Unioni civili, dopo l’Irlanda il PD accelera

Svolta in Irlanda che dice sì alle nozze gay. Al referendum i voti favorevoli sono stati il 62,1 per cento, con punte di oltre il 70 per cento nella capitale Dublino, mente i contrari si sono fermati al 37,9 per cento. Il risultato segna una svolta epocale nel Paese – primo al mondo a introdurre i matrimoni tra persone dello stesso sesso con un referendum – considerando anche la forte tradizione cattolica. Una rivoluzione quella irlandese che, con ogni probabilità, avrà ripercussioni in altre realtà, a partire della vicina Irlanda del Nord dove il dibattito sulle unioni gay è molto acceso e sostenuto da partiti come il Sinn Fein che da tempo si batte per la loro introduzione.

Tema caldo anche in Italia. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, parla di un voto “tra luglio e settembre”, contando su un ampio consenso in Parlamento, a partire dall’asse M5S e Sel. Il governo, dunque, sembra voler accelerare sui matrimoni gay. O almeno il Pd perché non sembra sulla stessa lunghezza d’onda l’Area popolare di Alfano. L’operazione, quindi, potrebbe creare qualche frizione di troppo nell’esecutivo per non chiamarlo imbarazzo. Dall’opposizione la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia aprono eventualmente alle unioni, con specifici diritti, ma vietato parlare di matrimonio.

Il ministro Maria Elena Boschi ha già detto chiaramente che “il Pd non si tira indietro rispetto a questa battaglia di civiltà”. Unioni civili, e con quali diritti? Oppure matrimonio vero e proprio? Domande che alimentano il confronto e che implicano riflessioni su cui la stessa maggioranza non si trova d’accordo. Alfano afferma: “La nostra posizione è chiara: sì alle unioni civili, sì al riconoscimento delle persone con un rafforzamento patrimoniale di questi diritti, no alla equiparazione al matrimonio, no alla reversibilità della pensione, no alle adozioni dei figli”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Maurizio Sacconi (Ncd): “La nostra Carta dà rilievo pubblico solo al matrimonio che unisce un uomo e una donna allo scopo della prosecuzione della specie. Il che non significa che non si debbano rispettare tutte le convivenze, tutte le relazioni affettive, tutti gli orientamenti sessuali – osserva Sacconi -. Possono essere individuati diritti e doveri delle persone, sia di tipo morale sia di tipo patrimoniale. Ma non possiamo consentire la possibilità dell’adozione al di fuori della famiglia naturale, tantomeno ammettere altri interventi come la pensione di reversibilità”. Il tema scalda il dibattito anche in Forza Italia. “Ho depositato un disegno di legge che ha come obiettivo quello di colmare un vuoto legislativo, perché le coppie omosessuali sono in realtà un fenomeno già ampiamente diffuso all’interno della nostra società, che si sta sviluppando all’interno di un vuoto normativo che crea disuguaglianze, disparità e confusione”, ha detto Mara Carfagna ai microfoni di SkyTg24.

Il 3 giugno tornerà in commissione Giustizia il ddl della senatrice Pd Monica Cirinnà. Duro il dibattito parlamentare sul testo che la relatrice precisa incentrato sui “diritti” e non sulla “famiglia”. Ma l’equiparazione al matrimonio e la possibilità di adozione di un figlio da parte di uno dei due partner hanno scatenato una pioggia di emendamenti: quasi 3mila dal solo Ncd e oltre 800 da Forza Italia. Insomma il confronto è aperto e il rischio che diventi scontro rimane alto. Soprattutto dopo il clamore suscitato dal risultato irlandese.

©Futuro Europa®

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