Mattarella a Tunisi, la via politica contro terrorismo e guerra civile

Dopo l’incontro con il Presidente tunisino Beji Caid Essebsi, il Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita ufficiale nel paese nordafricano, rilascia alla stampa importanti dichiarazioni sulla necessità, nell’area, del ripristino di stabilità ed equilibrio, oggi seriamente compromessi dalla caotica situazione in Libia e dalle ripercussioni generatesi nelle nazioni limitrofe in forma di gravi episodi di terrorismo.

Mattarella, in sintonia con le politiche governative e con il peso del suo prestigio istituzionale, sottolinea l’esigenza di consolidare alleanza e collaborazione con Tunisi, repubblica dal profilo democratico, e propone, in merito alla questione libica, un’alternativa al perseguimento della via militare, che sollevi le popolazioni locali, già fortemente scosse dalla guerra civile, da ulteriori sofferenze e disgrazie.

Il Presidente italiano ha auspicato soluzioni improntate alla pace, al senso di civiltà e al rispetto della dignità umana, indicando la strada della mediazione politica come unico fattore in grado di superare frammentazioni e sanguinose lotte intestine, nonché capace di consentire – dopo la caduta di Gheddafi e i successivi scontri per la conquista del potere – il coagulo di un governo d’unità nazionale. Un unico interlocutore universalmente riconosciuto e la riaffermazione interna di uno Stato che dia prova alla sua gente d’essere presente, funzionante e rappresentativo  dell’interesse collettivo sono elementi che gioverebbero tanto alla tranquillità e sicurezza della comunità internazionale quanto a quella dei paesi africani confinanti.

Dal colloquio con Essebsi, ha riferito Mattarella in conferenza stampa, è emerso il comune intendimento di combattere il terrorismo, in nome della pacifica convivenza dei popoli. Non può, dunque, che ritenersi apprezzabile il tentativo del Presidente italiano di creare un argine politico e diplomatico di contenimento intorno al focolaio libico, nella speranza che altri alleati nordafricani possano adoperarsi per un processo di pacificazione nelle regioni martoriate dagli aspri combattimenti.

Una promessa da parte dello Stato italiano: ogni sforzo sarà profuso per accertare la sorte delle migliaia di tunisini scomparsi nell’attraversamento del Mediterraneo alla volta delle nostre coste, durante la prima fase della rivoluzione, dandone tempestiva informazione alle autorità tunisine.

Infine, Mattarella, si è recato al Museo del Bardo per un concerto di solidarietà nei confronti della Tunisia, organizzato in memoria delle vittime del drammatico attentato terroristico del 18 marzo scorso, in cui trovarono la morte anche alcuni turisti italiani. Anche questo, un segno di mutuo afflato e rispetto tra i due paesi.

©Futuro Europa®

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