La norma Salva-Berlusconi

Quello che colpisce e spaventa in tante cose nostre è l’imperizia, l’improvvisazione, la superficialità, che alle volte producono risultati di evidente assurdità. Prendiamo il caso della norma “salva-Berlusconi”: il Governo inserisce nelle nuove norme sul Fisco una clausola che rende non punibili penalmente le evasioni inferiori al 3% dell’imponibile. Una cosa non poi tanto peregrina: nella legislazione di quasi tutti i paesi civili esistono regole che escludono la punibilità di alcuni atti per la irrilevanza del danno causato. Ciò serve a non sovraccaricare la Giustizia, da noi specialmente ingombrata da troppi processi per reati più gravi. E se viene una volta tanto una norma che non tende a punire il già tartassato contribuente italiano, benvenuta sia!

Tutti dovrebbero tirare un respiro di sollievo! Invece no, signori, siamo nel regno della dietrologia e dell’assurdo. Immediatamente viene fuori l’accusa: la norma serve a Berlusconi, in quanto può, retroattivamente, esimerlo dalla condanna ricevuta per evasione fiscale nel processo Mediaset. E subito l’indecoroso balletto delle denunce, delle smentite, delle false indignazioni. I 5 Stelle, dimenticando le loro crociate anti-Fisco, rimettono per l’ennesima, inutile volta, il disco gracchiante della richiesta di dimissioni di tutti. Berlusconi s’indigna e fa la voce grossa: della norma non sapeva nulla, l’ha letta sui giornali, i suoi legali non sono nemmeno sicuri che ne trarrebbe giovamento, a lui comunque lo riabiliteranno  la Corte Europea, e casomai la Corte Costituzionale se dichiarerà la non retroattività delle Legge Severino (ma come fa ad esserne tanto sicuro?) e quindi di una norma “ad personam” non ha nessun bisogno.  E passa all’attacco nel tipico modo suo, con accuse vaghe e non dimostrabili: ci deve essere dietro una misteriosa “manina” che ha inserito la norma per mettere in difficoltà l’accordo con Renzi, far saltare il “patto del Nazareno”, complicare – addirittura! – l’elezione del Capo dello Stato (e chi sarebbe il sicario occulto: Padoan? I tecnici della Ragioneria o del Tesoro? Per favore, si tirino fuori nomi e cognomi, altrimenti non si fa che alimentare il clima di sospetti e veleni che rende così poco respirabile l’atmosfera da noi). Per parte sua, Renzi si assume le sue responsabilità (lo credo bene!) ma fa macchina indietro: la norma l’ho voluta lui ma ora è pronto a ritirarla. Nessuna furbesca manovra per “comprare” l’appoggio del Cavaliere in queste prossime difficili fasi della politica, dunque, ma neppure nessuna “manina” diretta a sabotare l’intesa con FI.

Tutto chiaro, aperto, tutto alla luce del sole. Spero che qualcuno si renda conto, a Palazzo Chigi e dintorni, che, comunque la si presenti, la vicenda ha toni assolutamente grotteschi. Premesso che dei retroscena della vicenda non so nulla, e penso che non si possa mai escludere a priori nessuna teoria cospirativa in questa Repubblica di segreti e veleni, d’istinto tendo a pensare più a una fondamentale imperizia che a manovre sottobanco, renziane o dei suoi nemici interni. C’è davvero da noi qualcuno tanto ingenuo da non sapere che queste manovra hanno le gambe corte? O tanto astuto da mettere una buccia di banana tanto evidente sotto i piedi del Premier? E lui, che del tutto sprovveduto non dovrebbe essere, ci ha messo allegramente il piede sopra? Il disegno di legge non lo ha letto? Nessuno gliene ha spiegato le ricadute? Che aspetta a cacciare i responsabili legali di Palazzo Chigi?

Cercando di ragionare, appaiono tre possibilità: o c’era veramente un accordo sottobanco per  favorire Berlusconi, e la cosa è di notevole gravità (non si dichiarava orgogliosamente superata la vecchia pratica delle “leggi ad personam”?). O ha agito la misteriosa “manina” citata dal Cavaliere, e sarebbe altrettanto grave che Renzi non se ne fosse accorto a tempo. O, infine, le cose stanno come ha detto il Premier: la norma l’aveva voluta lui, per ragioni di carattere generale, ma ora, accortosi delle sue eventuali ricadute e di fronte alle polemiche che ha suscitato, ha deciso di ritirarla o almeno di sospenderla. Anche in questo caso, però, la vicenda sarebbe pateticamente assurda. Perché delle due cose l’una: o gli impulsori e redattori della norma non si sono resi conto del vantaggio che potrebbe trarne Berlusconi, o ne erano consapevoli ma hanno messo questo sgradevole risultato come un necessario “danno collaterale” di una regola ritenuta di interesse generale. Ma se è così, perché ritirarla ora? Perché non smentire ogni sospetto e difenderla, nel nome delle decine di migliaia di persone che potrebbero giovarsene?

Non ha tutti i torti il Cavaliere quando dice che sarebbe grave se fossimo al punto in cui – passato il tempo delle leggi “con fotografia” – ora in Italia si rinunciasse a fare delle norme, anche quando fossero di interesse pubblico, solo perché possono giovare a un singolo individuo. E grave sarebbe se fosse ancora l’ombra lunga di un antiberlusconismo di maniera a proiettarsi minacciosa, impedendo leggi giuste e bloccando adempimenti fondamentali per la nostra vita democratica, dalle riforme all’elezione di un Presidente che sia garante di tutti. Cose per le quali, che ci piaccia o no, l’intesa PD-FI resta necessaria. Se – al di là delle vocianti orde grilline – qualcuno a sinistra e/o a destra giocasse a questo gioco, meriterebbe il disprezzo della società. E chi gli fornisse facili argomenti mostrerebbe una preoccupante insipienza.

Il fatto è che, comunque la si rivolti, la vicenda è un nuovo pasticciaccio. È augurabile che il Governo chiarisca al più presto la sua posizione e rimetta le cose sul giusto binario. Altrimenti ne pagherà le conseguenze di fronte a un’opinione pubblica che ha molte ragioni di sentirsi sempre più disincantata.

©Futuro Europa®

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