Rassegna stampa estera

Anche questa settimana la stampa estera ha affrontato con grande generosità la questione drammatica dell’immigrazione, ma non solo, la grande incognita Expo tiene ancora con il fiato sospeso. Qui qualche inchiesta sul potenziale di questo grande evento: flop o grande successo? Ma le prime vere risposte le avremo solo la prossima settimana. Per quanto riguarda la legge elettorale la Stampa estera per ora osserva, senza grandi commenti, la “sfida” che Renzi ha “osato” lanciare ai “ribelli” del suo Partito ponendo il voto di fiducia, forzandoli così ad appoggiarlo o affrontare nuove elezioni. Sicuro è che i media hanno percepito tutta la rabbia dell’opposizione  che come riporta Roberto Landucci su Reuters “ha accusato Renzi di una presa di potere di stampo ‘fascista’ “.

Naufragi nel Mediterraneo. Interviste, analisi e commenti non sono mancati sui media internazionali. Ma si percepisce ancora molta distanza nelle risposte e punti di vista molto diversi tra Stato e Stato e leader più o meno coinvolti. Anche Ban Ki-moon ha “gelato” un po’ gli entusiasmi con la sua richiesta di affrontare il problema “in modo umanitario”. Michelle Padovani ha raccoltole parole di Enzo Bianco, sindaco di Catania, e mostrato quanta differenza c’è nella cultura dell’accoglienza tra Nord e Sud: “è chiaro che il Mezzogiorno rurale, infinitamente più povero dell’Italia industriale, è anche più ospitale”, afferma a chiare lettere la giornalista. Juliette Gheerbrant per RFI mostra i due ritmi diversi nell’affrontare la questione migrazione da parte dell’Italia e dell’Europa. “I dirigenti dei 28 Paesi membri del’Unione Europea si sono riuniti ieri, giovedì 23 Aprile, per studiare una serie di misure con il fine di lottare contro la tragedia dei migranti nel Mediterraneo. Ma in Sicilia, la vita continua, con il suo lotto di lutti e un forte sentimento di abbandono” e Anne Treca, sempre per RFI, puntualizza che “visto da Roma, rimane tutto da fare” (…) “anche se per il Capo del Governo italiano Matteo Renzi, è una vittoria (i risultati del summit straordinario, ndr), nulla è stato fatto e regna grande scetticismo”. In effetti nessun vero piano di azione è emanato da un Consiglio che per la sua straordinarietà necessitava di risposte urgenti e concrete applicabili da subito.

Il dramma dei profughi e migranti ha colpito molto il Segretario Generale delle Nazioni Unite, definendo questa crisi “la peggiore crisi umanitaria dalla Seconda Guerra Mondiale”. In visita a Roma questa settimana ha espresso tutta la sua “preoccupazione” per la sorte dei migranti e ha sottolineato “la necessità che le autorità puntino i loro sforzi nei salvataggi in mare”. Star Africa scrive che “il capo dell’ONU ha riconosciuto che questa crisi dei migranti rappresenta una sfida importante per il Governo italiano e per gli altri Governi europei e ha saltato gli sforzi dell’Unione Europea nel far fronte a questa crisi umanitaria”. Ma al di là delle parole di circostanza raccolte qua e là, France Inter fa presente che l’uscita in Mare del Segretario Generale accompagnato dal nostro Premier e da Federica Mogherini, capo della diplomazia dell’UE, sia stata un’uscita “molto politica”: le priorità dei tre non sono affatto le stesse. La lotta armata contro gli scafisti e maggiore solidarietà europea sono quelle di Renzi, ma, come precisa Olivier Tosseri, Ban Ki-moon ha chiaramente fatto sapere che per lui “il ricorso alla forza non era una soluzione (…) il problema va affrontato in modo globale, prendendo in considerazione le radici del problema, la sicurezza e i diritti umani dei migranti e dei rifugiati, così come avere canali legali e regolari per l’immigrazione”. Visto che per quanto riguarda la lotta agli scafisti l’UE ha posto la condizione di avere il beneplacito dalle Nazioni Unite, tempo prezioso per una soluzione concreta volerà via ancora una volta. Come fanno notare su Liberté Algerie, visto che l’urgenza per le NU è molto più umanitario che politica ( Amnesty International e mole ONG chiedono che le navi che pattugliano il Mediterraneo si avvicinino molto di più alle coste libiche visto che la maggior parte dei naufragi avviene lì) “dobbiamo pensare che l’ONU porrà il suo veto? Aspettando la messa a punto di una strategia, i migranti continuano a fuggire dalle zone di guerra e dalla miseria con la speranza di approdare sulle clementi rive d’Europa”.  Anche The Japan News  si è occupato del Mediterraneo, le considerazioni sono più o meno quelle espresse dalla maggior parte dei media, con l’aggiunta della notizia della condanna, da parte di un tribunale siciliano,di 20 somali rifugiati politici giudicati colpevoli per la tratta di vite umane. “Gli imputati facevano parte di una organizzazione internazionale che chiedeva ingenti somme di denaro a migranti provenienti da Kenya e Somalia che volevano entrare in Italia. Da qui li aiutava a continuare il loro viaggio verso destinazioni del Nord Europa, in particolare in Svezia.” Per 20 arrestati quanti però sono pronti a prendere il loro posto? Non ha un po’ ragione Renzi ad insistere sull’urgenza della  lotta agli scafisti come primo passo per poi arrivare ad estirpare il problema alla radice, ossia nei Paesi di origine di questi disperati?

Expo 2015. “La grande scommessa del ‘Miracolo’ a Milano”, titola la sua inchiesta per Les Echos, Pierre de Gasquet. “Vero banco di prova per la ripresa italiana, l’Expo 2015 di Milano si apre in un clima di fervore intriso di scetticismo. La capitale lombarda si gioca la reputazione di smart city, quando la terza economia della zona euro tenta di emergere da quattro anni di recessione”. Il giornalista si rifà al capolavoro di De Sica Miracolo a Milano e scrive “come nel grande finale di Miracolo a Milano, nulla è impossibile nella capitale lombarda. Anche un Expoflop  forse sarà evitato”. Già, entusiasmo e pessimismo si mescolano continuamente negli animi degli organizzatori che si stanno giocando il tutto per tutto e c’è nebbia totale sul ritorno economico di questa titanica impresa. De Gasquet scrive ancora “alla vigilia dell’apertura, che sarà salutata alla Scala dalla Turandot  di Puccini, il fermento è d’obbligo. Ma bisognerà aspettare la grande mietitura, a metà Luglio, dell’immenso campo di grano di cinque ettari, seminato in pieno centro a Milano dall’artista americana, Agnes Denes, per sapere se “il miracolo” dell’Expo si sarà compiuto.” I primi effetti positivi ci sono: Milano, città indolente e inquinata solo 15 anni fa, è oggi tra le 12 destinazioni europee Top del New York Times. Volgiamo vederlo come un segnale di buon auspicio?  Amelie Herenstein per il Business Insider dipinge l’Expo come una grande festa “alla quale è invitato il mondo intero e dove, si, ci sarà cibo, un sacco di cibo”. La giornalista spiega che “Expo Milano 2015, la prima esposizione mondiale dopo l’innovativo evento organizzato da Shangai cinque anni fa, apre le sue porte venerdì, fra l’ottimismo di chi è convinto che questa festa della gastronomia e della nutrizione lunga sei mesi porterà il Paese ospite ad uscire dal suo stallo economico” e precisa che “Giuseppe Sala, commissario per Expo, ha dovuto combattere con i ritardi nella costruzione degli impianti e con l’imbarazzante  serie di scandali prima di arrivare alla cerimonia di apertura di Venerdì, ma ha stimato che il beneficio netto per il Paese ospitante sarà di 10 miliardi di Euro”. Molto meno possibilista sulla riuscita dell’Expo è il commento di Ariel F. Dumont su Le Telegramme che afferma “a una settimana dall’inaugurazione dell’Esposizione Universale di Milano, solo 30 padiglioni su 54 sono pronti. Un vero exploit visto che gli organizzatori temevano solo una settimana fa ad un vero flop, essendo i ¾ degli edifici in mano all’Italia ancora allo stadio di cantiere. Ad onor del  vero, l’Expo 2015, che aprirà i battenti il prossimo 1° Maggio, è nel caos e gli italiani hanno dovuto organizzare una vasta opera di trucco, o meglio dire di mascheramento (…) sono stati creati pannelli amovibili destinati a dissimulare ai visitatori i lavori ancora in corso d’opera.” La Dumont si aspetta una “pioggia di critiche sull’Expo e sulla Penisola” dopo l’inaugurazione. E’ vero che di errori ne sono stati fatti tanti ma… essere disfattisti ora non serve a niente. L’Italia ha scelto un argomento vincente per l’Expo, e i risultati verranno.

Marcelle Padovani, Migrant en Italie: “Quand ils son 400 et il n’y a qu’une douzaine de WC, j’ai honte”, l’Obs, 28 Aprile 2015; AP per The Japan Times, 20 Somalis found guilty of migrant trafficking by italian court, 28 Aprile 2015; PR Newswire per Star Africa, En visite en Italie, Ban Ki-moon s’inquiète du sort des migrants en Méditerranée, 27 Aprile 2015; Karim Kebir, L’ONU plaide pour l’immigration légale, Liberté-Algerie, 27 Aprile 2015; Olivier Tosseri, Une sortie en mer très politique, France Inter, 26 Aprile 2015; Juliette Gheerbrant, Anne Treca, Migrants: en attendant les actes del ‘Europe, l’Italie gère l’urgence, RFI, 24 Aprile 2015; Pierre de Gasquet, Expo 2015: le grand pari du “Miracle” è Milan, Les Echos, 29 Aprile 2015; Amelie Herenstein, Italy look sto Milan Expo for taste of recovery, Business Insider, 28 Aprile 2015; Ariel F. Dumont, Milan. Des cache-misère pour l’Expo 2015, Le Télégamme, 26 Aprile 2015; Roberto Landucci, Italy PM defies rebels with confidence vote on election vote, Reuters, 28 Aprile 2015.

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