Swiss Leaks: oltre 7mila gli evasori italiani

Nei giorni scorsi l’autorevole Le Monde ha pubblicato un’inchiesta che minaccia di far tremare i palazzi del potere. Si tratta di Swiss Leaks, un nome non casuale che strizza l’occhio a Julian Assange e che si riferisce ai capitali non dichiarati e detenuti nelle casse della filiale svizzera HSBC Private Bank, a Ginevra. Secondo le indiscrezioni pubblicate dal quotidiano francese e riprese dall’Espresso, membro del International Consortium of Investigative Journalist, la lista dei clienti coinvolti è molto lunga e contiene i nomi di numerose personalità di spicco, tra cui 7mila italiani.

I capitali che complessivamente sono transitati a Ginevra tra il 9 novembre 2006 e il 31 marzo 2007 risulterebbe almeno 180,6 miliardi di euro (di cui oltre 5,7 miliardi nascosti in paradisi fiscali per conto di clienti francesi). Altrettanto consistente sarebbe la lista delle persone sospette di aver compiuto tali operazioni. Si parla, infatti, di oltre 100mila clienti (di cui 7.499 gli italiani) e di 20mila società offshore.

La lista, ribattezzata con il cognome dell’ex dipendente della Hsbc (Hervé Falciani) che ha trafugato e girato al Fisco i dati bancari relativi al biennio 2005-2007, sarebbero presenti “trafficanti di diamanti, armi e stupefacenti, finanziatori di organizzazioni terroristiche (esponenti di una ONG saudita ritenuta finanziatrice di Al Qaeda), uomini politici vicini a regimi e dittature, star dello show business, campioni dello sport e industriali insospettabili”. Per non farci mancare nulla ci sarebbero anche tanti nostri connazionali, che hanno fatto guadagnare all’Italia il triste primato di essere “il quinto Paese per numero di persone coinvolte e il settimo nella classifica di quelli a cui fanno capo le cifre più alte”.

In particolare, il libro nero dei conti svizzeri riporterebbe i nomi di personaggi del calibro di Giuseppe Recchi, Presidente di Telecom Italia, Eugenio Marco Airoldi, Amministratore delegato di Benetton, il sondaggista Renato Mannheimer, l’imprenditore Giulio Malgara e ancora lo stilista Valentino, Renato Balestra, Gianni Bulgari, Stefania Sandrelli, Ornella Vanoni, Valentino Rossi (non nuovo ai guai con il Fisco), l’imprenditore Flavio Briatore e moglie.

Scorrendo il lungo elenco c’è anche Gad Elmaleh, attore francese e compagno di Charlotte di Monaco, Mohamed VI, re del Marocco, Abdullah II, re di Giordania, Tina Turner, Phil Collins, Joan Collins, Elle MacPherson, Fernando Alonso e John Malkovich. Tra i politici Bill Clinton, Mitt Romney e l’ex sindaco di New York Rudolf Giuliani.

A Falciani va sicuramente il merito di aver portato a galla una maxi operazione di evasione fiscale compiuta a cavallo tra 200 Paesi. Nell’attesa di conoscere i prossimi sviluppi della vicenda, sull’informatico italo-francese pesa l’accusa di spionaggio economico, sottrazione di dati e violazione del segreto bancario. Dal canto suo Hsbc, secondo gruppo bancario mondiale, ha tentato di respingere le accuse di negligenza in un primo momento intimando la distruzione dei documenti incriminati e successivamente affermando che all’epoca dei fatti “la cultura e gli standard dei controlli erano molto più bassi di quanto avviene oggi” (a titolo informativo la banca fa sapere che, dall’introduzione di regole più severe, la sua base clienti si è ridotta di quasi il 70% dal 2007). Intanto la Guardia di Finanza (Gdf) è al lavoro per accertare le presunte incongruità dei correntisti italiani; nel frattempo alcuni sono deceduti, è il caso per esempio del regista Sergio Leone, mentre altri hanno regolarizzato la loro posizione contributiva approfittando dello scudo fiscale varato nel 2009 dall’allora ministro Giulio Tremonti.

©Futuro Europa®

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