Italia delle Regioni

Legge di stabilità e tagli: slitta l’intesa Stato-Regioni. Per il coordinatore degli assessori regionali al Bilancio, Garavaglia: “il taglio al fondo sanitario è previsto nella Legge di stabilità, dal momento che è stata tolta la parola ‘eventualmente’ il sottosegretario all’Economia, Baretta: “l’accordo va trovato su tutti i punti, ma sono fiducioso”. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Chiamparino: “quattro quinti del lavoro sono però ormai condivisi”. Il 29 gennaio si è tenuta la Conferenza Stato-Regioni, ma l’intesa tra le Regioni e il Governo sulla Legge di Stabilità è  slittata. Il tema tornerà all’ordine del giorno in questa settimana. Il Governo si è comunque impegnato di non far valere il termine del 31 gennaio in modo perentorio proprio per consentire di trovare l’accordo complessivo su come ripartire i tagli da oltre 5 miliardi che gravano sulle Regioni.

“C’è da trovare una ‘quadra’, l’accordo va trovato su tutti i punti, ma sono abbastanza fiducioso anche perché è stato fatto un buon lavoro”. Così il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, al termine della Conferenza Stato Regioni che ha fatto slittare di una settimana l’intesa sulla Legge di Stabilità. “Il problema – ammette Baretta – è la natura dei tagli. Dobbiamo trovare una soluzione che eviti tagli a carico delle fasce deboli, rischio che può esserci. Serve un accordo quadro che definisca le voci su cui avverranno i tagli. Tagli in sanità sono possibili, l’importante – conclude il sottosegretario – è che non siano sulle prestazioni e che le conseguenze non siano negative per la popolazione”. Dal coordinatore degli assessori regionali al Bilancio per la Conferenza delle Regioni e assessore in Lombardia, Massimo Garavaglia, arriva la  conferma ulteriore dei sacrifici che saranno imposti alla sanità: “Ad occhio i tagli a carico della sanità saranno di due miliardi”, del resto, conclude Garavaglia “il taglio al fondo sanitario è previsto nella Legge di stabilità, dal momento che è stata tolta la parola ‘eventualmente’”.

Da parte dei Comuni Italiani rappresentati dall’ANCI, registriamo le sollecitazioni del sindaco di Firenze Nardella, coordinatore delle Città metropolitane,  e del sindaco di Catania Bianco sulla richiesta al Governo di sciogliere i nodi sui tagli, le funzioni, le risorse ed il personale delle Città Metropolitane.    Rivedere e differenziare il taglio per un miliardo tra  Città metropolitane e Province di secondo grado; fare chiarezza su funzioni e risorse che saranno delegate dalle Regioni alle Città; definire nel più breve tempo possibile il percorso di riallocazione del personale eccedente previsto dalla Legge Delrio (50% in meno per le Province e 30% in meno per le Città metropolitane);  risolvere la questione legata alle sanzioni per quegli enti che hanno sforato il Patto di stabilità.

Sono questi i temi principali discussi  dal coordinamento dei sindaci delle Città metropolitane di Anci, riunitosi a Roma nella sede dell’associazione di via dei Prefetti. Quattro punti che l’Anci, guidata dal presidente Piero Fassino e dal coordinatore Città metropolitane e sindaco di Firenze Dario Nardella, ha portato il 29 gennaio all’attenzione del governo durante la riunione dell’Osservatorio governo-enti locali-sindacati sull’attuazione della Delrio. “Sul taglio da un miliardo – ha detto Nardella nel corso della riunione del Coordinamento – non è prevista una differenziazione tra Città metropolitane e Province.

Come Anci abbiamo proposto una rimodulazione che riteniamo debba andare verso un 20% a carico delle Città metropolitane e il restante 80% sulle Province e questo per un motivo molto semplice: la Delrio prevede da un lato un’espansione delle funzioni per le Città, dall’altro una contrazione delle stesse per le Province. E’ chiaro che a maggiori funzioni debbano corrispondere più risorse e quindi anche minori tagli”.

Sulle funzioni, il coordinatore Anci ha dapprima sottolineato come le Regioni stiano procedendo “autonomamente e questo anche per via dell’accordo quadro, troppo generico, sancito in sede di Conferenza Unificata. In questi anni – ha perciò aggiunto -, molte Regioni hanno trasferito risorse non sufficienti ad assolvere specifiche funzioni delegate, contando sull’intervento delle Province laddove c’era un ammanco di risorse. Le Città metropolitane non possono accettare questo stato di cose perché, ad oggi, non possiedono risorse da aggiungere”. Sul personale l’auspicio è che “si proceda in fretta alla mappatura per riallocare il personale eccedente”.

Su fronte della lotta contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta  nelle regioni del Nord Italia: “la criminalita’ organizzata non solo si e’ infiltrata anche nel nostro territorio, ma ormai e’ una triste e permanente realta’ radicata”. Lo afferma, dopo il blitz anti-‘ndrangheta che ha portato recentemente  a 117 arresti, il sindaco di Bologna, Virginio Merola, in una nota firmata anche dalla presidente del Consiglio comunale Simona Lembi, presidente della Commissione dell’Associazione dei Comuni Italiani Pari opportunità, Servizio civile, Politiche Giovanili e Sport.

Per Merola e Lembi, “dobbiamo rinforzare i nostri anticorpi con l’impegno quotidiano per diffondere una cultura di legalita’, giustizia, liberta’, responsabilita’ e democrazia”. L’operazione condotta ieri e denominata Aemilia, sottolineano i due amministratori bolognesi, “ha inferto un duro colpo alla presenza della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna” e “suscita anche a Bologna e nella sua area metropolitana grande soddisfazione e orgoglio”.

Di qui i complimenti agli investigatori “a nome di tutto il nostro territorio”. Questa operazione però “rende evidente quanto abbiamo sempre affermato e cioè che nessuno è immune dal contagio delle mafie”, sottolineano Merola e Lembi. Secondo i due esponenti bolognesi, “i fatti di questi ultimi giorni ci dimostrano come ci sia effettivamente un grande bisogno di mantenere alta l’attenzione su questi temi nella nostra regione, perche’ la criminalita’ organizzata, in maniera non eclatante, fa profitti illegali soprattutto quando la societa’ in cui agisce e vive sottovaluta il fenomeno”.

©Futuro Europa®

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