Italia agroalimentare, l’andamento sui mercati esteri

Dando uno sguardo ai mercati agroalimentari europei ed internazionali si può affermare che nel mese di aprile si è osservato che il mercato degli ortaggi di stagione si è presentato in modo positivo per diversi prodotti in fase di esordio.

Il radicchio tondo primaverile è spuntato, in queste primissime battute della campagna, e si sono riscontrati prezzi più elevati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.  Un andamento raffrontato anche per i meloni siciliani, la cui offerta in questo inizio di stagione appare ancora contenuta. Sembra proseguire, inoltre, in un contesto più favorevole, la commercializzazione delle patate novelle che non stanno subendo le ricadute di un’annata invece molto negativa per le comuni.

Positiva l’evoluzione anche per i peperoni di serra di Vittoria, nel ragusano, ma per fattori, questa volta, esterni legati ad una momentanea carenza di offerta spagnola. Per quanto riguarda la frutta, il mercato delle mele conferma il buon andamento all’estero, grazie soprattutto alla richiesta tedesca e dell’Est Europa, mentre internamente risente di un’offerta ancora piuttosto pressante. Le ultime disponibilità di pere invernali mostrano un andamento fluido degli scambi sia oltreconfine che sul circuito interno. In ripresa, sul piano dei volumi di scambio, anche il mercato del kiwi, con le fragole che confermano invece il graduale ma fisiologico calo dei prezzi, comunque decisamente più remunerativi rispetto all’anno scorso.
Nel comparto zootecnico, sia le materie grasse che le polveri, per quanto concerne i lattiero-caseari, stanno accusando sui mercati internazionali alcuni cedimenti, mentre i formaggi mostrano un andamento stazionario che dovrebbe proseguire.

In generale, oltre a un rallentamento della domanda cinese, il mercato sembra condizionato da una produzione ancora in crescita in Nuova Zelanda (nonostante i timori da siccità) e sostenuta anche in Usa e nell’Unione Europea. Prezzi in flessione per il burro sui mercati italiani, in un contesto invece senza novità di sorta per i formaggi grana. Per le carni, il quadro generale sembra orientato ad un indebolimento delle contrattazioni e dei prezzi. Le attese, per quanto riguarda i consumi, sono positive solo per gli avicoli.

Resta invece piuttosto immobilizzato il mercato dei suini da macello, mentre prosegue la stagionale ripresa dei suinetti da ingrasso. Nel comparto bovino la crescente intrusione delle carni di importazione, soprattutto polacche, rende piuttosto incerti gli sviluppi di un settore che continua ad accusare il calo delle macellazioni; la prospettiva per questo periodo è di una stabilizzazione dei prezzi o di una lieve tendenza al ribasso.
Per gli oli di oliva, il mese di aprile è stato caratterizzato dalla ricerca di un nuovo equilibrio di mercato, che non sembra prendere al momento una direzione precisa. Resta il pesante dato produttivo spagnolo (oltre a quello italiano), con le stime di Madrid che confermano un dimezzamento della produzione e una flessione di oltre il 30% delle scorte. Per i vini, il livello delle quotazioni medie resta sostanzialmente stabile e non si prevedono variazioni significative nelle prossime settimane.

Infine, sul mercato dei cereali, i prezzi mantengono un trend negativo per il grano duro in previsione di raccolti più abbondanti.  Le stime dell’International Grains Council indicano al momento una crescita dell’11% della produzione mondiale, con più di 36 milioni di tonnellate attese con la nuova campagna.

Stabili i prezzi per frumento tenero e riso, con quotazioni invariate anche per il granoturco dopo i recenti aumenti. L’avvio delle semine al Nord Est sembra confermare la previsione di una riduzione delle superfici a mais a vantaggio della soia, prodotto che, in questo periodo, sia per la granella che per le farine, ha registrato alcuni ribassi legati alle dinamiche internazionali.

©Futuro Europa®

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