Ex Forza Italia

Neanche il tempo per festeggiare l’accordo con le Lega in vista delle Regionali che Silvio Berlusconi si mette a litigare con Sandro Bondi. Tra (ex) amici il verbo litigare suona sempre un po’ scortese. Ma venerdì scorso i due, ad essere sinceri, non se le sono certo mandate a dire. “Chi per ragioni personali ha abbandonato Forza Italia, venendo meno al mandato degli elettori, dovrebbe fare i conti con la propria coscienza, restando almeno in silenzio”, è stato il monito dell’ex Cav. Anche senza fare i nomi, il riferimento è chiaro a chi lasciò in massa FI per fondare il Nuovo Centrodestra ai tempi del governo Letta, e alle recenti – a dire il vero sempre più frequenti – defezioni, come quelle dell’ex braccio destro Sandro Bondi e della sua compagna Manuela Repetti, entrambi senatori.

Forza Italia sta diventando il partito degli “ex”. Ex Cav, ex amici, ex braccio destro, ex delfino e via dicendo. E’ una polveriera. “Stare in un partito politico – ha aggiunto Berlusconi – significa accettarne le regole, discuterne liberamente, e poi collaborare lealmente alla linea che la maggioranza ha deciso. Solo a queste condizioni Forza Italia può continuare ad affrontare con successo le sfide che ci attendono nell’immediato futuro”. La risposta di Bondi è piccata. Altro che stare in silenzio. “Leggo ora che il presidente Berlusconi intima a chi è andato via di stare almeno zitto”, ha ribattuto l’ex azzurro, “ebbene, io sono costretto a rompere il silenzio che mi ero imposto, prendendo atto che al contrario il presidente Berlusconi non ha evidentemente alcuna intenzione di custodire almeno un lungo rapporto di collaborazione e amicizia”. E per concludere, Bondi ha aggiunto di aver subìto insieme alla senatrice Repetti “degli attacchi personali, quasi un linciaggio, che hanno confermato la miseria morale e politica di Forza Italia e la giustezza della nostra decisione”.

Anche l’altro fronte del dissenso, quello pugliese, resta caldissimo. Il candidato fittiano alla presidenza della Regione Puglia, Francesco Schittulli, ha diffuso nei giorni scorsi una nota: “Rilevando che Forza Italia non ha ancora aderito alla mia – ragionevole – impostazione, definita unicamente nell’interesse di tutti, la mia campagna elettorale continua con le forze politiche e i movimenti che invece l’hanno condivisa”. Lo strappo è dietro l’angolo.

Le uniche notizie positive per Berlusconi riguardano l’intesa con Matteo Salvini in vista delle Regionali. In sintesi, Forza Italia correrà con la Lega in Veneto al fianco di Luca Zaia che, diversamente, avrebbe rischiato di perdere la poltrona dopo la candidatura in solitaria di Flavio Tosi. In cambio del Veneto, Salvini ha stoppato la corsa in Liguria di Edoardo Rixi per lasciare che Forza Italia candidasse Giovanni Toti, portavoce di Silvio, ma debole sotto il profilo dell’esperienza politica. Inutile sottolineare che la base dei lumbard non ha affatto accettato di buon grado la decisione ligure, ma la politica è così. Si tratta pur sempre di compromessi e per Salvini, evidentemente, l’ipotesi di perdere il Veneto pesava più della corsa in Liguria. La Lega rinuncia anche a presentare una lista civica indipendente che, di fatto, avrebbe accolto tutti i voti di protesta in Campania. Un sospiro di sollievo per il forzista Stefano Caldoro che così ha più chances di essere riconfermato alla guida della Regione. Per concludere lo scacchiere, l’Umbria è l’isola felice, forse l’unica, dove il centrodestra corre compatto a sostegno del sindaco di Assisi, Claudio Ricci. In Toscana ognuno per i fatti suoi. Tanto nella seconda regione rossa d’Italia qualsiasi accordo digerito a fatica tra azzurri e leghisti, tutto sommato, sarebbe stata solo fatica sprecata.

©Futuro Europa®

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