Stato di Internet in Italia, miraggio banda ultralarga

Akamai, provider leader di servizi di cloud computing e Content Delivery Network (CDN), ha recentemente pubblicato il Rapporto sullo Stato di Internet relativo al quarto trimestre 2014. Il report contiene tanti dati interessanti raccolti attraverso la piattaforma proprietaria Akamai Intelligent Platform e relativi alla penetrazione di internet sul territorio nazionale.

In particolare, con riferimento alla diffusione di internet, Akamai rileva che nel quarto trimestre 2014 oltre 800 milioni di indirizzi IPv4 si sono connessi da circa 239 Paese. L’Italia scende di una posizione, attestandosi alla decima posizione nella top ten globale, nonostante un lieve aumento dello 0,9% rispetto al trimestre precedente, causato da una pesante diminuzione del 5,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Complessivamente gli indirizzi IP connessi al web sono poco più di 18 milioni (18.783.459).

Proseguendo nella lettura del report, scopriamo che la velocità media di connessione registrata nel quarto trimestre 2014 è di 5,6 Mbps, in lieve aumento dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e in aumento del 7,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Capitolo banda larga (>4 Mbps): se confrontata con lo stesso periodo dello scorso anno l’adozione della banda larga in Italia è aumentata del 4,6%, raggiungendo il 61%. Rispetto al trimestre precedente, si registra un lieve aumento dello 0,6%. La situazione è decisamente più grigia se si parla di banda ultra larga: l’Italia è infatti insieme a Turchia, Emirati Arabi Uniti e Sud Africa tra i Paesi dove il tasso di adozione dell’high broadband si attesta al di sopra del 10%. Nonostante Akamai registra un aumento del 8,6% rispetto al precedente trimestre, resta ancora molto da fare soprattutto se si considera che ad oggi appena il 5,7% degli italiani utilizza connessioni web con velocità al di sopra dei 10 Mbps.

Il Rapporto Akamai illustra anche lo stato dell’arte dell’internet mobile in Italia e nel mondo. Nel trimestre preso in esame, la velocità media di connessione mobile registrata nel nostro Paese raggiunge i 5,2 Mbps con picchi medi poco oltre i 41Mbps. Possiamo aspettarci che questi dati cambino presto in futuro, grazie al fatto che molti paesi iniziano a lanciare tecnologie mobili più veloci come LTE-a. Ad esempio, a novembre Telecom Italia ha annunciato l’avvio di un progetto ambizioso, che prevede l’implementazione di tecnologia Lte Advanced in 60 città italiane, con velocità di connessioni fino a 180 Megabit al secondo (e prossimamente arriverà a 225Mbps per il 2015).

Per quanto riguarda l’adozione del 4K, l’Italia scende al 45esimo posto nella classifica mondiale con solo il 2,2% delle connessioni superiori ai 15 Mbps. Tuttavia, ci sono timidi segnali di miglioramento (+39% su base tendenziale e +5% rispetto al terzo trimestre 2014) che lasciano sperare bene per il futuro.

Se da un lato la diffusione della rete internet si è progressivamente democratizzata, dall’altro aumenta l’esposizione ai cosiddetti cyber criminali e i rischi connessi alle truffe digitali, che spesso, come insegna la cronaca, possono avere conseguenze economiche disastrose. In particolare, snocciolando i dati Akamai, si apprende che la percentuale del traffico legato agli attacchi risulta leggermente in aumento rispetto al terzo trimestre 2014. Il peso dell’Italia è fortunatamente esiguo, poco più dell’1% sul totale degli attacchi perpetuati nel timeframe considerato.

©Futuro Europa®

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