EUR in vendita per la Nuvola di Fuksas

Roma – I costi della Nuvola di Fuksas, il Nuovo Centro Congressi del quartiere EUR, sono decisamente lievitati, da 270 a 400 milioni. Al momento ne mancano 133, e sembra che il Palazzo della Civiltà Italiana, conosciuto da tutti come il Colosseo Quadrato, sembra essere salvo, per ora. L’assemblea degli azionisti (90% Ministero dell’Economia, 10% Roma Capitale) ha concordato di alienare 3 musei e un archivio.

EUR Spa metterà all’asta l’Archivio di Stato, il Museo Pigorini, il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, il Museo dell’Alto Medioevo, modificando l’articolo 4 dello statuto che disciplina l’alienazione del patrimonio della società. Si potranno alienare beni “vincolati e di particolare interesse storico ed artistico nel rispetto della normativa vigente in materia di tutela dei beni culturali e nella misura necessaria per reperire le risorse correnti per il conseguimento degli scopi”. Ovviamente il provvedimento dovrà essere oggetto di una verifica da parte del MiBACT e della Soprintendenza.

Il presidente dell’EUR Spa Pierluigi Borghini dichiara: “Entro il 24 aprile dobbiamo presentare al tribunale la proposta di ristrutturazione. Il tribunale ha 60 giorni per omologare, poi c’è la fase operativa di vendita. Entro l’anno dovrebbero arrivare le prime disponibilità finanziarie”. Con il piano di ristrutturazione si dovrà rinunciare al 30% dell’organico della società, ossia circa 40 persone.

Hanno espresso il proprio interesse come compratori almeno 5 soggetti, tra pubblici e privati. I beni oggi locati allo Stato lo rimarranno, solo che dovrà pagare l’affitto a chi li comprerà. Dalla vendita, EUR Spa confida di incassare circa 300 milioni; il ricavato servirà per “completare i lavori in corso della Nuvola (50 milioni), coprire i debiti bancari (180 milioni) e quelli della società (70 milioni)”. In questo modo, “la Nuvola potrà essere consegnata entro metà del 2016.”

In merito alla Nuvola, Massimiliano Fuksas afferma: “Doveva essere finanziata nel 2000, quando io ho vinto il concorso, con una legge, come furono finanziati il MAXXI e l’Auditorium, invece i fondi non sono mai arrivati. Se pensiamo che EUR Spa vale 800 milioni capiamo che non si poteva permettere di fare un edificio da 276 milioni, più i costi aggiuntivi: non c’è proporzione. Se fosse stato finito il palazzo dei congressi avrebbe quasi raddoppiato il capitale dell’EUR, un edificio del genere ora vale sui 500-600 milioni. Mi chiedo poi perché non hanno venduto l’Hotel Lama, di 439 stanze, accanto alla Nuvola: vale 130 milioni, esattamente quello che servirebbe per finire i lavori.”

Non ci sono soldi in cassa EUR Spa, e questo si è sempre saputo. Si corre ai ripari, perché il Nuovo Centro Congressi, che doveva essere pronto per l’EXPO 2015, deve essere ultimato. Ma come accordare fiducia ai calcoli di EUR Spa? A quanto, pare, mancano “solo” le finiture interne e le attrezzature congressuali. Ma quanto bisogno c’era di un nuovo centro congressi nel Quartiere razionalista? A 200 metri dal cantiere di Fuksas si erge, con i suoi 2 mila posti a sedere, il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi ad opera di Pagano, Piacentini, Rossi e Vietti, anch’esso appartenente al piano regolatore per l’Esposizione Universale di Roma del 1942.

Fuksas rimonta: “Prima si mette a reddito e diventa un bene della città meglio è, in più può accogliere turisti, congressisti, far lavorare qualche migliaia di persone”. Sì, caro Fuksas, a danno fatto, forse, hai ragione. Quindi con un urbi et orbi conclusivo: “L’EUR è un quartiere di Roma, va reintegrato nella città e va commissariato per mettere fine a questo falso storico per cui è un’entità a parte. Non può appartenere al Ministero dell’Economia. E non mi sembra che sia tenuto benissimo. Quindi reintegriamolo nella città e torniamo alla normalità”. Questo perché, come recita il Manifesto del Razionalismo Italiano del Gruppo 7, poi M.I.A.R. (Movimento Italiano per l’Architettura Razionale) “è la tradizione che si trasforma, assume aspetti nuovi, sotto i quali pochi la riconoscono”, per un’architettura con un impianto volumetrico e un equilibrio dello spazio architettonico classici, il Razionalismo non era adatto a un regime autoritario ed è stato sciolto già nel 1932. Stiamo pure tranquilli che dal punto di vista stilistico l’architettura dell’Archistar non c’entra proprio niente e che è dubbio possa costituire il primo passo per unire il XXXIII Quartiere, del Municipio di Roma IX, all’architettura della Città Eterna.

©Futuro Europa®

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