniaco che gode di una ben precisa originalità e di una ricca produzione internazionale. Interpreti: Kirk Douglas, Agostina Belli, Ivo Garrani, Romolo Valli. Soggetto e sceneggiatura sono del regista che collabora con Sergio Donati e Michael Robson. La fotografia è di Enrico Menczer, le musiche sono di Ennio Morricone, il montaggio di Vincenzo Tomassi e le scenografie di Umberto Bertacca. De Martino riesce ancora una volta a cavalcare la moda dell’horror esorcistico senza realizzare un prodotto di pura imitazione. La pellicola ha buona suspense e ritmo, gli attori sono in forma, il tono è minaccioso e apocalittico, così come la scenografia è suggestiva. Un film che presenta una sua dignità, confezionato bene sia come musiche che come scenografie, ricco di effetti speciali.

Extrasensorial (1982) è una rivisitazione in chiave extrasensoriale della classica storia del dottor Jekill e Mister Hyde. Ancora una volta De Martino può giovarsi di una produzione internazionale e di interpreti statunitensi. La pellicola è un thriller psicologico con alcuni elementi horror a imitazione dei successi di Brian De Palma. Molte sequenze erotiche, alcune scene splatter, buoni momenti di suspense, una confezione scenografica irreprensibile e musiche all’altezza. Ennio Morricone compone una colonna sonora melodica che stempera i momenti di tensione e sottolinea un incipit malinconico. Alien Killer (1985) è un’altra produzione internazionale realizzata a imitazione della pellicola statunitense Alien (1979) di Ridley Scott che ha avuto molti scopiazzatori più o meno dotati. Il film di De Martino non è tra i migliori sottoprodotti e la presenza di elementi horror è limitata.

7, Hyden Park – la casa maledetta (1985) è l’ultimo film di Alberto De Martino, che per l’occasione si firma Martin Herbert. Gli interpreti sono David Warbeck, Carroll Blumenberg, Christina Nagy, Andrea Bosic, Loris Loddi e Rossano Brazzi. La pellicola è scritta e sceneggiata dal regista con la collaborazione di Vincenzo Mannino (Frank Walker). Fotografia di Gian Lorenzo Battaglia (Lawrence Barbey), musiche di Francesco De Masi, montaggio di Vincenzo Tomassi (Vincent P. Thomas) e scenografie di Julian Wilson. Si tratta di un thriller psicologico con alcuni elementi horror desunti dalla tradizione gotica e dai serial killer di Mario Bava e Dario Argento. De Martino pesca a piene mani anche nel thriller – erotico all’italiana di Sergio Martino. L’idea di fondo sarebbe buona, anche se un po’ sfruttata, il film è girato quasi tutto in interni e con un budget irrisorio. De Martino cerca di ravvivare un soggetto vecchio come il cinema (e come la narrativa d’appendice) inserendo molto sangue, un po’ di erotismo, delitti spettacolari e buone sequenze oniriche.

Alberto De Martino, un nostro grande artigiano che scompare.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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