Libro Bianco della Difesa

Una lungimirante e pragmatica politica di sicurezza internazionale e di difesa è essenziale per dotare il nostro paese di uno strumento idoneo a tutelare la più importante delle nostre conquiste: la nostra libertà”. Sono le parole del premier Matteo Renzi nella prefazione al Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa.

Sono sessantasette le pagine del  Libro Bianco della Difesa, un memorandum redatto esattamente un anno fa dalla Ministra Pinotti e passato tra squilli di trombe al vaglio del Consiglio Supremo della Difesa, si apre parlando della caduta del muro di Berlino. Che un documento fondamentale per la strategia futura si rifaccia ad un avvenimento accaduto il 9 novembre del 1989, rende l’idea di quanto i Ministri del Governo Renzi siano preparati nelle materie da affrontare. In compenso mancano riferimenti agli scenari dell’est europeo, dal Baltico all’Ucraina, con il non trascurabile particolare che nel sulle rive baltiche hanno stanza i nostri Eurofighter. Viene nominato spesso un non meglio definito “Sistema Paese”, ma una zona critica come l’Afghanistan non compare nel mappamondo della Ministra Pinotti.

Nel Libro Bianco si prendono in particolare esame lo scenario meridionale, ma della prima base militare fissa all’estero italiana, a Gibuti, non vi è traccia. Ampio spazio viene riservato al finanziamento della Difesa, passando dall’attuale tripartizionamento tra investimenti, spese di manutenzione e spese del personale, ad un capitolo di spesa unico spalmato tramite una legge pluriennale di investimenti nel settore. Come sempre in questi casi si auspica e si promette su ricerca e sviluppo, nonché sinergie con università, industrie e distretti di ricerca. Il progetto punta anche ad una forza più giovane e con meno alti in grado.

Il Libro Bianco continua tralasciando le aree importanti sopra descritte, ma soffermandosi su affermazioni di principio già viste in mille ambiti, la centralità dell’area euro-atlantica, l’integrazione tra le forze di difesa europee, il muoversi sotto l’egida dell’ONU. Peccato che la stessa Ministra Pinotti, come riportato nel recente articolo del Dr. Arnhold, ebbe a dichiarare che “L’Italia è pronta a guidare in Libia una coalizione di paesi dell’area, europei e dell’Africa del Nord, per fermare l’avanzata del Califfato che è arrivato a 350 chilometri dalle nostre coste”.

Il Libro Bianco pone giustamente l’accento sull’area euro-mediterranea, dove “nuove minacce adombrano le nostre libertà, prima tra tutte quella terroristica, i cui attacchi sono portati sempre più all’interno del nostro continente”. Un’area diventata critica in quanto coagulo tra Europa, Mar Nero, Medio Oriente e Maghreb, aree coinvolte in crisi politiche indotte dalle varie rivoluzioni che non hanno portato a governi stabili e diventate prede di reti terroristiche complesse, dal Mashreq al Sahel, arrivando al Corno d’Africa, dove l’azione europea ha ridotto il fenomeno della pirateria, ma non ha portato benefici effetti alla situazione geo-politica in quella zona del continente nero.

Il Libro Bianco si perde ancora in paroloni di politichese immaginando una non meglio definita ’“architettura condivisa multinazionale”, in compenso tralascia argomenti decisamente importanti, come il Servizio Civile ed il finanziamento della legge pluriennale di cui sopra. La Legge delega n. 244/2012 prevedeva una riduzione delle Forze Armate di un 30% delle strutture entro il 2019; da 190.000 a 150.000 i militari e da 28.700 a 20.000 i civili nel 2024, ma l’interconnessione tra la Legge 244 ed il progetto presentato non è chiarita, non è dato sapere se la 244 debba ritenersi superata. Si sorvola poi sul problema dell’associazione in sindacato degli uomini in divisa, lacuna che è costata all’Italia già due condanne da parte della Corte Suprema dei Diritti dell’Uomo. Alla Redazione del Libro Bianco hanno contribuito il Ministero degli Affari Esteri e la Presidenza del Consiglio, pare che nei giochi della politica siano stati lasciati in disparte i militari in servizio ribadendo il primato della politica nella guida della difesa italiana.

©Futuro Europa®

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